25

1.6K 52 62
                                    

[Emma]

«eddai a mamma non fare capricci che sei bravo» mugugno a mio figlio che continua a guardare la vetrina di questo negozio di videogiochi.
«mamma ma dai ce l'hanno tutti» replica lui mettendo il broncio «papà lo voglio» continua voltandosi verso Ste e a me viene da sorridere sentendo quel nomignolo.
«quale è?» chiede Ste avvicinandosi a lui e abbassandosi alla sua altezza. Nicco non risponde, lo indica semplicemente.
«ce l'hanno tutti i miei amici» sbuffa mentre intanto gli salgono i lacrimoni.
«nicco eddai» mugugno io conoscendolo. è vero, non voglio fargli mancare niente ma a volte fa capricci per cose stupide.
«dai vieni che te lo compra papà» sussulto guardando Ste che subito porge la mano a mio figlio che vittorioso entra nel negozio con lui. Entro anche io sentendomi leggermente sbagliata e poso una mano sulla spalla di Ste che guarda contento Nicco prendersi il gioco.
«non dovevi» mormoro mentre lui si volta avendomi sentita.
«cosa, non fare contento un bimbo che posso considerare mio figlio?» domanda e io sorrido posando il mio mento sulla sua spalla.
«amore ma così lo vizi subito» replico osservando i suoi occhi puliti e limpidi.
«ma va, per un gioco» mi sorride lasciandomi un bacio sulla fronte e dopodiché, alzandomi sulle punte, sono io a lasciargli un bacio ma sulle labbra.
«eccolo è questo» ci richiama Nicco e noi subito ci voltiamo guardandolo.
«va bene ma ringrazia papà» dico ovvia a mio figlio e lui fa subito quello che gli dico.
Andiamo in cassa a pagare e poi usciamo. In realtà mi dispiace che ha pagato tutto lui. È uno dei classici giochi per il DS che minimo paghi 30€ e mi sento un po' in colpa ma da una parte sono felice che Ste sempre a piccoli passi cerca di invadere la mia vita e prendersene cura. Torniamo a casa dopo aver fatto la spesa e senza neanche aver messo il piede in casa Ste sbuffa.
«Che?» chiedo posando una busta sul tavolo mentre intanto Nicco corre in camera sua per provare il nuovo gioco.
«Mi hanno mandato vari messaggi dall'ufficio e devo correre perché ci sono news sul caso» mi spiega continuando a leggere sul telefono.
«ma oggi amore? È sabato, è il tuo giorno libero» mormoro un po' dispiaciuta perché avevo voglia di stare con lui.
«amore se hanno bisogno devo andare, ci sta che facciamo veloce. ti aggiorno va bene?» mugugno mentre lui si avvicina lasciandomi un bacio sulle labbra che approfondisco. Ricambia e poi ci stacchiamo per mancanza di fiato.

[Stefano]

Corro in ufficio un po' scosso e curioso per le risposte. Entro subito e vado nella hall dove mi danno una chiavetta con allegati e vari fogli da leggere. Mi dirigo nel mio ufficio sedendomi di fronte alla scrivania e accendo il PC. Inserisco la chiavetta iniziando a leggere. Sussulto controllando via via anche i file nella chiavetta. Ci sono foto, foto su foto, allegati su allegati.
«fanculo» sbuffo sbattendo i fogli sul tavolo e alzandomi. Se solo potessi spaccherei qualcosa. Mi accendo immediatamente una sigaretta che finisco in poco tempo a causa del nervoso. Afferro il telefono solo per inviare un messaggio.
A "amore": non fare entrare in casa Marco, stasera parliamo
Invio rimettendo il telefono in tasca senza neanche aspettare una risposta. Mi rimetto seduto e inizio a preparare le varie cose per il mandato. Non se lo merita tutto questo, non se lo merita dopo ciò che ha passato.

[Emma]

È appena arrivato Marco a casa. Ultimamente è stracarino sia con me che con Niccolò. È sempre un po' geloso di Stefano ma questa ormai è la nostra realtà e non posso farci niente. Abbiamo appena finito di pranzare e il mio telefono bruca, è un messaggio.
Da "amore": non far entrare in casa Marco, stasera parliamo
Confusa corrugo ma fronte. È ancora geloso, possibile? Cosa è successo? Che poi lui era a lavori perciò non capisco cosa c'entra adesso Marco. Sto per rispondergli con un "tranquillo non essere geloso" quando il sangue nelle mie vene inizia a gelarsi. Mi blocco per un secondo guardando Marco giocare con Niccolò. Mi viene in mente il caso della droga ma spero sia solo un stupido gioco della mia mente. Lo spero vivamente.
Poso il telefono senza rispondere a Ste e mi avvicino a Marco.
«Senti puoi venire un attimo?» ride a Nicco annuendo e poi si volta sentendomi. Diventa subito serio e annuisce.
«tesoro torno subito» si alza venendo verso di me.
«Dimmi» dice lui guardandomi negli occhi, quegli occhi che sono sempre stati capaci di farmi cadere ai suoi piedi.
«Come stanno andando le cose fuori da qua?» domando. Non voglio chiedergli niente direttamente.
«In che senso Emma?» vado in cucina per allontanarmi il più possibile da Nicco. Non voglio che ascolta i nostri discorsi. Marco ovviamente mi segue.
«No nel senso con Gaia.. con gli amici, il lavoro.. insomma raccontami» mormoro curiosa, in realtà non mi interessa niente di ciò vorrei solo sapere ciò di cui necessito.
«Con Gaia non c'è niente Emma te l'avevo già spiegato, gli amici in che senso? Sai che ho sempre avuto pochi.. importanti ne avrò 3 o 4.» mi spiega «E lavoro continuo a fare il meccanico.. ma perché queste domande?» scrollo le spalle sembrando tranquilla.
«Niente così» mento abbassando lo sguardo e appoggiandomi di schiena ai fornelli.
Mi si avvicina.
«Emma guarda che ti conosco non mi prendere per il culo» replica e io sospiro.
«Forse è meglio che se per oggi mi lasci sola con Nicco» spiego non sapendo come mandarlo via.
«Ma come, che ho fatto mo» mi guarda senza capire.
«Ti prego Marco, voglio passare un po' di tempo da sola con Nicco che ormai con il lavoro nuovo da segretaria e tutto non ho molto tempo per starci da sola spiego e lui scrolla le spalle indifferente.
«Come vuoi Emma» mormora tornando in salotto e prendendo il suo giacchetto «Ma ricordati che io tempo da solo con lui non l'ho mai avuto» afferma per poi tornare a salutare Nicco in cameretta e a me inizia a salirmi troppo nervoso.
«Non l'ho scelto io di non farti passare tempo da solo con lui» dico decisa una volta che torna. Lui si volta fissandomi e avvicinandosi pericolosamente.
«Smettila di rinfacciarmelo Emma» mi punta il dito contro e sobbalzo «Non potevo esserci fin da subito, non potevo prendermi una responsabilità del genere. Ti ho detto una marea di cazzate ovvero che non ti amavo più, che sei stata solo una troia e invece non è mai stato così. So che ti ho ferito con le parole, so che ho sbagliato a comportarmi in un certo modo ma l'ho fatto solo per proteggervi dai miei problemi. Ci tengo ancora a te Emma e sono gelosissimo di Stefano ma lui non c'entra niente anzi ti ha salvato la vita perciò è giusto che ami un ragazzo come lui.» deglutisco sentendo che mi mancano le parole. Sta un po' immobile a fissarmi ma poi sospira prendendo la sua roba e va verso la porta.
«In qualsiasi caso è vero che ti avevo fatto le corna ma perché non provavo più ciò che provavo all'inizio, però questo non vuol dire che non ci tenevo e che non ci tengo a te come persona» conclude il suo monologo aprendo la porta.
«Marco te non mi hai mai parlato di niente» sussurro perché davvero non riesco a parlare.
«Di cosa dovevo parlarti dei miei problemi? Ti avevo fatta soffrire, ti avevo fatto le corna, non mi interessavi più. A cosa mi sarebbe servito parlarti di me? Ho preferito allontanarti, tanto il sentimento iniziale non c'era più da parte di entrambi e poi non potevo prendermi la responsabilità di avere un figlio» esce dalla porta sbattendola. Sono ancora più confusa. Sbuffo buttandomi seduta sul divano. Non capisco più niente.

Senza Averti Mai Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora