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[Emma]

Il rumore assordante delle campane mi sveglia e stringo gli occhi ancora di più cercando di tirare il cuscino per prenderlo e metterlo sopra la mia testa ma qualcosa oppone la mia forza. Sbadiglio aprendo gli occhi e sussulto non appena vedo Stefano dormire a un centimetro da me. Mi siedo, sono nuda, lui anche e in due secondi ricollego tutto, porca troia. Mi alzo afferrando una felpa che ho sulla sedia che era di Ste ma è rimasta sempre da me e la utilizzo ogni volta. Cammino scalza per casa e in ogni stanza che vado trovo i nostri vestiti. Mi abbasso raccattandoli tutti e non appena mi rialzo sento il mio cellulare vibrare e capisco che il suono proviene dalla mia pochette ancora intatta per terra. Poso i vestiti sul tavolo, afferro il telefono e rispondo mentre leggo Marco. Cazzo Nicco è da lui e che ore sono?
«Pronto» dico rispondendo.
«Pensavo fossi morta» ammette Marco «Sto facendo ora pranzare Nicco» sgrano gli occhi «È mezzogiorno Emma, a che ore lo riporto?» faccio veloce un calcolo.
«Appena avete fatto, va benissimo.. anche verso l'una senza fretta» gli spiego e lui risponde con un va bene, ci salutiamo e riattacco. Mi fa male la testa, sono completamente confusa.
«Ma quella non era la mia felpa?» sobbalzo quando sento la voce di Ste dietro di me.
«Ma sei scemo» mi volto ed è in boxer che ridendo va in cucina, come se ancora fosse casa sua.
«Si è la tua comunque» rispondo seguendolo.
«Immagino che tra un po' devo andare» si volta guardandomi e annuisco. Penso abbia sentito almeno un po' la chiamata.
Si prepara un caffè, anzi lo prepara anche a me viste le dosi. Lo guardo e deglutisco.
«Questo mutismo selettivo?» mi chiede lui afferrando due tazzine e aspettando che salga il caffè.
«Non ho niente da dire» rispondo leggermente imbarazzata.
«Ieri sera avevi molto da dire» risponde lui e credo di diventare paonazza.
«Sai l'alcol.. » mormoro io e lui mi guarda alzando un sopracciglio. Versa il caffè nelle tazzine e mi passa la mia.
«Devi andare Ste appena hai fatto, arrivano Nicco e Marco e non è il caso ci vedino così» gli spiego e lui sospira bevendo il suo caffè.
«Emm.. » prova a dirmi qualcosa.
«Qualsiasi cosa è successa dobbiamo prima affrontarla noi due. Non voglio illudere Nicco.. » rispondo prontamente. Posa la tazzina nel lavello e finalmente annuisce.
«Si, forse hai ragione, meglio affrontarla prima noi» ammette e gli sorrido automaticamente.
«Grazie Ste.. » dico «Ora però prima che arrivi Nicco devo farmi assolutamente una doccia puzzo d'alcol» ammetto.
«A chi lo dici» risponde lui.
«Se vuoi farla puoi.. la facciamo insieme.. facciamo più veloce» dico io deglutendo e lui ammicca un sorriso. Risponde ovvio e andiamo recuperando tutti i vestiti che avevo lasciato sul tavolo e posandoli in camera mia. Entriamo poi in bagno e con un filo di imbarazzo io mi sfilo la felpa e lui i boxer. Ieri sera ero completamente ubriaca e ed era buio che non mi sono potuta concentrare sul suo fisico. Lui mi fissa e io pure. Entro in doccia seguita da lui e mentre richiudo io apro l'acqua. Siamo stretti, riesco a sentire il suo respiro sulla mia pelle e così anche pian piano qualcos'altro che è piu basso. Deglutisco afferrando il bagnoschiuma e ne passo un po' a lui. Ce lo spalmiamo addosso e così facciamo con lo shampoo sui capelli.
«Aah gli occhi» mormora lui stringendo gli occhi e io ridacchio.
«A 27 anni fsi ancora come i bimbi, e ti cade lo shampoo negli occhi» sorrido bagnandomi le mani con l'acqua e sfregando leggermente i suoi occhi che subito dopo riapre. Mi sorride e ora la sua bocca è vicina a me. Ho il cuore in gola.
«Nessuna mi fa questo effetto Em» sussurra sulle mie labbra e prendendomi dai fianchi stringe il suo corpo al mio. Sono in preda all'eccitazione ma il mio cervello pensa che tra poco arrivano Marco e Nicco e che inoltre, non possiamo correre così veloci. Alla fine eravamo solo ubriachi.
«Ste se non fossimo stati ubriachi non sarebbe mai successo» gli dico facendo qualche passo indietro.
«Non ora forse, però a meno che ci passava sarebbe successo» risponde quasi sicuro lui.
«Ste, non l'avrei mai fatto dopo quello che è successo tra di noi e dopo averti visto con Rossella» ammetto.
«Non credo che avresti retto Emma, sei innamorata di me» sbotta e deglutisco «Però pensala come vuoi..» Esce dalla doccia e io spengo l'acqua. «E comunque con quella mongola non ci ho fatto niente» afferra un asciugamano un po' seccato ed esce dal bagno. Cerco di non far cadere oer nessun potivo qualche lacrima. Esco dalla doccia anche io, prendo il mio accappatoio e vado in camera dove lui si sta gia rivestendo.
«Sei arrabbiato?» gli chuedo dispiaciuta.
«No, è che sei un'orgogliosa di merda, come sempre» mi risponde e io apro leggermente la bocca sorpresa. «Sei testarda. Hai voluto mandare tutto a puttane per le tue paure del cazzo» continua e io non riesco neanche a dire una parola. Se rispondessi credo che inizierei a piangere. «Te ne sei andata lasciandomi da un momento all'altro, hai stravolto la vita a tuo figlio da un momento all'altro allontanandolo da me, dal suo vero papà e dai suoi amici dell'asilo. Sei scappata dai problemi invece di affrontarli.. come hai sempre fatto» sono sconvolta e ora non riesco più a stare zitta.
«Che cazzo dici Stefano?» urlo quasi con le lacrime che spingono sui miei occhi ma che trattengo. «Ma ti rendi conto di cosa mi stai dicendo? Stai parlando della mia vita facendo riferimenti passati» alza lo sguardo guardandomi.
«È vero Emma! Ok avrò esagerato scusa a parlare di ciò che non riguarda me, ma quello che è successo in questo periodo riguarda me, riguarda noi e forse questa è la prima volta che ne parliamo da persone mature invece che dietro a un telefono quando sei dall'altra parte dell'Italia» mi rendo conto che per quanto mi feriscano le sue parole sono vere.
«E ora mi dici non sarebbe mai successo ciò che è successo ieri sera ma ti rendi conto? Non riesci neanche ad ammettere che sei innamorata di me» si è rivestito completamente e ora viene verso di me «Smettila di essere un'orgogliosa del cazzo» mi guarda negli occhi e non riesco a sostenere il suo sguardo. Abbasso la testa e le mie lacrime cedono. Piango, cerco di farlo silenziosamente ma sento la sua mano sulla mia gota.
«Hai ragione su tutto» mormoro.
«Em» si avvicina ma faccio due passi indietro. Mi asciugo le lacrime e rialzo la testa.
«Ste devi andare è tardi» mormoro e lui sospira. Mi guarda come se mi spingesse a dire altro, ma non lo faccio, almeno non su quell'argomento.
«Asciugati i capelli veloce e vai, per favore»

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