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Vedo la sua reazione prima che lei possa parlare. Le sue mani si rilassano rapidamente, anzi si aprono di scatto per la sorpresa. «La ragazza scomparsa?» esclama, incredula, facendomi alzare lo sguardo su di lei.

Ogni sentimento negativo che aveva nei miei confronti sembra essere svanito come neve al sole non appena ha sentito pronunciare il mio nome.

Annuisco e lei esclama di nuovo, stupita. Mi osserva attentamente per cercare di ricordare, forse, il volto di una mia qualche foto mandata in onda al telegiornale.

Nei suoi occhi vedo la curiosità divorarla e capisco che mi vorrebbe fare mille domande, ma decide di partire dagli eventi più recenti e, forse, più importanti: «Come hai fatto a fuggire?»

«Non sono fuggita. È complicata la mia storia…»

Lei annuisce, comprensiva, e si alza per condurmi in una stanza accanto, che scopro essere la cucina.

Senza chiedermi altro, la vedo preparare un vassoio con sopra due bicchieri e una brocca di tè fresco al limone. Nel frattempo, mi metto seduta su una sedia e aspetto che abbia finito.

Non appena ha terminato di preparare, poggia il tutto sul tavolino e si accomoda davanti a me. I suoi occhi brillano di curiosità. «Raccontami tutto» mi chiede e mi porge un bicchiere con il tè.

Lo prendo e lo porto verso di me, guardando con attenzione il liquido al suo interno come se fosse la cosa più interessante di questo mondo. Nello spostamento, i cubetti di ghiaccio hanno cambiato posizione.

Da dove iniziare? Sospiro. Suppongo dall’inizio: è il modo migliore per cominciare una storia, qualunque essa sia…

Prendo un sorso e lo assaporo: è veramente buono ed era da moltissimo tempo che non bevevo una bibita così dissetante. Mi sento quasi sopraffatta dall’emozione, ma schiarisco la gola e inizio a spiegarle tutto quello che è successo da quando mi sono svegliata in quella cella, delle torture che ho dovuto subire…

Le racconto dei giorni in cui mi hanno lasciata senza cibo perché avevano preso la decisione di trasformarmi in una obeerean e di come gli ho fatto cambiare idea non appena ho manifestato le mie capacità.

Le spiego della promessa che io e Janek ci siamo fatti per via delle mie capacità. Le dico ogni cosa: dello scontro con Kalia e anche del mio crimine, seppur sia costretta a riprenderlo più volte perché divorata dai singhiozzi. Non tralascio nulla, tutto ciò che c’è da sapere glielo dico.

Nel frattempo, Alexis rimane ad ascoltarmi in silenzio. Quando termino, il suo volto si fa tetro. «Per tutto quel tempo stavano cercando te?» sussurra con un’espressione atterrita.

Annuisco con aria mesta e un po’ sorpresa perché mi ero convinta che mi facesse altre domande e non questa. Forse, non ritiene importante il fatto che abbia tolto una vita. Però, a pensarci bene, è stata proprio Eco a dirmi che questa è una guerra…

«Ma sono così enormi le tue capacità?» chiede, tra l’incredulità e la curiosità.

«Non conosco a fondo il mio limite, però Janek mi prelevò un campione del mio sangue e lo mise dentro un vetro di Surhua per capire quali capacità avessi, e, una volta svelate, mi chiese di mostrarle solo in minima parte perché temeva che Deimon potesse farmi qualcosa di spiacevole… Inoltre, durante un esperimento, a cui mi ci sottoposi volontariamente, feci esplodere la stanza in cui mi trovavo senza volerlo. Le mie capacità erano come impazzite» rispondo, guardandola con serietà.

«Non aveva tutti i torti, allora, a temere questo futuro! Sebbene sia un nemico, devo ammettere che è molto saggio per la sua età… o forse parlava per amore» dice e mi guarda maliziosa. Divento un peperone nel ricordare i discorsi che facemmo due settimane fa.

Nuras I : I Rapimenti - Le Scelte [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora