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Mi sento travolgere da un mix di emozioni: panico, paura, rabbia, angoscia, frustrazione… Ho un brivido improvviso che associo alla stessa sensazione che sento quando sto per usare una capacità che non conosco.

Mi sembra di intravedere qualcosa nella mia testa, come un filmato veloce e leggermente offuscato. Vedo lei… o meglio, vedo che sto combattendo con tutte le forze una donna dalla chioma lunga e nera e due occhi di un grigio ghiaccio che spiccano sul suo volto femminile.

Non l’ho mai vista prima e suppongo che, in realtà, io stia vedendo una parte dei suoi ricordi, così capisco il perché della sua reazione… L’entità che ho al mio interno è la stessa che ha combattuto Alexis e le ha fatto perdere la maggior parte delle sue capacità. Al mio interno, ho la nemica di Alexis. Merda…

La visione termina bruscamente, lasciandomi stordita e instabile sulle gambe. Appena la sensazione di disagio scompare, guardo la ragazza pallida che mi è difronte. Acciglia la fronte, preoccupata. «Stai bene?»

Ormai, quasi non mi meraviglio più quando uso delle capacità che non ho mai usato prima di adesso; mi è capitato così tante volte, da quando ho imparato a conoscerle, che per me è diventata una cosa normale, anche se, devo ammetterlo, questa mi ha lasciata davvero scombussolata.

«Sì, sto bene. Per favore, fammi vedere chi ho dentro» le chiedo con gentilezza, anche se, ormai, credo di aver già visto la sua fisionomia.

Alexis esita, ma tiene salda la mia mano nella sua e mi trascina per i corridoi. Sembra un’anima in pena e non posso biasimarla: sono più che sicura che lei fosse convinta di averla definitivamente uccisa e che non si aspettasse, invece, di ritrovarsela proprio sotto il suo stesso tetto.

Ora che so la verità su di lei, inizio ad avere uno strano timore nel sapere che è al mio interno… Tuttavia, un altro tarlo si presenta e non mi lascia tregua. Perché quest’entità mi avrebbe aiutata fino adesso, se fosse stata malvagia? E da questa domanda ne susseguono altre: lo avrebbe fatto per arrivare ad Alexis? Com’è possibile, allora, che in questo periodo non sia “uscita” dal mio corpo o, almeno, non abbia controllato il mio per ucciderla? Se non vuole farle del male, perché Alexis e lei si sono combattute spingendosi oltre il loro limite, rischiando, addirittura, di uccidersi?

Arriviamo davanti a un portone fatto con uno strano vetro nero che emana dei riflessi blu in base alla posizione della luce.

La mia testa è immersa in un mare di domande alle quali non riesco a dare risposta. Eco, inoltre, non mi aiuta a placarle: sembra essere svanita nel nulla, benché percepisca che è ancora dentro la mia testa. Mi sento leggermente infastidita, perché so che mi sta volutamente ignorando.

Alexis lascia la mia mano e si avvicina al portone, poggiandovi la sua. Sul vetro compare una serie infinita di fili ondulati e di ghirigori emananti una fluorescenza azzurra, che formano una complessa rete e che occupano tutto il portone.

Una volta tolta la mano da lì, il reticolo azzurro svanisce, sbiadendo gradualmente, e il portone si apre con un fruscio.

La stanza, al di là del portale, è ampia e illuminata da fiaccole appese alle colonne, le quali si attivano non appena ci passiamo vicino, dando alla stanza un’atmosfera tenue ma anche cupa.

Le pareti sono molto alte e si intravede soltanto il soffitto. Questo mi fa pensare che ci troviamo a svariati metri in profondità, cosa alquanto sorprendente visto che il residence non sembra avere una figura imponente, anche se, da fuori, è comunque spettacolare.

Il complesso, infatti, è nascosto da una fitta vegetazione e bagnato da un piccolo fiume che poco più avanti si trasforma in una stupenda cascata.

In alcune parti delle mura sono presenti delle piante rampicanti che, man mano, salgono in alto verso il tetto, cambiando tonalità: dal verde più scuro, adatto alla forte scarsità di luce, al verde più chiaro, che, invece, è adatto a una frequenza di luce abbastanza ampia.

All’interno, invece, è presente un ampio ingresso, nel quale, oltre alle diverse porte e corridoi che conducono alle rispettive stanze, c’è anche un enorme scala di marmo che portano ai piani superiori.

Alexis mi lancia uno sguardo preoccupato e mi fa cenno con la testa di entrare. Annuisco e la seguo in silenzio.

Noto fin dal primo momento che, tra i vari pilastri, ci sono diversi piedistalli di marmo bianco ben lavorati, sui quali si innalzano delle statue di marmo raffiguranti strane creature.

Nuras I : I Rapimenti - Le Scelte [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora