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[Emma]

Mi piace Aprile. Non è mai completamente caldo, c'è ancora quel fresco che ti fa stare bene. Io però non sto bene. L'aria arriva diritta sulla mia faccia, i miei capelli sono al vento e la mia sigaretta si lascia consumare. La cenere cade. Ho ancora i capelli bagnati e l'asciugamano che mi stringe il corpo lo è ugualmente. Potrei ammalarmi ma non mi interessa. Non mi interessa più di niente. Il mio telefono continua ad avere il suo nome, io vorrei dimenticarlo ma non ci riesco. Sapevo che sarebbe sparito. Sono passati tre giorni da quella serata orribile. Non ho ricevuto più un solo messaggio e anche io, però, non l'ho invito neanche uno. Sono rimasta a casa con Niccolò da mattina e sera. Lui aveva la febbre e ce l'ha ancora. Io semplicemente non avevo voglia di uscire e incontrare qualcuno.
Sono abituata a non essere cercata, oppure sono abituata a vedere gente che scappa da me. In tre giorni non mi ha mai cercato. Scorro tra i video nel telefono e incurvo le sopracciglia quando ne vedo uno che prima non avevo notato. Lo apro premendo play e solo adesso ricordo quella scena. Siamo io e lui sul mio letto, nudi. Lui che mi viziava di baci e io che ridevo dicendogli "dai ste il video" e lui "eh baciami viene meglio". È bello vedermi così. Ho gli occhi che brillano nel video, adesso sono vuoti. Ci baciamo e lui monta sopra di me "sei un coglione" gli dico io mentre lui si volta finalmente verso la videocamera del telefono e ridacchia. Si posa su di me e mi lamento con vari "Stee mi schiacci". Lui riprende a baciare il mio broncio naturale che dopo un po' sparisce. Iniziamo a baciarci prima castamente e poi con una passione così intensa che mi pulsa forte il cuore. Lascio andare via il telefono sperando di aver interrotto il video ma in realtà continua inquadrando il soffitto. Sì iniziano a sentire i nostri gemiti sempre più confusi. Deglutisco. Stiamo facendo sesso. Non si vede niente ma si sente. Sì sente il nostro piacere confondersi insieme e a me fa male tutto questo. Continuo a guardare il video con non so quale forza. Stavo bene, adesso non sto bene. Li ero felice e spensierata ora non lo sono più. Mi mordo un labbro quando percepisco che veniamo e i miei gemiti si trasformano in orgasmi. Abbasso il volume e dopo poco l'immagine di Stefano si distende sopra il mio cellulare. "ste il telefono" gli dico subito e lui alza leggermente la spalla così da poterglielo prendere. Lo guardo mentre la videocamera mi inquadra e scoppio a ridere "stava ancora andando" ammetto. Lui ride mentre mi bacia una guancia e poi scende sul collo. Ho i brividi a vederci così. "Sarà bello rivederci allora" dice lui e io gli tiro uno schiaffetto sul petto. "Dai spegnilo che voglio continuare a fare cose porche" parla lui ridendo e rido anche io aggiungendo un "cretino". Mi bacia il collo facendomi ridere e fermo il video. Rimango ferma, immersa nei ricordi e mi viene da piangere.
«Puoi rientrare ad asciugarti? Rischi di ammalarti!» Fra sbuca dalla veranda della terrazza.
«Mo arrivo» sussurro.
«Emma ora! Ti ammali!» continua lei. Sbuffo spendendo la sigaretta e rientro.
«Tu stai fuori» si lamenta «Asciugati i capelli e rivestiti» esce dalla mia stanza e mi butto sul letto. Era questo il soffitto del video e questo dove sono distesa era il letto dove nel video ci siamo appartenuti. Mugugno annusando e sprofondando la faccia nel cuscino. Sì sente ancora il suo profumo a giro. Quella sera, di tre giorni fa, ho visto Nicco felice di vederlo e lui uguale. Si guardavano e già si conoscevano. Ho ricollegato subito il nome Mister x e Superman a quando Stefano un giorno mi chiamò dall'asilo raccontandomi questa storia che lui era Mister x e un bambino l'aveva sconfitto. Era Nicco e forse era anche destino. Loro si conoscevano già e io mi sono sentita ancora più stupida. Stefano è rimasto fino a quando Nicco non si è calmato. Siamo stati tutti e 3 in cameretta mentre Fra ci aveva lasciati soli ed era andata a dormire. Mio figlio parlava in continuazione, chiedeva tantissime cose a Ste e lui non si faceva problemi a rispondergli. È stato evidente che mio figlio non aveva mai avuto una figura maschile come riferimento. Gli è piaciuto stare e parlare con Ste. Io ero semplicemente in più perché è stata esclusivamente una conversazione tra maschi. Sono solo intervenuta quando era troppo tardi e ho detto a Niccolò che doveva dormire. Mio figlio era entusiasta però acconsentì. Siamo stati fino a quando non aveva chiuso occhio e poi siamo usciti in silenzio. Stefano non parlava e io ho tentato con qualche "Ste se vuoi ne parliamo" e lui continuava a dire "no" che era stanco, che non voleva parlare con me. Mi si è sciolto il cuore quella stessa sera.
«Emma! Non sento il phon acceso!» mi urla la mia amica dal salotto e io mi sbuffo. Manco mia mamma era così, anzi, neanche ricordo come si comportava mia mamma con me. Ricordo solo le sgridate di quando le ho detto che ero incinta.
Mi stacco dai miei pensieri togliendomi l'asciugamano e iniziandomi a vestire e poi mi asciugo i capelli.
Scendo le scale in un battibaleno e trovo già Nicco a fare colazione.
«Buongiorno mami» mi dice lui e io sorrido.
«Buongiorno amore mio» mi metto dietro di lui e mi piego lasciandogli qualche bacetto sulla guancia.
«Finalmente tua mamma ha deciso di presentarsi» si intromette Francesca ma Nicco non capendo lascia perdere, io la guardo male.
«Ero stanca» sbadiglio mentre mi faccio il caffè.
«Mami quando può tornare Stefano a casa?» sussulto e subito guardo Francesca che lei, a sua volta, mi guarda. Sospiro.
«Tesoro.. non lo so. Non credo che tornerà..» gli spiego cercando di essere tranquilla.
«Ma noooo mami, certo che torna ormai è un mio amico! Devi parlare con sua mamma per fissare» guardo mio figlio ridendo leggermente.
«Amore ma Stefano è grande, non ha bisogno dell'autorizzazione da parte della mamma» spiego.
«E allora mamiiiii!» insiste lui.
«Nicco.. dai fai colazione in silenzio, poi ti porto all'asilo» bevo il mio caffè per poi tornare in camera senza dare modo a nessuno di chiedermi più di Stefano. È sparito, come sono sparita io. Io sono sparita anche dall'Exit, in questi tre giorni non sono andata nonostante i messaggi e le chiamate di Riccardo. Non ho più la forza di affrontarlo e so che sto rischiando.
«Emma..» Francesca entra in camera mia e sbuffo.
«Oh.. che c'è adesso?» lei sospira avanzando.
«Oggi dobbiamo andare in tribunale» sgrano gli occhi.
«Eh? Perché?» chiedo sentendo aumentare il battito del mio cuore.
«Perchè hanno richiamato te e le tue colleghe come testimoni per valutare la denuncia mandata al locale» oh signore, no. Non è vero.
«Io non vado» dico nel panico.
«No Emma, devi andare. Ci sarò io, Stefano e anche l'avvocato che lavora con noi. Voi sarete difese da lui. Dall'altra alto ci sarà Riccardo con il suo avvocato» mi spiega ma la mia agitazione non si dà tregua.
«No Fra io non muovo, quello mi toglie Niccolò. Io non mi muovo, non mi muovo» scoppio a piangere ma sento che non è un pianto esclusivamente per questo. È un pianto per tutto quello che è successo, probabilmente anche per Stefano perché ho capito che mi piace e che mi manca da morire, che mi ha fatto male il suo sparire in questi tre giorni.
«Ei» la mia amica mi abbraccia e io sprofondò tra le sue braccia.
«Non è giusto tutto questo.. tutti che vanno via dalla mia vita, non possono portarmi via anche Niccolò, non possono» piango come una bambina e lei mi stringe.
«Tesoro ma secondo te? Ci sono io, c'è Stefano che praticamente è la spalla dell'avvocato! Nessuno ti toglierà Niccolò» tiro su con il naso mentre lei mi asciuga la faccia.
«Stefano mi odia» borbotto e lei ridacchia.
«Solo perché ha deciso di isolarsi tre giorni e pensare? Emma fidati, Stefano non ti odia.. E farà di tutto per te e per Niccolò, non te lo porteranno via» mi sorride sicura tenendomi la testa «Hai capito?» annuisco, forse per fare stare più tranquilla lei che me.
«Però non so se sono pronta a rivedere Ste.. e se lui è pronto a rivedere me» ammetto e lei continua a sorridere.
«Che è non vi conoscete? Siete pericolosi l'uno per l'altro? Eddai scema smetti, non ti fare pippe mentali. Preparati che portiamo Nicco all'asilo e poi andiamo»

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