54

«Ayl…» sussurra a un certo punto Ryan, preoccupato e dispiaciuto.

Mi riscuoto dal torpore e mi volto per osservarlo. Rimango in silenzio e poi annuisco con un cenno della testa.

«Scusami per prima…» dice, desolato. Mi limito ad annuire per rassicurarlo. «Che cosa hai intenzione di fare?»

Mi sento svuotata. Per l’ennesima volta mi hanno in pugno e io non posso fare altro che rassegnarmi all’idea di non poter raggiungere e assaporare mai la mia libertà. «Andarci, ovvio» sussurro con un nodo alla gola.

Sussulta. «Cosa? Ma sei impazzita?» esclama.

«È la mia famiglia» gli rispondo con la voce che sa di pianto, ma non mi ascolta affatto perché mi parla sopra.

«Ayl, devi scegliere! Non puoi tenere il piede su due staffe! O vai da loro e diventi come loro o li combatti!» urla. Sembra un pazzo, ma comprendo che è veramente preoccupato e furioso.

Rimango in silenzio per un po’, con lo sguardo rivolto a terra, aspettando che abbia finito di urlare in questo modo e che abbia finito di sfogare su di me la sua frustrazione. Dovrei essere io a sfogarmi e non lui. Mi sento infastidita dal suo modo di fare, ma so che non serve a niente rispondergli a tono.

Prendo un profondo respiro e torno a guardarlo. «Ryan, è la mia famiglia. I miei zii sono i miei genitori. Non puoi chiedermi di metterli in pericolo ulteriormente, scegliendo di combattere i nemici. Così peggiorerei solo le cose e li farei uccidere» gli spiego con la voce più calma e decisa. Opprimo il pianto in gola pensando a questa eventualità.

Ryan mi guarda come se fossi impazzita, si alza e inizia a correre, prendendo il sentiero che conduce alla casa.

«E adesso dove stai andando?» esclamo a voce alta, sorpresa dal suo atteggiamento.
«Vado a dirlo agli altri!»

Rimango a guardarlo andare via senza replicare e mi lascio sfuggire un sospiro rassegnato.

Che cosa hai intenzione di fare, adesso?”, domanda anche lei, preoccupata.

Col pensiero, erigo davanti a me una lastra di ghiaccio e vi poggio una mano per metterla dentro.

Shaeyvra mi guarda sbalordita per quello che sono riuscita a fare, mentre io non mostro alcun tipo di espressione. Le spiego in poche parole quello che sicuramente accadrà. «Ryan li raggiungerà e spiffererà tutto; gli altri verranno qui e cercheranno di farmi desistere dalla decisione che ho preso.» Rimango nuovamente in silenzio, con la testa affollata da mille idee contrastanti e pericolose per me e per la mia famiglia. Porto la mano sulla testa e stringo i capelli nervosamente. «Che casino!» esclamo, esasperata.

«Perché non chiami Alexis?» propone con uno sguardo dolce e triste. La sua voce si disperde nell’aria come un’eco lontana, similmente a ciò che avviene nella mia testa quando parliamo. È per questo motivo che le avevo dato il nome di Eco.

Scuoto la testa energicamente. «Non posso, la metterei in serio pericolo e i Nahass non permetterebbero mai né a me né a lei di fare cose così avventate, lo sai» sospiro, amareggiata.

«Perché, allora, non chiedi a Lien di costruire un automa e mi ci metti dentro assieme la scia di Alexis?»

Alzo un sopracciglio, perplessa. «Costruire un automa-ospite in così poco tempo? È materialmente impossibile per Lien. Per una cosa così complessa le ci vorrebbe minimo un mese, senza contare che deve fare le prove direttamente con te» ribatto e scuoto la testa. Mi riscuoto per un altro pensiero. «Senza contare che loro hanno i secux e gli Slumor, ricordatelo. Quelli sono cacciatori di scie e capiscono subito la verità. No, rimarrai al mio interno, almeno, così, sarai più al sicuro» aggiungo per avvalorare ancora di più la pericolosità della sua idea, mentre porto un dito alla tempia per farle notare quale sarà il suo luogo sicuro.

Nuras I : I Rapimenti - Le Scelte [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora