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Per mia fortuna, è Clonega che mi raggiunge e mi spiega che anche lei non ha voglia di stare in compagnia con quella smorfiosa. Inoltre, a detta sua, rimarrà nel nostro campo ancora per un bel po’ a chiacchierare – o  meglio flirtare – con lui, per cui è meglio non assistere a certe scene nauseanti, per non dire irritanti.

Simula, poi, un conato, infilandosi due dita in gola. Scoppio a ridere divertita per questa sua complicità e per questo suo lato così umano e lei ricambia con altrettanta spontaneità.

Sono davvero felice di essere riuscita nel mio intento e sono contenta che un aiuto me l’ha dato anche Xhefion, che si è divertito parecchio a infrangere le regole, entrando, così, nel gruppo dei sovversivi. Forse, è anche per questo motivo se i due miei amici si sono avvicinati così tanto.

Ci avviamo verso il cuore del bosco parlando del più e del meno, come se fossimo amiche che si conoscono da una vita ma che non si vedono da tanto.

«Perché non mi fai vedere il tuo vero volto?» le chiedo, a un certo punto, riprendendo quel discorso spinoso avviato un po’ di tempo fa.

Quella volta, lei mi rispose servilmente che le era stato imposto il divieto di farlo e così non ho più potuto riprendere la questione. Inoltre, era ancora presto e Clonega non era ancora in grado di ragionare da sola. Ora le cose sono cambiate, senza contare che, al momento, siamo da sole. Perciò, perché non approfittare prima di ritornare al campo?

Esita. «Ayl, non so se sia una buona idea…»

«Dai, non lo dirò a nessuno e non farò scenate pericolose a Janek o a Xhefion o a chicchessia!» la prego con un tono implorante.

Lei mi osserva per qualche secondo. Come sempre, mi chiedo come faccia a scrutare il mio sguardo da sotto il cappuccio.

Le faccio gli occhioni dolci per convincerla. «E va bene! Quando ti ci metti sei essere davvero insistente!» sbuffa e ritorno a mostrarle un ampio sorriso, soddisfatta ed euforica.

Scosta il cappuccio con un movimento rapido,  mostrando finalmente il suo volto: la sua pelle è olivastra; gli occhi, invece, sono di un verde intenso e i capelli di un castano chiaro. Ha dei lineamenti delicati, con delle ciglia lunghe e nere. È davvero una bella ragazza.

La osservo per qualche altro istante e corrugo la fronte. Mi sembra… La guardo con più attenzione. Perché mi sembra di averla già vista? Ma dove? È troppo familiare…

«Che hai?» chiede a disagio.

Ho un flash: un volto di una ragazza scomparsa, la deposizione di un’amica letta nel notiziario della sera, seguita da una strana manifestazione e da un terremoto che spaventò me e la mia famiglia. Ma ancora prima… Prima ancora che tutta questa storia iniziasse a farsi evidente… ricordo me stessa urtare involontariamente la spalla della stessa ragazza dentro la metro, mentre cercavamo entrambe di rimanere aggrappate ai pali, a causa dei posti occupati e della moltitudine di persone in piedi che ci schiacciava come sardine… Ci mettemmo a ridere e a chiacchierare, ma quando giunse la sua fermata lei se ne andò con un semplice “ciao” per poi perderci per sempre… No, non è possibile… Chiara…

Possibile che non l’avevi riconosciuta quando hai visto la sua foto?”, chiede Eco, confusa e, allo stesso tempo, anche sorpresa come me per l’incredibile scoperta.

No, erano passati molti giorni da quell’incontro e deve essermi passata di mente, ammetto, sentendomi, però, in colpa.

«Ayl!» urla la voce inferocita di Kalelhja.

Mi sento contorcere lo stomaco e guardo la mia amica spaventata e senza voce: se dovessero scoprire che lei ha mostrato il suo volto, verrebbe punita severamente. In alcuni casi, sono arrivati perfino a uccidere l’obeerean “colpevole”.

Fortunatamente, Clonega, o meglio dire Chiara, ha più sangue freddo di me e si copre immediatamente il viso col cappuccio.

E ora che vuole questa?”, borbotta Eco, infastidita e, allo stesso tempo, preoccupata.

«Cosa sta succedendo qui?» domanda la vipera rossa, squadrandoci con sospetto, solo dopo averci raggiunte.

«Nulla! Perché?» tossisco per mascherare il mio tono di voce e per cercare di nascondere il mio stato spaventato e turbato.

I suoi occhi diventano due piccole fessure. «Hai una faccia…» commenta, sospettosa.

«Mi hai spaventata, tutto qui. Eravamo sovrappensiero» mi affretto a spiegare con una risatina nervosa. «Comunque, come mai mi stai cercando?» domando, assumendo, ora, un’espressione più naturale. La sua presenza qui non promette nulla di buono…

«Devi stare alla larga da me e da lui, hai capito? Altrimenti, ti posso assicurare che non avrai vita facile e, se continuerai, posso giurare su me stessa che ti ucciderò con le mie mani» sibila, prendendomi per il bavero della maglietta.

«Ehi! Ehi! Calmati! Non c’è bisogno di arrivare subito alle mani! L’ho capito! Lascerò in pace sia te che lui!» rispondo alterata, mentre me la stacco di dosso.

La presa della rossa diminuisce e indietreggia di qualche passo per ricomporsi alla svelta. «Bene» esordisce, soddisfatta.

Stronza, vipera, malefica… «Però…» dico e il suo sguardo diventa di fuoco. Le faccio un gesto per intimarle la calma e poi proseguo: «Ti chiedo solo di darmi lo spazio necessario per lavorare con lui. Sono nel suo stesso gruppo e per questo non posso stargli alla larga. Devo ricevere le direttive da lui, visto che è il leader» mi affretto a spiegare in modo serio, mentre sistemo la maglia sgualcita. Vediamo come reagisci.

Kalelhja mi osserva intensamente, valutando la mia richiesta, ma, alla fine, devo ammettere che è ragionevole e accetta. «Mi sta bene. Però, quando vi darà il tempo libero dovrai stargli il più lontana possibile, siamo intesi?» dice, ritornando alla carica con fare minaccioso e puntandomi contro l’indice.

Ora ti faccio vedere io dove te lo ficco ’sto dito!”, sbraita Eco in modo volgare. Una volta tanto, sono io a rabbonirla e a dirle di aspettare il momento giusto.

Annuisco impassibile e lei, di nuovo soddisfatta, se ne va con passo fiero. Ma, appena il tornado rosso si allontana, riscendo presto alla depressione, pensando a come abbia avuto Chiara sotto il naso tutto questo tempo senza nemmeno accorgermi di una qualche somiglianza con la ragazza della foto.

Ayl, non potevi saperlo. Lei è stata col viso coperto fino a ora!”, mi fa giustamente notare.

Mi rabbuio. Sì, però…

«Tutto a posto?» sussurra Chiara e mi tocca la spalla.

Alzo su di lei uno sguardo smarrito. Lei è stata la prima a farci scoprire la loro esistenza ed è per colpa mia se è stata catturata… A causa mia e della mia stupida scia che le si è in qualche modo attaccata.

Vedo che Chiara sta iniziando a preoccuparsi, così mi stampo in viso un sorriso falso e tranquillo. «Sì, sì!» rispondo, sbrigativa. Tuttavia, prima che possa chiedermi qualcos’altro, o che possa scoprire che le sto mentendo, aggiungo: «Torniamo al campo» e mi avvio per prima per il sentiero inverso. Lei mi segue subito dopo, in silenzio.

Nuras I : I Rapimenti - Le Scelte [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora