11

179 21 104
                                    

11

Ax mi fa scendere di altri due piani e percorriamo un corridoio all’aperto con una tettoia che ripara dalle intemperie. Nel frattempo, mi spiega un po’ la storia di questo posto: l’edificio era abbandonato, ormai, da diversi anni, fatiscente e pericolante, ma questo non li ha fermati. Loro, infatti, si sono assicurati di farlo sparire da qualsiasi documento prima di prelevarlo e ristrutturarlo dalle fondamenta: un lavoro che per noi terrestri sarebbe durato anni, per loro è durato meno di un mese con le tecnologie super elevate che possiedono. Dopodiché, hanno messo in sicurezza questo posto e hanno proseguito con le costruzioni, ampliando l’edificio e costruendone altri, ottenendo così un complesso articolato e super attrezzato.

La spiegazione termina quando giungiamo davanti a una porta con i vetri neri che scorrono automaticamente appena passiamo nelle vicinanze della fotocellula.

Giungiamo davanti a una porta con i vetri neri che scorrono automaticamente appena passiamo nelle vicinanze della fotocellula.

La palestra è enorme: ci sono diverse parallele; muri da scalare; anelli da acrobata; una piscina per sviluppare maggiore agilità nell'acqua; un enorme percorso ad ostacoli a più livelli e, per finire, anche varie zone in cui si possono fare combattimenti simulati o sfide vere e proprie. È un'accozzaglia di palestre frequentata da esseri dalle più svariate forme e colori che combattono tra di loro in una lotta simulata sia col corpo che con le armi.

Rimango a guardarli imbambolata. Poi Ax mi riporta con i piedi per terra con il suo solito modo di fare brusco. «Forza, entra!» sbraita e mi spinge per farmi muovere. Cerco di controllarmi e di non lanciargli uno sguardo astioso per non avere problemi.

«Chi è? Una nuova recluta?» domanda, all'improvviso, un ragazzo non molto lontano da dove siamo noi.

Mi volto e lo fisso incuriosita. Dal suo aspetto giovane suppongo che sia loro coetaneo. Lui è come Janek, Ax, Alex e me per aspetto umano. Ha gli occhi di un celeste chiarissimo e i capelli sono di un blu elettrico acceso, ha due chiazze triangolari con la punta rivolta verso il basso, una per guancia, dello stesso colore dei capelli e gli partono da sotto lo zigomo fino ad arrivare alla mandibola. Mi chiedo se siano un tatuaggio o se una caratteristica della sua pelle.

Ci raggiunge e gli noto uno sorriso malizioso stampato in faccia. «Già si è messa in mostra? Incredibile» commenta con un sorriso sghembo, dopo aver notato le mie ferite.

Corrugo la fronte, perplessa. Stranamente non sembra provare alcuna repulsione per me e mi sorge il dubbio che non mi abbia ancora riconosciuta. Ma allora perché parla la mia lingua? Deve almeno sapere che non so parlare la loro... Forse è stato imposto a tutta la base.

«No, è stato Gharb a battezzarla» risponde Ax e lo saluta con una pacca amichevole sulla spalla.

«Già, lui non ci va leggero con le reclute, nemmeno con le ragazze» risponde e scuote la testa con fare esasperato, poi si gira e mi squadra per bene dalla testa ai piedi e viceversa. «Comunque, sotto tutti quei lividi, devo ammettere che è carina! Particolare e molto più carina di quanto mi aspettassi!» esclama, tornando a guardare Ax senza smettere di sorridere. Mi vengono i brividi per il modo in cui continua a scrutarmi. «Me la lasci per un po'? Ho in mente alcuni giochetti che potrei fare con lei...» prosegue, senza distogliere lo sguardo da me.

Il mio cuore ha un sussulto e inizio a sudare freddo. Incrocio automaticamente le braccia al petto e lo osservo con astio. Nonostante il mio nervosismo, non posso fare a meno di soffermarmi sui suoi capelli e pensare che con la cresta ha un aspetto molto più umano. È un taglio che ho visto a molti ragazzi: una cresta corta, neanche troppo pronunciata.

Nuras I : I Rapimenti - Le Scelte [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora