[Emma]
Il tempo passa pressoché veloce e tutto mi sembra andare a meraviglia. I miei genitori cercano di essere sempre presenti nella mia vita. Nonostante io abiti a qualche chilometro dal centro vengono spesso a trovare me, Nicco e Ste. Con qualche difficoltà sono riuscita a spiegare a Niccolò che loro sono i suoi nonni e lui da quel giorno lì guarda con due occhi affascinanti. Il mio bambino è felice e io non posso che esserlo per lui. Non voglio fargli mancare proprio niente. Stefano ormai abita a casa mia e questa situazione mi rende fiera di ciò che sono riuscita a creare. Diciamo che nonostante piccoli liti di gelosia lo amo da morire. Marco ha provato a riscrivermi e chiamarmi, non troppo frequentemente, ma comunque Ste si è fatto sentire. È geloso da morire e da una parte lo capisco perché quello è comunque il papà di Niccolò, allo stesso tempo però io cerco di rassicurarlo perché in qualsiasi caso per me non è più niente. Rimane solo il padre di mio figlio anche se sono convinta che non se lo merita neanche, anzi se lo merita di più il mio ragazzo. Marco non sa niente, Marco è convinto ancora che quel giorno in ospedale io ho lasciato uccidere il nostro bambino. Forse è meglio che non sa niente anche se Stefano crede che sia meglio dirglielo. Io non so se voglio, sto bene in questo momento e in questa situazione. Arrivo in ufficio di Ste con moltissimi fogli in mano. Questo lavoro è tosto, anche se non sembra, però mi piace e mi da molte soddisfazioni. L'Exit è definitivamente chiuso, sono passata l'altro giorno di fronte al locale e c'è scritto "Vendesi". Devo ammettere che un po' mi è tremato il cuore perché nonostante tutto quello resterà il mio primo lavoro, il mio primo obiettivo verso Niccolò e la mia prima gratitudine. Rende di me una persona forte e purtroppo o per fortuna l'ho capito solo adesso. Ora mi ritrovo maturata e con una vita più o meno sistemata.
«Oh Gesù, quanta roba c'è oggi?» chiede Ste.
«Troppa amore» sbuffo posando quella roba sulla sua scrivania e lui inizia subito a darci un'occhiata.
Mi tocco le tasche della gonna incurvando le sopracciglia.
«Ma hai visto il mio tel..» non faccio in tempo a finire di parlare che si sente il suono di un messaggio e proviene dalla tasca di Ste. Lo guardo male. Ultimamente mi prende sempre il telefono per controllare tutto e a me da leggermente fastidio. Dovrebbe semplicemente fidarsi perché non deve temere di niente. Sa quanto lo amo e sa quanto tengo alla nostra relazione. Sbuffa passandomelo.
«Perchè?» dico semplicemente.
«Perche non mi hai detto che ti aveva riscritto?» domanda lui seccato e nervoso. Rimango un attimo con la bocca sospesa.
«Ste che senso aveva dirtelo? Tanto non è un problema, non me ne frega niente. Ti avrei solo fatto preoccupare per nulla» riesco finalmente a trovare le parole giuste ma lui sembra impazzire.
«Non è un problema?!» chiede stupito per lo più nervoso «Emma» si alza strappandomi nuovamente il telefono di mano. Lo sblocca e mi mostra gli ultimi messaggi che io non avevo ancora neanche letto.
"Ho saputo di tutto. Tutto ciò che te non hai nascosto. Quel nostro bambino è ancora vivo e tu per arrivare dove sei arrivata hai dovuto fare lavori che più che belli erano comodi per riuscire a tirare su tutto. Ti voglio chiedere scusa ma bastava anche un messaggio, quel giorno, con scritto 'non ho abortito'." Poi ce ne è un altro subito dopo.
"Bastava quel messaggio. Ero e sono stato un coglione ma anche tu sai quanto ci siamo amati. Con il tempo avrei capito e lo avrei accettato, invece non mi hai detto niente, hai fatto tutto da sola senza neanche darmi la possibilità di saperlo. Capisco che eri arrabbiata, che avevi paura però potevi pensarci prima, non ti avrei lasciato passare tutti questi anni dentro un locale porno. Possiamo parlare? Voglio conoscere nostro figlio.". Deglutisco sentendomi mancare l'aria ma ora, ancora una volta, non posso pensare a me ma a Stefano che è incazzato a mille, anzi geloso.
«Ti scrive messaggi del genere da giorni e non mi dici niente!» urla e mi viene da piangere.
«Ste io.. io l'ho fatto per noi. A me non me ne frega niente e non voglio che conosca Niccolò, non voglio davvero me lo porterebbe via» mi mordo un labbro cercando di trattenere le lacrime. Lui sbuffa cercando di calmarsi. Posa il telefono sulla scrivania e tira fuori una sigaretta dal suo pacchetto portandosela alla bocca.
Vorrei poter dire qualcosa ma non ci riesco. Lui si avvicina alla finestra spalancandola e inizia a fumare.
«Ti ho già detto che ha tutto il diritto di conoscere Niccolò» afferma ora più calmo ma continua a guardare fuori, non vuole guardarmi neanche per sbaglio.
«E cosa succederà poi Ste? Una volta che lo conoscerà come reagirà Niccolò? Io non voglio. Non ha mai conosciuto suo padre e anche solo conoscerlo lo farà impazzire. Passerà tantissimo tempo con lui, togliendolo a me» tiro su con il naso reprimendo ancora le lacrime.
«È suo padre, pensa a Niccolò a quanto potrebbe fargli piacere» finalmente si volta guardandomi.
«Ma lui sta bene anche con me, così» replico.
«Questo è ovvio, ma secondo me se lo merita di conoscerlo» è bello come nonostante tutto, nonostante la sua rabbia e la sua gelosia cerca di farmi ragionare.
«Dovrei rispondergli?» serra la mascella e simula un si che quasi vuole essere frenato per conti personali.
«Lo faresti solo per Niccolò vero?» chiede ora tornando un po' nero in volto.
«Amore, si» dico convinta e un po' si rilassa. Finisce di fumare richiudendo la finestra e mi avvicino a lui «Per favore, ti devi fidare di me e non essere così geloso. Capisco che è normale ma a me non mi interessa niente. Tutti quei messaggi scritti come se fosse lui la vittima che non è stato avvisato mi fanno schifo Ste, perché lui è scappato non mi ha dato modo di dire niente. Mi ha detto parole orribili che ricorderò sempre e mi ha fatto troppo male. Devi stare tranquillo io di lui non voglio più saperne niente, voglio stare con te e basta» la mia mano finisce sulla sua che rispetto alla mia piccola, è enorme. Sento che sospira e mi stringe la mano.
«So che Nicco mi legherà sempre a lui ma io so chi amo e so chi voglio nella mia vita» vedo finalmente le sue labbra distendersi in un sorriso. Mi avvicino e lo bacio.
«Rispondigli amore» parla ora lui.
«Ci penserò sta sera, ora lavoriamo» lui sorride e in due secondi il nostro lavoro si trasforma in sesso, ovvero amore, il nostro.
STAI LEGGENDO
Senza Averti Mai
أدب الهواةQuando tutto sta crollando, quando le aspettative sono poche e quando non ti resta veramente niente arriva il momento in cui con le tue uniche forze cerchi di rialzarti. Ma no, non lo fai per te, lo fai per chi hai messo al mondo: lo fai per tuo fig...