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Chiedere informazioni in giro è molto più complicato di quanto potessimo pensare: nessuno sembra conoscerla o quanto meno sa in quale determinata zona viva. Questa ragazza è veramente un mistero e l’impresa di trovarla mi sembra sempre di più insormontabile, così come il mio ritorno a casa è sempre più irraggiungibile. Inoltre, verso l’ora di pranzo iniziano a esserci numerosi soldati e Persecutori, per cui dobbiamo essere guardinghi e cercare di non attirare l’attenzione su di noi.

Nel primo pomeriggio, ritorniamo alla piazza centrale e ci sediamo sconsolati su uno degli scalini della fontana. Osserviamo in silenzio il via vai delle persone e sospiro rassegnata.

«Dai, adesso ritorniamo al campo, poi, tra due giorni, ritorneremo al paese e la cercheremo di nuovo, okay?» dice Xhefion, cercando di tirarci su di morale.

Due giorni… Ce la farò mai ad andarmene da qui, prima che arrivi il loro fantomatico principe? Mancano solo quattro mesi e mezzo prima del suo arrivo e penso che da questo momento in poi la ricerca di Alexis sarà, almeno per me, una vera e propria corsa contro il tempo. Mi sento deprimere e divorare dall’ansia. Quattro mesi passano in fretta, spero di riuscire a trovarla entro questo tempo.

Janek appoggia l’idea del nostro amico, così ci alziamo e ci incamminiamo per il sentiero boscoso.

Arriviamo al nostro spazio e ci fermiamo, guardando il posto, attoniti. «Ma che diavolo è successo qui?!» esclama Janek, sconvolto.

Il tavolo e le panche sono distrutte, le nostre tende rotte e le provviste sparse sul terreno. Il nostro campo, completamente raso al suolo, è diventato un luogo raccapricciante. Ho un brivido di paura.

«Chi può aver mai fatto una cosa simile?» domanda Chiara, allibita, eco dei nostri pensieri. Si dirige verso la tenda che abbiamo in comune e inizia a rovistare in cerca delle cose che si sono salvate.

Mi avvicino lentamente a lei per aiutarla. Non ho portato con me oggetti di valore, come se potessi mai averne qualcuno, tuttavia recuperiamo qualche maglia e un paio di pantaloni e li infiliamo dentro uno zainetto.

Xhefion, invece, corre verso le sue cose e inizia a rovistare frenetico. Trova qualcosa e sembra essere sollevato. Se li mette dentro il suo marsupio con un’espressione nera. «A quanto pare il nostro scherzo non è piaciuto… Bastardi, potevano evitare di arrivare a tanto!» esclama, irritato, mentre ci raggiunge per darci una mano a raccogliere i pezzi.

«Lo so e non possiamo farci nulla. Finiamo di raccogliere le nostre cose e andiamo a chiedere ospitalità a loro» decide Janek, rassegnato.

Ci blocchiamo e lo guardiamo increduli. «Ma, Jay, loro ci hanno distrutto il campo! Come possiamo stare con quelli là?» esclama Xhefion. Io e Chiara restiamo in silenzio ad ascoltare la sua risposta.

«Proprio perché abbiamo il campo distrutto, non mi sembra il caso di rimanere a dormire qui, senza nemmeno un qualcosa che ci copra per la notte. Inoltre, non abbiamo più neanche il cibo» spiega Janek, mostrando una calma incredibile. Restiamo in silenzio, riflettendo sulle sue parole, così aggiunge con un sorriso tirato: «Andiamo da loro e fingiamo di essere convinti che siano stati dei terrestri che non avevano di meglio da fare che rompere le cose degli altri per divertimento» e si incammina per il sentiero che conduce all’altro campo.

Io, Xhefion e Chiara ci guardiamo esitanti, poi mio fratello scuote le spalle con un movimento rapido e si affretta a raccogliere le sue cose, compresa la tenda rotta, per poi raggiungere Janek, pronto a inscenare la farsa.

Con Chiara, arrivo al campo avversario poco dopo di Janek e Xhefion.

«Cosa vi è successo? Avete una faccia!» esclama la serpe, proprio nel momento in cui stiamo uscendo dal bosco. Ha un’espressione di falsa preoccupazione e si appiccica a Janek come una cozza.

Nuras I : I Rapimenti - Le Scelte [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora