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Entriamo nella stanza e, mentre lei richiude la porta, mi siedo sul letto per osservare la mia "obeerean" sotto la luce del lampadario. La preoccupazione per i colleghi di Janek è momentaneamente eclissata. Dopotutto, di cosa dovrei preoccuparmi? Ha detto che risolverà la situazione, perciò mi fido di lui.

«Da quanto tempo lavori per loro?» domando, rompendo il silenzio. Sono risoluta a parlare con lei: voglio provare a raggiungere il mio obiettivo senza farmi vedere da Janek e dagli altri.

Clonega sussulta e si irrigidisce sul posto. Abbozzo un sorriso delicato. «Coraggio, non lo dirò a nessuno!»

Esita, però alla fine risponde: «Da... Da quasi tre mesi.» La sua voce è leggermente imbarazzata e ancora non riesco a capire perché non si tolga il cappuccio, almeno in mia presenza. Ma, forse, è ancora presto per questo.

«E ti sei ambientata subito?» domando, curiosa. La ragazza annuisce con un cenno del capo. «Perché non ti togli il cappuccio?» le chiedo cambiando discorso.

Esita di nuovo. «Mi è stato ordinato di non farlo» risponde, senza abbandonare l'atteggiamento imbarazzato e servile.

La guardo incuriosita. Che strano... Fino a un attimo prima sembrava essere una bambola che si muoveva solo per ordine degli altri - quello che sarei dovuta diventare anch'io, se non avessi avuto queste capacità che mi hanno salvata. Ora, invece, percepisco di nuovo la sua paura nell'infrangere questa regola imposta. Dunque, questi obeerean non sono dei corpi senza anima... Probabilmente, se continuassi a parlare con lei, potrei riuscire a farla ritornare a essere un'umana...

«Parlami un po' di te. Ricordi qualcosa sul tuo passato?» le chiedo con un sorriso rassicurante e le faccio cenno di accomodarsi sul letto, accanto a me.

La ragazza scuote la testa, mentre si avvicina al letto, poi si ferma di scatto, come se si stesse rendendo conto di quello che stava per fare, e indietreggia. «Non posso. Ho l'ordine di non parlare con coloro che sono i nostri creatori» mi avvisa, nel panico.

Sono di nuovo sorpresa: prima la paura e ora il panico. Le sorrido gentile. «Ma non sono io che ti ho creata. Sono prigioniera come te, per cui, se non dovessi più sopportare le ingiustizie a cui ti sottopongono, sfogati con me e non lo verrà a sapere nessuno. È una promessa» la rassicuro con un'espressione seria e sincera.

Lei si limita ad annuire, si inchina ed esce, lasciandomi da sola nella stanza con un'espressione amareggiata.

Sono di nuovo sola, ma non posso farci nulla. È ancora troppo presto per convertire Clonega e farla ritornare a essere una umana.

Mi consolo all’idea che con lei, però, non tutto è perduto: ho intravisto una possibilità di farla ritornare a com’era prima di essere stata rapita e questo mi rassicura per adesso.

Mi dirigo verso la finestra. Fuori imperversa una bufera di neve e non si vede nulla al di là della tormenta, per cui mi dirigo in bagno e mi preparo per andare a dormire.

Ritornata in camera e una volta salita sul letto, mi copro con le coperte. Mi appoggio sul cuscino, sollevata di poter dormire dentro questa stanza anziché nella cella…

Non riesco ancora a credere a quello che mi è successo oggi. È vero che ho rischiato di impazzire, ma questo non giustifica il comportamento disgustoso di quelli… Mettermi alla prova, giocare con i miei sentimenti in questo modo… Quanto desidero potermi vendicare! Quanto desidero poter reagire alle loro cattiverie!

A forza di pensare a tutto questo, mi sento sfinita. Chiudo gli occhi per cercare di rilassarmi, così da poter andare a dormire...

Lentamente vedo emergere di nuovo il volto insanguinato della giovane e bellissima donna dai capelli bianchi e l'uomo che impugna la spada. Ho immediatamente paura e voglio andarmene, ma è come se fossi bloccata.

Nuras I : I Rapimenti - Le Scelte [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora