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[Stefano]

Stamattina la mia sveglia non è suonata, anzi, è stato terribilmente bello svegliarsi così. Mi è sembrato di aver dormito un casino e di essermi rilassato da morire. Sbadiglio sistemando il ciuffo e non appena apro gli occhi ricollego tutto. Sono in camera di Emma, sul suo letto. Sorrido al pensiero della notte appena passata. Mi alzo nudo infilando veloce in doccia per poi rivestirmi e scendere giù. Non c'è nessuno, solo un post-it e un cornetto sul tavolo.
"Dormivi come un ghiro, per questo non ti ho disturbato. Ho portato Nicco a scuola, ti abbiamo lasciato un cornetto.
Emma".
Ho il cuore pieno, lo sento. Mangio il cornetto e nel mentre la porta si apre.
«Ti sei alzato mo?» eccola che entra felice come un sole. Annuisco ancora un po' scombussolato.
«Buongiorno Ste» si chiude la porta alle spalle e posa la sua borsa e il giacchetto sul tavolo del salotto.
«Giorno» borbotto.
«Ammazza sei di tante parole stamattina DeMa» fa per andare a prendere qualcosa in cucina ma intervengo io.
«Mi hai fatto lavorare un botto stanotte, sono stanco» si volta verso di me alzando un sopracciglio e poi ride. Anche io adesso rido con lei.
«Tu mi sembri un sacco attiva, fermati e salutami perbene» propongo io finendo il mio amato cornetto.
Lei si avvicina a me sorridendomi. Ci guardiamo per qualche secondo e poi, quasi insieme ci avviciniamo per unire le nostre labbra.
«Mio figlio ci ha beccati comunque» dice una volta che ci siamo staccati.
«In che senso?» sussulto sgranando gli occhi.
«Beh stamattina mi ha trovata nuda, sul letto, con un solo lenzuolo addosso, accanto a te» mi porto una mano in faccia imbarazzato.
«Ma non potevi svegliarlo tu?» chiedo ingenuo.
«Dormivo, intelligente» replica lei.
«E che ti ha detto?» continuo a domandare.
«Mi ha chiesto cosa ci facevo senza reggiseno siccome non ha notato le spalline e io sai cosa gli ho detto? Che avevo caldo!» scoppio a ridere.
«Se l'è bevuta?» insisto.
«Ste si, o almeno credo! Insomma ha solo 4 anni» ridacchio seguito poi da lei. La stringo e le bacio la fronte.
«Insomma ancora non gli abbiamo bloccato la crescita» ironizzo.
«Si guarda, ci mancava solo questa!» rido baciandole la guancia. È così bella e adesso che non fa più quel lavoro la sento ancora più mia.
«Io tra un po' devo entrare a lavoro» le spiego mentre il suo corpo si allontana dal mio. Anche se non mi va, anche se vorrei stare ancora con lei tra poco più di mezz'ora entro in ufficio.
«Eh, io vorrei cercarlo invece» risponde lei.
«A proposito, hanno chiesto gli assistenti sociali un incontro con te per verificare l'eventuale aiuto per Niccolò» incurva un sopracciglio e poi subito nega con la testa.
«Non ho bisogno degli assistenti sociali e neanche di aiuto, ho sempre fatto tutto da sola!» reclama.
«Proprio perché hai fatto tutto da sola ora ti devi lasciare aiutare» le spiego io ma lei non sembra essere convinta per niente. Sospiro.
«Non ti fanno niente Emma, ne a te né a Niccolò. Ti aiutano magari con il lavoro, siccome te ne occupi da sola di lui da quando è nato» sbuffa.
«Quando vorrebbero vedermi?» mi chiede.
«Non so, quando vuoi te.. anche prossima settimana» finalmente annuisce anche se non sembra ancora sicura «Nella sede a Roma centro»
Si blocca. Sembra vedere un fantasma.
«Oh Emma» la richiamo.
«No Ste io li non ci vengo» sbotta.
«Ma come? Perché?» non capisco, davvero. È tutto nelle sue mani per migliorare e risolvere questa situazione in modo definitivo.
«Puoi parlare?» le chiedo e nuovamente non risponde «Ah già, tu sei quella che non parla mai» continuo abbastanza piccato ma me ne pento subito dopo.
Lei sospira trattenendo le lacrime.
«Senti.. scusa.. ma mi spieghi cosa c'è che non va?» ritento.
«Io non ci voglio andare lì Ste.. ci lavora mia mamma. Non la vedo da 4 anni non so neanche più se è ancora lì, o se ha cambiato lavoro.. io non ci voglio andare. Ho paura» finalmente parla e io sospiro.
«Beh sarà un modo per rivederla se c'è.» tento ma nega subito.
«Ste non mi ha mai voluta aiutare.. secondo te io sapendo in che situazione stavo messa non andavo dagli assistenti sociali? Se non l'ho fatto è perché c'è lei..» si morde un labbro nervosa.
«Okay qui però non decidi te di andare, è che si è svolta questa denuncia vinta da te. Hai vinto la causa, hai vinto un tot di soldi e adesso però devi chiudere il tutto. Hanno chiesto loro un incontro con te Emma. Magari tua mamma ha saputo del caso, magari vuole rivederti.. che ne sai? Okay magari mettiamo di no, magari non vuole rivederti però te lo devi fare per te e Niccolò. Lei farà il suo lavoro e basta.. vengo io con te Emma. Fallo però»

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