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[Emma]

Sono qui fuori a cercare di riprendermi mentre fumo una sigaretta con Stefano e Francesca. Sto pensando a Niccolò, al fatto che tra poco saprò se ho vinto o perso la causa.
«Tra 10 minuti rientriamo» annuncia Ste mentre spegne la sua cicca.
«Si mo finiamo anche noi e rientriamo» dice Fra al posto mio. Faccio gli ultimi due tiri e poi la spengo. L'ansia un po' mi tormenta, tra poco saprò cosa ne sarà del mio futuro e non è facile questa attesa. L'attesa ti fa morire piano piano.
«Vai eccomi, andiamo» Fra mi prende per mano e mi ritrascina dentro. Improvvisamente questa stanza sembra più piccola. Pensa che quando sono entrata la prima volta mi sembrava enorme.
Ci rimettiamo al nostro posto. Non è per niente facile, preferirei morire piuttosto.
Dopo quelli che a me sembrano infiniti minuti rientra il giudice che ci guarda tutti in faccia mettendoci ancora più tensione.
«Allora, dopo aver studiato appositamente il caso e i vari punti di vista io ritengo giusto e dunque opportuno che la signorina Marrone rimanga con suo figlio» sorrido automaticamente mentre le mie mani cercano una mano di Fra e una di Ste.
«Considerando che è stata spinta in più occasioni e obbligata a fare determinate cose riteniamo lei fuori da questo caso e quindi anche vincitrice. Per Riccardo Traschi invece ci sarà come conseguenza la deportazione in carcere per molestie sessuali e giro di droga» Ste mi stringe la mano e finalmente mi sento libera.

[...]

Esco da questo carcere più libera che mai. Mi sento il petto più leggero e i muscoli della faccia più rilassati.
«Grazie a tutti» dico grata a Fra, a Ste che sarebbe aiuto avvocato e poi all'avvocato stesso.
«Era più che giusto che vincessi tu la causa Emma» ammette l'avvocato e io sorrido. Si presta velocemente a salutarci per poi salire sulla sua auto e tornarsene in ufficio. Siamo solo io, Fra e Ste che ci guardiamo entusiasti. Li abbraccio, li abbraccio stringendoli a me e loro ricambiano. Mi hanno tirato fuori da tutta questa merda dopo non so quanti anni, finalmente.
«Ora puoi dedicarti a Nicco e fare tutto quello che più ti piace!» Fra mi lascia un bacio sulla guancia e io le sorrido.
«Si ma adesso vorrei trovarmi un altro lavoro per mantenere Nicco, anche uno semplice mi bast..» Ste mi frena.
«Calma, ora abbiamo risolto questo e vedrai che adesso ti aiuteremo anche sul lavoro però prenditi una cosa per volta» mi spiega lui.
«Ha ragione Em, devi solo darti pace» aggiunge Fra «Comunque io adesso devo scappare, Marcello mi aspettava per pranzo, sono le 14!» io e Ste ridiamo.
«Allora vai dai, ci risentiamo» la invito io e lei annuisce.
«Ciao Em, ciao Ste» ci saluta e scappa via lasciandoci soli.
Siamo io e lui vicini e per lo più felici. È davvero importante per me tutto ciò.
«Grazie Ste.. davvero» mi confido prendendo la parola per prima.
«Ma va Em, ci tengo lo sai e poi è il mio lavoro» risponde lui.
«Si ma come posso ricambiare..?» penso e mi viene un'illuminazione «Te a pranzo devi andare a casa o da qualche parte?» chiedo curiosa.
«Nono, anzi volevo fermarmi ora a prendere qualcosa da qualche parte» mi spiega lui.
«Bene, se ti va allora possiamo andare insieme e ti offro qualcosa io» propongo ma lui subito ridacchia.
«Em non serve che mi offri qualcosa» dice portandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio «Possiamo andare comunque, ma non tirare fuori il borsello»

[Stefano]

È rilassata, sembra finalmente poter respirare senza qualcuno le dia noia. Io invece sono felicissimo del fatto che Riccardo si sia tolto di mezzo. A me lei piace, da morire. Siamo in una piadineria e stiamo pranzando. Era già troppo che non passavamo un po' di tempo insieme.
«Ste senti, oggi a che ore entri a lavoro?» mi chiede addentandola un altro pezzo di piadina.
«Oggi non entro, ho lavorato stamattina per il tuo caso e abbiamo anche vinto quindi ora voglio rilassarmi» le spiego e lei mi guarda.
«Ti va di stare da me? Poi passiamo a prendere Nicco quando esce dall'asilo.. aveva voglia di rivederti» beve un sorso di esta the e io quasi non credo alla sua proposta «Sempre se non hai da fare» sono veramente sorpreso.
«No..no! Non ho da fare niente.. per me va bene» le dico e lei sorride. Dovrò passare una giornata con lei e suo figlio. Finalmente mi sta facendo entrare nella sua vita.
«Vado a pagare, arrivo» ammette alzandosi ma la fermo.
«Em dai non dire stronzate, faccio io» alza gli occhi al cielo.
«Ste siamo nel 2018, possono pagare pure le donne. Non si offendono»

Senza Averti Mai Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora