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[Emma]

Pensava che ripiombare nella mia vita sarebbe stato semplice. Non lo è. Non lo è per niente. I suoi messaggi sono continui ma io non rispondo, ho disattivato le sue notifiche così che ogni volta non mi vibra il telefono. Posso capire che è giusto fargli conoscere Niccolò, ma io ancora non me la sento. Non so come raccontargli tutto, come giustificare suo padre che è tornato solo dopo quattro, quasi cinque, anni. Non so come spiegargli che lui non avrà i genitori come tutti i suoi amici, o almeno quasi tutti. Non voglio che si senta diverso. Ci ho messo anni per farlo sentire al completo anche senza una figura maschile e ora con Stefano sembrava tutto apposto. L'arrivo di Marco nella mia vita, di nuovo, mi destabilizza.
«Oh Emmanue'» Francesca mi urla quasi nell'orecchio e io sobbalzo con ancora questo piatto in mano. È ora di pranzo. Stefano è a lavoro, Niccolò all'asilo e io sono a casa. Non sto facendo niente. In questi giorni ho la testa sempre fuori posto e me lo dice anche il mio ragazzo che mi ha consigliato oggi di prendermi un giorno. Io non volevo, infondo sono solo pensierosa e lo sa.
«Sei presente nel nostro mondo?» mi chiede la mia amica e io sbuffo negando.
«No Fra per niente» la mia amica mi toglie il piatto di mano posandolo sulla tavola.
«Scrivigli» dice semplicemente e io la guardo.
«È a lavoro, gli rompo» rispondo prontamente ma lei nega.
«Non a lui, a Marco» sgrano gli occhi. Ma è impazzita?
«Non guardarmi così! Pensi a come possa essere l'incontro tra lui e vostro figlio e non sei con la testa nel mondo, perciò ti dico fallo e basta. Non aspettare. Ste ti ha dato lo stesso mio consiglio» mi spiega cercando di chiarirmi le idee. Nego semplicemente. Non voglio. Marco crea solo casini e non voglio che torni nella mia vita. Ripenso ai suoi discorsi di ieri e mi viene da piangere. Le lacrime vogliono uscire ma io sono più forte di loro. Sono sempre stata più forte di loro.
«Perché ora hai gli occhi lucidi?» la guardo e sospiro.
«Ma non l'hai sentito ieri? Ha detto che è colpa mia! Se adesso siamo in questa situazione è solo colpa mia che non ho detto a nessuno che Niccolò era nato» mi fa sedere su una sedia e lei si siede affianco a me.
«Per te è così?» mi chiede e sbotto subito con un "no".
«No che non è così. Io l'ho fatto per proteggerlo. Nessuno lo voleva, tutti volevano il mio aborto. Io ho semplicemente.. l'ho semplicemente..» non riesco davvero a parlare.
«Hai semplicemente fatto la mamma. Sappiamo tutti che non è colpa tua Emma, anche i tuoi genitori sono arrivati a capirlo! Marco è un coglione, lo sappiamo. Io mi ricordo bene tutte le cose che ti ha detto. Che eri una troia, che il figlio non era sicuramente suo perché era sempre stato attento. Ma sapeva bene anche lui di quanto lo amavi, che non gli hai fatto mai le corna, mai. Sapeva che era suo ma la paura lo fotteva, ti ha detto che sei stata solo uno di passaggio e con ti ha mai amata. Già solo il fatto che cerca di giustificarsi fa schifo. Ma tu scusami, non vuoi vedere tuo figlio felice? Mantieni tu le distanze da Marco ma è giusto che Nicco abbia una possibilità. Scrivigli, solo per Nicco.. davvero, solo per lui» tutti i ricordi che ogni volta scaccio ora mi sono tornati in mente. Fra mi passa il mio telefono sbloccandolo e andando nella chatt di Marco.
«Fallo» sussurra. Sbuffo pensando a cosa scrivere.
A "Marco": Ci ho pensato e credo sia giusto per mio figlio conoscerti. Voglio che sia una cosa graduale, non che arriviamo subito e gli diciamo che sei suo padre. Devi iniziare a venire a trovarlo un po' alla volta e poi glielo diciamo.
Prendo un grande respiro e premo invia.
Subito dopo risponde.
Da "Marco": sisi, va benissimo tutto. D'accordo. Vengo già oggi? A che ora? Va bene Emma, ho intenzione di farmi perdonare da lui, ma anche da te
Mi irrigidisco.
«Non lo perdonerò mai! Non si rende conto di quello che ho passato in questi anni» sbotto e Fra mi guarda.
«Diglielo, digli che ora stai bene, sei innamorata e non hai bisogno di certo di lui. Spiegaglielo» mi incoraggia Fra.
A "Marco": Non hai bisogno di perdonarmi, pensa a Niccolò. Io sto bene, sono finalmente felice e innamorata. Non ho intenzione neanche di riparlare con te e di quanto mi hai fatto soffrire. È passato e passato resterà. Per quanto riguarda Nicco puoi passare oggi alle 17, lo vado a prendere a scuola e poi andiamo al parco vicino casa. Vieni li.
Invio e chiudo immediatamente il telefono. Non sono pronta a punte sue risposte. Lo odio.
«Brava tesoro» mi lascia un bacio sulla guancia e mi abbraccia. Passa giusto qualche minuto e il mio telefono inizia a squillare. Sobbalzo guardando chi è e subito tiro un sospiro di sollievo.
«Pronto» rispondo più rilassata.
«Amore, allora? Come stai?» la voce calda di Ste mi riempie il cuore.
«Meglio, tu a lavoro?» chiedo io.
«Le solite cose, ci stanno riempiendo» sento che sbadiglia e ridacchio. Stanotte l'ho tenuto ben sveglio.
«Vuoi che passi dopo pranzo? Almeno mi faccio dalle 14 alle 16 e ti do una mano» propongo io e sento che sorride. Lo prendo per un si.
«Ah amore, ho scritto a Marco. Gli ho detto che ci ho pensato e per quanto riguarda Nicco può riprovarci..» ora sento il silenzio e un suo sospiro «Gli ho anche detto di lasciarmi fare che tanto non ho intenzione di perdonarlo. Chiaramente gli ho detto che sono felice e innamorata e deve lasciarmi in pace» spiego cercando di rassicurarlo.
«Va bene Em, se sei felice così va bene. Allora ti aspetto dopo pranzo» sorrido di cuore.
«Va bene amore a dopo» gli mando un bacio e lui ricambia.
«Ciao, ti amo» e riattacca lasciandomi il cuore leggero ma pieno di amore. Ce lo diciamo poche volte che ci amiamo perché in sostanza lo sappiamo, ma quando ce lo diciamo è bellissimo.

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