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Camminiamo senza sosta per tutto il tragitto e in silenzio. Intravediamo la luce provenire dal piccolo fuoco acceso del nostro campo e Janek rallenta fino a fermarsi.

Lo imito e lo osservo confusa e con le palpitazioni a mille. «Perché ci fermiamo? È successo qualcosa?» gli chiedo, allarmata. Ha sentito dei rumori? Ci  stanno seguendo?

Non risponde, si gira soltanto. Abbasso lo sguardo immediatamente, imbarazzata e a disagio per quello che ha fatto per me e dopo tutto quello che io ho detto a lui nel pomeriggio.

«Sicura che non ti abbiano fatto niente?» La sua voce cerca di sembrare calma, ma suona ancora apprensiva e furiosa. Scuoto la testa e mi affretto a rassicurarlo.

Janek annuisce, questa volta, un po’ più sollevato e dirige lo sguardo al di là del bosco; il suo volto è illuminato dalla luce che proviene dal nostro campo. Si rabbuia e sospira.

Rimango in silenzio, non so cosa dire né cosa pensare per il suo improvviso cambio d’umore.

«Per quanto riguarda la memoria di Clonega, abbiamo un macchinario che ci permette di recuperarla» mi avvisa, impacciato.

«Ah.» Davvero non so cosa dire ora. Perché mi sta dicendo questo? Ho l’impulso di alzare lo sguardo su di lui, ma mi ostino a evitarlo.

«Ayl, devo dirti una cosa» prosegue con una strana voce. Corrugo la fronte, sembra angosciato. Cos’è che lo divora in questo modo? Continuo a vincere la tentazione di alzare lo sguardo.

«A-anche io» balbetto a disagio. È vero. Dopo la chiacchierata con quella ragazza, si è fatto strada il coraggio di fargli delle scuse. Alzo finalmente gli occhi su di lui e vedo che mi guarda sorpreso.

«Va bene! Però, prima, fammi dire questa cosa… è molto importante» esclama, sorpreso, e si avvicina. «Vedi Ayl, a me sta interessando…» inizia a dire, ma lo interrompo, facendo finta di non averlo ascoltato.

Non mi importa che mi dia spiegazioni sulla sua relazione con Kalelhja né tanto meno che le dia proprio a me. Preferisco non toccare più l’argomento, inoltre gli sono enormemente grata per quello che ha fatto: mi ha salvata e tolta da una situazione difficilissima, per questo lo voglio interrompere e chiarire la cosa una volta per tutte. Lo devo fare anche perché, dopo ciò che è accaduto, non voglio trovarmi ancora tra le mire omicide di quella pazza.

Abbasso di nuovo lo sguardo con vigliaccheria. «Dharm, ti ringrazio per poco fa… Mi hai salvato la vita e devo anche porti le mie scuse per oggi pomeriggio» gli dico, senza lasciargli il tempo di andare oltre. «Sono stata una stupida. Mi ero fatta venire strane idee in mente e avevo mal interpretato i tuoi comportamenti» proseguo e sorrido tristemente. È giusto così. Meglio fare un passo indietro. «Se ho detto quelle cose è perché ero rimasta delusa dal tuo comportamento, ma non posso attribuirti una colpa che non meriti» aggiungo e prendo un profondo respiro.

Janek rimane in silenzio per un lungo periodo. Perché non dice qualcosa?

A disagio, distolgo lo sguardo dai miei piedi e lo punto verso le nostre tende che si intravedono nel folto del bosco.

Sospiro e continuo impacciata: «Gradirei che tu dimenticassi una parte del nostro litigio, soprattutto quella che riguarda i miei sentimenti… Inoltre, in me si rafforza il pensiero che meno tempo passiamo assieme e meglio sarà per entrambi» concludo con voce grave e poso, finalmente, gli occhi sui suoi.

Janek mi guarda con un’espressione sbigottita. Mi si stringe il cuore. «Dopo… Dopo quello che ho fatto per te… è questo il modo in cui mi ringrazi?» mormora, incredulo.

Nuras I : I Rapimenti - Le Scelte [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora