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Usciamo dal varco, il quale si chiude e tutto ritorna alla normalità. Noi, nel frattempo, ci inoltriamo sulla strada abitata.

Guardo tutte queste persone e mi sento invidiosa della loro ignoranza. In questo momento, darei qualsiasi cosa per poter vivere anche un solo giorno della loro vita, incurante di quello che sta accadendo.

Come se sapesse che mi sto di nuovo deprimendo, Janek accelera all'improvviso, facendomi gridare spaventata e facendomi aggrappare a lui con più forza.

Arriviamo in un attimo davanti al luogo in cui mi hanno rapita gli Slumor. Gli indico la strada che dobbiamo fare per giungere davanti all'ultimo ristorante in cui sono stata.

Sono vicino a casa. Mi sento sprofondare nello sconforto a questo pensiero e sento una fitta di nostalgia e di dolore, mentre i miei pensieri mostrano l'immagine dell'ultima persona che ho visto prima dello sguardo terrorizzato di mio cugino: Tiziano. Lui era stato gentile nel voler rimanere e ad aspettare l'arrivo di Marco con me, mentre io ho declinato l'offerta solo perché mi imbarazzava la sua vicinanza sapendo che lui era invaghito di me... Quanto sono stata stupida e sconsiderata nel voler rimanere da sola? Ma, col senno del poi, forse ho fatto bene ad allontanarlo da me: in questo modo, non hanno catturato né lui né la sua famiglia. Ma se, invece, avessi accettato la sua presenza, in quei minuti di attesa, gli uomini di questo fantomatico Deimon mi avrebbero comunque rapita? Beh, immagino di sì, visto che gli Slumor si sono spinti così oltre nel volermi catturare, mostrandosi davanti a tutto il Mondo.

Janek rallenta e io ritorno velocemente al presente. Trova uno spazio in cui infilarsi e spegne la moto.

Mi stacco da lui e scendo, sfilo il casco e mi guardo intorno meravigliata e afflitta di avere i ricordi di quella sera ancora vividi nella mia testa. Quanto tempo è passato dal mio rapimento? Un mese? No, quasi tre. Grazie a Xhefion so che ne sono passati due e mezzo dal mio rapimento e in quei giorni ho creduto più volte che non sarei mai uscita da quella cella. E invece ti trovi qui, a dover assistere all'opera di carità del tuo rapitore, esclama, sprezzante e stizzita, una parte di me.

Mi viene quasi da ridere per la cruda verità di queste parole. Quando ho sentito Janek parlarmi per la prima volta, scambiandolo per un terrestre, provai disgusto per lui, "un terrestre che lavora per loro"... E adesso che dovrei dire di me stessa? Sono qui, a inginocchiarmi davanti a lui e a tutti gli altri pur di tenermi in vita.

Mi volto a guardare la via che conduce alla piazza. Un pensiero si insinua silenzioso nella mia testa. Chissà se... Chissà se sono in grado di scappare, di correre lontano da lui e di chiedere aiuto. Scaccio questa fantasia col cuore pesante: lui ha una moto! Mentre io ho solo un paio di gambe, tra l'altro neanche molto veloci. Per cui mi raggiungerebbe, mi prenderebbe e mi condurrebbe nuovamente in cella per poi mostrarmi che è lui a disporre della mia vita. No, non posso rischiare così stupidamente.

E se... L'agitazione mi sta divorando. E se mi riconoscessero lì dentro? Certo, saranno anche passati due mesi e mezzo ma nei notiziari vengono sempre mostrate le foto delle persone scomparse, per cui potrebbe esserci almeno una possibilità che ciò accada. E se fosse davvero così e mi chiamassero con il mio nome, come dovrei reagire? Cosa dovrei dire se mi dovessero chiedere se sono veramente io quella ragazza che è stata rapita davanti a tutti e che ha svelato l'arcano mistero che si nasconde dietro i rapimenti?

Il mio primo pensiero è quello di confermare e di chiedere aiuto, ma non sono poi molto convinta della reazione di Janek. Gli lancio una rapida occhiata; è intento a sistemare la moto e a bloccarla, per evitare che possano rubarla. Forse lui potrebbe fuggire da solo o li potrebbe uccidere tranquillamente e me con loro. Mi potrebbe anche condurre via dopo averli uccisi oppure, di nuovo, mi potrebbe portare via e basta, con una velocità pazzesca, per poi farmela pagare in privato. Ci sono davvero moltissime alternative e solo la prima mi piace, ma so che non potrebbe mai accadere che scappi lasciandomi qui, nel ristorante. Le altre, invece, sono possibilità molto più reali e dunque potrebbero accadere. Mi sento sprofondare nell'angoscia.

Nuras I : I Rapimenti - Le Scelte [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora