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Mi giro lentamente verso di lui e lo guardo terrorizzata e preoccupata. «Ti prego, non dirmi che scendiamo dalla finestra...» sussurro, senza nascondere la mia angoscia.

Scoppia a ridere per la mia espressione, mentre spegne la luce. La stanza, ora, è illuminata solamente dalla pedana.

Lo guardo perplessa, mentre lo vedo andare verso la Kawasaki di quest'anno, nera lucida, appendere il casco del manubrio e salire sulla sella per continuare a osservarmi. Il suo volto è illuminato dal basso, facendolo sembrare una statua.

Alza la sua mano verso di me e la apre. Vuole che l'accetti e io non lo deludo: mi avvicino a lui esitante e l'afferro imbarazzata. «So che sei molto coraggiosa, ho visto ciò che è successo in mensa con Ax, questo pomeriggio» confessa, mostrando modi tranquilli.

Sbianco e sgrano gli occhi. «Ci hai sentiti?» mormoro. Annuisce con un cenno della testa e inizio a sudare freddo. «Devo aspettarmi una qualche punizione?» sussurro, tesa.

Si acciglia per un attimo, poi abbassa lo sguardo e sospira, come se fosse rassegnato. Rassegnato di cosa? Torna a guardarmi e scuote la testa sorridendomi sincero. «No. Questa volta lascerò correre perché mi ha interessato quello che hai detto. Fai bene a non avere paura di esporre i tuoi pensieri e a non farti mai sottomettere dagli altri, ma, la prossima volta, non perdere di vista il luogo e le circostanze in cui ti trovi.»

Annuisco in silenzio. In queste parole ci sono più rimproveri che altro. Però, ha ragione: nello stato in cui mi trovo non mi è possibile prendere tutte queste libertà, come ho fatto nel pomeriggio. Se voglio che loro si fidino di me e mi ritengano "degna" di svolgere la missione - qualunque essa sia - devo fare buon viso a cattivo gioco. Inoltre, anche se con Janek mi sento stranamente libera di parlare, devo sempre tenere in mente ciò che lui rappresenta.

Janek sorride gentilmente, poi mi lascia la mano e si posiziona sulla sella della moto, accendendo il quadrante. Il motore parte e nella stanza risuona un rombo sordo, scoppiettante.

«Allora, vogliamo andare?» mi domanda con un'aria di sfida. Mi lascio scappare un sorriso sincero e stranamente divertito dal suo modo di fare. Faccio per avvicinarmi e salire, ma mi blocco con il respiro mozzato. Sono comunque terrorizzata per quello che ha in mente. Il suo sorriso diventa più dolce, vedendo nei miei occhi il mio stato d'animo. Forse ha capito che per me è un po' troppo. «Non moriremo, fidati di me.»

Esito e quasi mi viene da ridere a questa affermazione. Ah, certo! Allora è tutto a posto! Ci butteremo da una finestra all'ultimo piano e non moriremo! Proprio come nei film d'azione. Bene!

Stringo le labbra in un'espressione accigliata. «Come faremo a non morire? Ci stiamo praticamente catapultando dalla finestra dell'ultimo piano!» ho finalmente l'audacia di domandare.

Lo sento ridere sommessamente, poi si gira verso di me. Le mie guance vanno a fuoco per l'umiliazione l'imbarazzo. «Dimentico che tu sei nuova in questo mondo» si scusa, ma continua a ridere. Lo guardo infastidita. Bel modo di scusarsi.

Nota il mio sguardo e smette subito di sorridere, assumendo un'espressione rammaricata. «Scusami, davvero» mi dice. «Non moriremo perché userò la mia capacità: posso usare la forza gravitazionale a mio piacimento.»

Inspiro l'aria sorpresa, allargando gli occhi affascinata. Che figata! «E come la sfrutti?» gli chiedo, incuriosita.

Sulle sue labbra vedo spuntare un sorrisetto impertinente e strizza l'occhio. «Hai solo un'opportunità per scoprirlo» dice e tende una mano verso di me.

Nuras I : I Rapimenti - Le Scelte [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora