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Non faccio nemmeno in tempo a finire il terzo giro che sono costretta a fermarmi per riprendere fiato. "Schiappa!", ridacchia Eco, divertita.

«Dai, non credevo che fossi messa così male!» esclama Xhefion, schernendomi. «Schiappa!»

Non mi dire che ti ci metti anche tu! Mi lascio scappare una risata divertita e, allo stesso tempo, imbarazzata. «Non ci posso fare niente. Sono più di tre mesi che non mi tengo in forma» rispondo in tono di scusa e cerco di vincere la tentazione di guardare di sottecchi l'espressione di Axael.

«Beh, effettivamente, non ci avevo pensato...» interviene Janek, raggiungendomi con un'espressione mortificata.

Sento le guance avvampare per l'imbarazzo. Mi rendo conto che sto facendo più volte la parte della vittima nel far notare a loro la mia situazione... o meglio, so di esserlo e a buon ragione dovrei farlo presente quando danno per scontato molte cose, ma temo che a lungo andare potrebbe risultare fastidioso... Forse dovrei ridimensionarmi, giusto un pochino...

«Allora facciamo così,» esordisce Janek. «prima finiamo di fare due giri di riscaldamento, dopodiché passiamo subito con gli allenamenti.» Mostro un'espressione sorpresa ed euforica. La sua, però, si fa immediatamente seria e alza l'indice per indicarmi. «Però, mi devi promettere che da domani farai sempre un giro di corsa intorno all'edificio. L'orario lo scegli tu e avrai sempre me o Xhefion al tuo fianco» aggiunge e mi porge una mano, mentre mi mostra un sorrisetto furbo.

Sorrido timidamente e allungo la mano per stringerla. «Okay, ci sto.»

"Non vorrei interromperti proprio sul più bello, ma tanto lo farò comunque: ti ha fregata, ragazzina", sghignazza Eco per poi scoppiare a ridere come una pazza. Se prima provavo una sensazione di imbarazzo, adesso ho solo una forte emicrania. Mi schiarisco la gola per cercare di non far trapelare nulla.

Dopo questa veloce pausa, riprendiamo a correre per portare a termine i giri di riscaldamento che Janek ha richiesto. Sono stremata e sudata rispetto ai tre ragazzi che non hanno nemmeno un cenno di affanno.

Mentre Janek e Xhefion si posizionano al centro della palestra, Axael si va a sedere contro il muro, in un angolo.

Janek richiama la mia attenzione indicandomi un posto poco distante dalla loro postazione, così da potermi sedere e osservare e studiare le varie mosse che di qui a poco mi dovranno mostrare.

«Partiamo dal presupposto che un pugno, può cambiare in base alla posizione della mano durante il combattimento. Esistono i ganci, pugni laterali, tirati a cortissima distanza per colpire i lati del viso dell'avversario, infine i montanti che sono utili per colpire sotto il mento dell'avversario. Oltre ai pugni c'è anche l'uso delle gambe» inizia a spiegare con serietà. Eseguo un cenno con la testa per farlo proseguire. «Ora ti spiego le varie mosse. Innanzitutto, c'è la classica guardia a mani nude» mi informa e mi fa vedere la posizione da guardia: piedi larghi, ma non troppo, ginocchia leggermente piegate, peso leggermente sul piede anteriore e posizionato sul lato forte con le mani chiuse a pugno all'altezza dello sterno. «Da questa posizione dobbiamo essere in grado di eseguire tutti gli spostamenti del corpo per evitare i colpi o per impostare i nostri, sia che siano d'attacco sia che siano di risposta... Gli avambracci diventano, così facendo, i nostri scudi, con i quali possiamo anche deviare i colpi avversari. Inoltre, con determinate tecniche possiamo proteggere una porzione del nostro corpo fin dove è possibile. La guardia, tuttavia, non è considerata solo una posizione di difesa, ma è ideale per i nostri attacchi. Il braccio in avanti è lì per deviare, ma è pronto anche a tirare dei diretti al naso dell'avversario» spiega e mostra qualche diretto verso Xhefion, il quale lo blocca prontamente e lo lascia andare con altrettanta rapidità. Osservo tutto con interesse.

«Ora passiamo alle tecniche: innanzitutto, c'è il pugno diretto. Il corpo è completamente profilato dietro al pugno, vedi?» dice, mentre mostra lentamente come si deve fare. Solo la parte poco sotto le nocche colpiscono, per così dire, il volto di Xhefion. «Poi c'è il pugno a martello, tecnica molto efficace che sfrutta la potenza dell'estensione dell'articolazione del gomito e la parte esterna della mano, ovvero quella che si collega al mignolo» spiega e mostra un altro esempio, prendendo come cavia sempre quel poveraccio di Xhefion. Mi lascio scappare una risata divertita dalla faccia del mio amico e anche Janek si lascia andare.

«Poi c'è il classico gancio, molto efficace, che colpisce di norma la parte della mandibola dell'avversario. Naturalmente, deve essere molto stretto e veloce perché sono state sviluppate centinaia di tecniche per bloccarlo» spiega, mantenendo sempre un tono pragmatico. «Ora ti facciamo vedere prima senza la difesa di Xhefion e poi con quella» mi avvisa, prima di prepararsi e sferrare un gancio destro sempre con lentezza. Xhefion rimane fermo senza battere ciglio. Quando viene colpito, però, finge di agitarsi e indietreggia con la stessa lentezza per poi cadere a terra.

Scoppiamo tutti a ridere, perfino Axael non riesce a trattenersi. Janek, continuando a sorridere, lo aiuta ad alzarsi, ma assume di nuovo una maschera seria e concentrata prima di sferrare un altro gancio. Sussulto. Questa volta lo esegue velocemente, ma Xhefion, preparato, lo intercetta e gli blocca il braccio rigirandoglielo dietro la schiena, per poi lasciarlo andare.

Trattengo il respiro, meravigliata. È impressionante vedere con quanta velocità il primo abbia dato il pugno e con quanta altrettanta velocità Xhefion sia riuscito a pararlo e a bloccarlo.

Dopo questa breve presentazione, Janek ritorna a spiegarmi le altre tecniche e mi mostra una serie di mosse contro Xhefion: nelle prime con lui fermo e nelle successive con le sue difese e contrattacchi.

Come mi ha fatto ricordare Eco, io avevo già assistito e partecipato ad allenamenti simili con mio nonno, un po’ per ottenere dei crediti i scolastici in più e un po’ perché servivano alla mia difesa personale… Infatti, ricordo  che, dopo che fui salvata da quelli che poi divennero gli amici miei e di mio cugino, volli imparare a difendermi da sola e mio nonno mi aiutò presentandomi un insegnante che mi diede le basi per la difesa personale. Purtroppo, però, si trattò di una sessione della durata di un mese, ma a quel tempo bastò per darmi sicurezza. Che poi era il reale scopo di quelle sessioni.

Ora sono passati un bel po' di anni da quegli allenamenti, perciò una bella ripassata sulle varie tecniche non mi farà male. «Per quanto riguarda i calci, invece?»

Janek mi guarda sorpreso e poi sorride compiaciuto. «Sono pochi e semplici, ma, se usati correttamente, risultano essere fondamentali per bloccare l'avversario» risponde. «Sono più che altro diretti alle articolazioni del ginocchio dell'avversario o comunque per fargli sbilanciare l'equilibrio» spiega e inizia a elencare le diverse cose che potrei fare, mostrandomi, anche qui, altri esempi diretti con Xhefion partecipe. «Infine, Ayl, ci sono le aperture, che si notano quando l'avversario è disattento o quando c'è un punto debole nella tecnica di combattimento dello stesso. Sono le classiche tecniche insegnate in base a una minaccia specifica che mirano a terminare lo scontro nel più breve tempo possibile... ovviamente a nostro favore» dice con un sorriso furbo, riuscendo a strapparne uno anche a me. «La minaccia che prendiamo in esame, ora, è il classico diretto destro. Per esempio, con questa tipologia deviamo leggermente verso l'alto il pugno e l'avambraccio, girando in senso orario o antiorario. Immediatamente, afferriamo con la mano libera il pugno dell'avversario e successivamente gli tiriamo il braccio, mentre quello libero colpisce e spinge, così!» dice e lo mostra con la partecipazione sempre attiva di Xhefion. «Bene, detto tutto questo, adesso vieni tu!» esclama, smettendo di torturare il mio amico e guardandomi con un sorriso incoraggiante.

Sbianco. Cosa? Oh, cavolo... Non mi aspettavo di iniziare proprio ora! Lo guardo spaventata e balbetto delle scuse, anche se poco credibili, per ritardare il supplizio. Janek ride divertito, anziché irritarsi.

«Non fare la sciocca! Non combattiamo ora! Prima devi provare le posizioni, impararle e farle tue!» interviene Xhefion, ridendo anche lui.

Storco la bocca con disappunto. Vorrei poter controbattere, ma so che non posso permettermi di rifiutare. Perciò mi alzo, mio malgrado, e mi incammino verso di loro con il cuore e la testa nel panico. Mai, in tutta la mia vita precedente alla cattura, avrei potuto pensare che mi sarei dovuta cimentare nelle arti di combattimento per poter sopravvivere in un scontro con dei nemici in carne e ossa.

Nuras I : I Rapimenti - Le Scelte [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora