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[Emma]

Sono scombussolata al massimo. Il sole punge forte sulle mie palpebre e piano piano le apro. Ho una felpa addosso e basta, sono dentro una macchina e ho la testa posata su qualcosa di non perfettamente comodo. Sussulto quando mi volto e vedo Ste seduto che riposa. Ero sulle sue gambe. Spalanco gli occhi svegliandomi perbene e riconnettendo la testa. Stanotte abbiamo fatto sesso qui e qui ci siamo addormentati. Se devo essere sincera è stato il sesso più bello di sempre, quello che in realtà ho sempre cercato ma mai trovato. Ho solo trovato scopate dove non arrivavo mai al piacere a causa del mio lavoro. Stefano è stato diverso da subito e stanotte ho provato cose che vorrei riprovare presto. Mi è piaciuto così tanto che non so se mi basterà ciò che è gia successo. Afferro il mio telefono notandolo a terra e trovo tantissime notifiche e messaggi da parte di Fra. Sono le undici, cazzo: Niccolò! Entro immediatamente nelle chiamate senza leggere nessun messaggio e chiamo Francesca sperando mi risponda il prima possibile. Merda, che stupida che sono. Dovevo tornare da mio figlio, dovevo dormire con lui ed abbracciarlo come ogni notte.
«Pronto Emma» risponde la voce di Fra forse leggermente scocciata e io mi vergogno come una bestia.
«Scusami..» le dico anticipamente.
«Nicco?» sussurro per non svegliare Ste e non fargli sentire questa conversazione.
«Tranquilla, si è svegliato verso le 10 e ha fatto colazione. È stato bravissimo, come sempre ma ovviamente ha chiesto di te anche perché è Domenica! Che fine hai fatto?» guardo il ragazzo affianco a me mordendomi un'unghia.
«Ti spiego stasera quando ci vediamo.. scusami amo'» le dico seriamente dispiaciuta.
«Dai Em, stai tranquilla però devi spiegarmi.. dobbiamo parlare» mugugno un si un po' preoccupata, è l'unica persona che mi aiuta e che ho affianco a me dunque se sparisse anche lei sarei finita.
«Stai tranquilla non è niente di grave, ci sentiamo un bacio» afferma e mi tranquillizzo. Stefano mugugna e capisco che si sta svegliando.
«Ciao Fra, grazie di tutto» sento che sorride e riattacco. Poso il telefono affianco a me guardando Ste che piano piano apre gli occhi e poi, accorgendosi della mia presenza, mi sorride.
«Buongiorno.. ti ho svegliato?» parlo io abbastanza timida e lui ridacchia ricomponendosi un po', prima i capelli e poi si stropiccia gli occhi come un bimbo, come farebbe Niccolò appena sveglio.
«Magari potessi sempre svegliarmi con la tua voce... Con chi eri al telefono?» mi chiede cercando la sua roba per terra siccome ha solo i boxer addosso e io solo la sua felpa. Intanto io sono diventata bordeaux.
«Con la mia migliore amica, senti ti dispiace se ti chiedo di riportarmi a casa?» si infila la maglia guardandomi. È tremendamente bello appena sveglio.
«Ti riporto solo se prima posso offrirti la colazione» replica e io come risposta sorrido.
«Va bene, dai» sorride anche lui per poi afferrare i suoi pantaloni.
«Un bar è qua dietro, vestiti che andiamo» deglutisco togliendomi la sua felpa e rimanendo completamente nuda non curante del fatto che lui ha un debole fortissimo per il mio corpo. Indosso il perizoma e subito dopo il reggiseno per poi mettere jeans e maglietta. Una volta pronta lui mi si avvicina e ormai neanche indietreggio. Mi bacia mischiando subito i nostri sapori. Io non so cosa sto facendo, non so cosa è giusto e cosa è sbagliato so solo che stare con lui mi fa stare bene. Sto al bacio, approfondendolo e solo quando ci manca il fiato ci stacchiamo.
«Andiamo» sussurra e scendiamo avvisandoci al bar. In un primo momento mi sembra di essere una ragazzina di venti anni con una vita davanti ma un secondo dopo mi ricordo che la mai vita è Niccolò, che la moa adolescenza è finita da un bel pezzo e che ormai non ho più tempo per pensare ad altro.
«Che prendi?» mi chiede guardando i cornetti aldilà del vetro una volta dentro al bar. Controllo anche io bloccandomi sul mio preferito.
«Quello con la Nutella» ammetto e Stefano ordina due cornetti, un caffè lungo per lui e un caffè macchiato per me. Ci sediamo e il cameriere ci porta le ordinazioni.
«Senti ma tu che lavoro fai?» gli chiedo dopo aver preso ormai confidenza.
«Lavoro in ufficio dell'avvocato in centro ma stamattina non ero di turno fortunatamente» mi spiega controllando le notifiche sul telefono per poi posalro subito dopo.
«Tu fai solo quello?» mi chiede a sua volta lui e annuisco a disagio.
«Licenziati» afferma.
«Ste..ti prego non riniziare. Non è facile come credi. Sai che non lo faccio volentieri però non è semplice.. fidati» ammetto e lui mi guarda cercando di capirmi ma il tentativo è invano. Porta la sua mano sopra la mia, sopra al tavolino e sobbalzo senza però toglierla. Me l'accatezza e adesso gli sorrido.
«Voglio aiutarti Emma» mi fissa negli occhi e mi sento veramente troppo spoglia e sbagliata. Sento che lo farò solo soffrire e sento che fallirò anche qui come in generale nella vita.
«Ma tu non mi spieghi niente» continua sentendo il silenzio al posto di una mia risposta. Sospiro abbassando lo sguardo e ritirando adesso la mano.
«Adesso non è il momento giusto» affrerro la mia borsa una volta che entrambi abbiamo concluso la colazione. Stefano sospira innervosendosi un po' ma fortunatamente ha la testa più calda di me e infatti cerca di rimanere tranquillo.
«Andiamo dai» si alza e io lo seguo mentre torniamo alla macchina. Nemmeno dopo cinque minuti mi ritrovo sotto casa mia dove già mi aveva riportato e che si ricordava perfettamente.
«Grazie mille» dico togliendo la cintura. Lui non dice niente, faccio per uscire ma mi blocca con le sue parole.
«Emma tu mi piaci» deglutisco lasciando la maniglia dello sportello che stavo per aprire e lo guardo.
«Ste..» sbuffa ma continua a parlare.
«Mi piaci veramente e non solo quando apri le gambe. Mi incuriosisci. Mi piace la tua timidezza sotto la maschera che usi al locale. Mi piace la tua riservatezza che nascondi sotto quello che sembra egocentrismo.. mi piace tutto di te davvero.» lo guardo senza riuscire a parlare. Nessuno si era dichiarato a me. Nessuno mi aveva detto tutte queste cose. Non rispondo neanche stavolta è lui continua a fissarmi per poi sbuffare nuovamente.
«Posso almeno sapere se l'interesse è anche dalla tua parte oppure è inutile tutto quello che faccio? Vengo ogni sera al locale per te, ieri sera ho pagato per stare con te e non farti scopare con altri.. e non ti sto rinfacciando niente, assolutamente però almeno parla e fammi capire qualcosa» mi supplica e sospiro.
«Certo che mi piaci..» ammetto imbarazzata, non so neanche con che coraggio l'ho detto «Sei stato diverso da tutti, ti sei preoccupato di me.. però è anche vero che saranno solo dieci giorni che ci conosciamo.. ho bisogno di tempo Ste.. ti chiedo solo questo. Va bene?» adesso sorride come un bimbo.
«Bastava mi dicessi questo» ammette soddisfatto e adesso sorrido anche io. Sì avvicina baciandomi nuovamente e ogni volta che mi bacia perdo la testa. Mi fa sconnettere dal mondo ed è bellissimo.
«Mi lasci il tuo numero?» sussurra sulle mie labbra mentre mi passa il suo telefono già sbloccato sui contatti. Lo afferro segnando il mio numero mentre mi bacia una tempia e glielo ripasso.
«Che onore» dice entusiasta afferrandolo e salvandolo con "Emma". Mi fa uno squillo in modo da salvarsi anche il suo numero sul mio telefono.
«Mo devo andare» spiego mettendo le scarpe.
«Ci sentiamo.. e stasera vengo a vederti» ammette.
«Quasi mi vergogno quando mi vieni a vedere» ridacchia dopo la mia affermazioni e io gli tiro una leggera spinta sul braccio.
«Che fai adesso mi meni?» chiede ironico ridendo e rido anche io continuando a lasciargli piccoli pizzicotti sul braccio mentre lui inizia a pizzicarmi i fianchi. Rido come una matta e mi mancava farlo così, veramente, anche per questa stronzata. Mi trascina sulle sue gambe e prendiamo a baciarci. È inispiegabile il fatto che non riusciamo a fare a meno di questo. Sento sotto il suo sedere risvegliarsi il suo ego. Ne ho sentiti tanti che si eccitano per me ma con lui è diverso. Lui a sentirlo così per me mi fa sentire viva. Ci stacchiamo seppur con dispiacere capendo che è giunta l'ora, dopo una notte intera, di dividerci.
«Allora ci vediamo stasera» gli dico portando una mia mano tra i suoi capelli e lui annuisce sorridendo.
«Ormai non vedo neanche più i miei amici» ridacchia.
«Va beh Ste se vuoi stare con loro stai, tanto tutte le sere sono lì» replico ma lui non si schioda dalla sua decisione.
«Vengo all'Exit, sto bene con te» sorrido baciandolo timida a stampo.
«Poi dopo usciamo» continua e io sussulto.
«Se sparisco anche stasera Riccardo mi fa fuori» dico seccata e Ste sbuffa. Lo farà almeno 20 volte al giorno.
«Fregatene Emma devi farti rispettare. Tu fai il tuo lavoro perbene, questo basta» ridacchio vedendo la sua espressione quando dice "perbene". Non vorrei sbagliarmi ma ho la sensazione che a lui non piace particolarmente il fatto che devo ballare mezza nuda davanti a molti ragazzi. Non piace neanche a me.
«Fatti rispettare» dice nuovamente «Altrimenti intervengo io» continua. «Te stasera dopo aver fatto il tuo lavoro esci con me, punto. Non sei pagata da lui per farti scopare e nemmeno hai fatto un contratto.. spero e suppongo» sospiro abbassando lo sguardo.
«Hai fatto un contratto con lui?» mi chiede stavolta serio.
«Non è proprio un contatto..» sussurro «Mi minaccia» abbasso ancora di più la voce e lui spalanca gli occhi.
«No Ste, non dire niente. So che è una follia ma lascia perdere. Sono andata avanti così per quattro anni più o meno, figurati» lo blocco ancora prima di farlo parlare.
«Ne ho bisogno e tu non ti metterai nel mezzo. Se riesco a trovare una scusa stasera esco con te, promesso» dico prima di andarmene.

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