Epilogo
Manca poco! Manca poco!, mi ripeto per infondermi l'energia che non ho più. Respirare fa male. I polmoni sembrano essere surriscaldati e la gola brucia ed è secca.
Manca poco! Manca poco! Solo un centinaio di metri! Forza!, urlo dentro di me con rabbia.
Il mio piede si impunta, urlo e cado. La mia visuale si sposta velocemente dai portali al terreno, che si fa sempre più vicino.
Porto entrambe le mani in avanti per attutire la caduta. Terra e foglie riescono comunque a entrarmi nel naso e un po' nella bocca.
Sputo e soffio e mi pulisco il viso, mi giro e cerco di divincolare il mio maledettissimo piede incastrato in una radice troppo alzata. Come diamine ho finito per incastrarmi? «Maledizione!» urlo con rabbia mista a terrore. Mi ci accanisco, ma, alla fine, ci riesco e mi lascio sfuggire un gemito di sollievo.
Mi sento toccare la spalla e mi giro di colpo, spaventata. Mio fratello, con occhi angosciati e preoccupati, mi guarda e io annuisco. Sollevato, mi aiuta ad alzarmi. Chiara e Alexis, nel frattempo, urlano angosciate dietro di noi.
Noto con la coda dell'occhio che sono quasi arrivate ai varchi. Manca veramente poco per loro e per un solo istante provo invidia nei loro confronti perché sono così vicine alla nostra meta, mentre noi siamo così irrimediabilmente lontani che mi risulta difficile credere di poterli raggiungere prima che lo facciano i nostri avversari.
Scaccio il pensiero, non posso farmi prendere dal panico proprio ora e torno a concentrarmi. Finisco di issarmi sulle gambe, ma qualcosa va storto, perché sento i muscoli di mio fratello irrigidirsi di colpo e spingermi a terra, dietro di sé.
Trattengo il respiro. Cado di nuovo. Sangue dappertutto: una freccia in carbonio e punta in titanio lo colpisce al petto, trapassandolo da parte a parte.
Gli schizzi mi coprono il viso, mi entrano in bocca. Gli esce un fiotto di sangue dalla sua, mentre questo si espande copiosamente dalla ferita. Si accascia a terra davanti ai miei piedi.
«No... No!» urlo piena di orrore e disperazione, con quanto fiato abbia in corpo, prendendolo per tempo prima che cada al suolo.
Oh, mio Dio! Oh, mio Dio! Oh, mio... No! No! Non ora! Non adesso! Non te! Guardo lui e la freccia incastrata nel suo petto, inorridita. Urlo con dolore e rabbia. Alzo lo sguardo e vedo che l'esercito sta continuando ad avanzare. Il respiro mi si affanna e il cuore batte a mille. I pensieri non riescono a soffermarsi su niente. Sono nel panico. Mi sembra di impazzire.
Torno a guardare mio fratello con gli occhi velati dalle lacrime. Poggio le mani sul suo petto, vicino alla freccia. Ho il terrore di toccarla. Cosa devo fare? Cosa devo fare? «Xhefion, non mi lasciare! Ti prego, non mi lasciare!» singhiozzo, mentre guardo impotente e con disperazione tutto quel sangue che esce da lui.
Sotto di noi, si sta formando una pozza densa e viscida che ci imbratta. Sono consapevole che ciò che gli sto chiedendo sia del tutto inutile. La freccia sta solo allungando di qualche secondo la sua vita. Una volta estratta, lui morirà.
Dannazione! «Dannazione! Dannazione!» urlo in preda al panico, all'orrore e alla rabbia. Non voglio! Maledizione non voglio che finisca così! Lui deve sopravvivere! Deve vivere con me e Chiara, combattere assieme contro il dispotismo di Kyron! Dobbiamo stare tutti e tre insieme! «Xhefion...» sussurro tra le lacrime, la voce strozzata.
Scosto rabbiosamente i capelli che mi cadono sugli occhi. Mi sento imbrattare il viso con il suo stesso sangue e i singhiozzi prendono a squassarmi il petto con più violenza e mi impediscono di respirare.
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Nuras I : I Rapimenti - Le Scelte [Completa]
Science Fiction••• ❄️ Terza classificata nel NecSharing Contest di Giuli2hope ❄️ ••• ••• ❄️ Seconda classificata nel terzo turno del contest Nuovi Talenti 2019 nella categoria Fantascienza ❄️ ••• Ayl Caludio è una ragazza orfana di diciotto anni che vive con i suo...