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[Emma]

Francesca non mi parla. Lavora e evita pure il mio sguardo. Ma io dico: perché mi sono fatta convincere e sono venuta qua? Stefano poteva starsene pure zitto però che ne sapeva lui che lei non conosceva questa parte del mio lavoro?
«L'avvocato ha mandato questi e ha detto che li rivuole compilati e corretti il prima possibile» spiega Francesca a Stefano mentre va da una stanza all'altra. A me gira quasi la testa.
«Fra io vado» pronuncio e dopo poco cala il silenzio.
«Fa quello che vuoi, tanto sono a lavoro» risponde lei girata di spalle senza neanche guardarmi. Sbuffo e Stefano ci osserva come un bambino che si sente in colpa. Mi alzo dalla poltroncina dove mi ero seduta e afferro la mia borsa.
«E dove vai senza macchina?» mi chiede la mia amica mentre continua a sistemare i fogli per Stefano.
«Ho le gambe, prenderò un taxi o la metro e poi torno a casa» confesso e lei annuisce per poi uscire dalla stanza di Stefano e io la seguo salutando lui un po' imbarazzata.
«Io vado..» le dico nuovamente mentre si prepara un caffè alle macchinette e lei annuisce.
«Senti..» sospiro «Stefano non sa niente di Niccolò quindi non anticipargli niente.. se voglio glielo dirò io» adesso finalmente mi guarda.
«Stasera dobbiamo parlare» dice semplicemente.
«Fra.. davvero» intervengo nuovamente io.
«Non gli dico niente però dobbiamo parlare davvero» faccio un sospiro di sollievo e le sorrido.

[...]

Sono sul mio letto insieme a Niccolò mentre cerco di farlo addormentare per togliere così più lavoro a Franci.
«Ma quindi mamma mio papà è come me?» sorrido alla sua domanda accarezzandogli i suoi capelli biondi.
«In realtà papà ha i capelli ricci ricci tutti neri! Come lui hai gli occhi verdi» gli spiego pensando al mio ex. È stato pessimo con me e mi ha fatto un male assurdo tanto da portarmelo dietro ancora oggi. Mio figlio mi chiede sempre di lui ma non so dargli molto spesso delle valide risposte.
«Dai dormi amore» gli dico lasciandogli un bacio sulla fronte e stringendolo a me. È così piccolo ma così bello. Non saprei mai rinunciare a lui, faccio tutto per lui e devo tutto a lui.
«Buonanotte mamma, ti voglio bene» sorrido di cuore. È per questo che lo faccio.
«Anche io ti voglio bene» lo stringo a me aspettando che si addormenti. Il suo respiro mi rilassa e mi fa sentire ancora viva, come quando ascolti mare e il rumore delle sue onde. Sì addormenta e con lui anche io mi appisolo ma dopo poco ricordo che devo andare a lavoro, che mi aspetta una serata devastante anche se è soltanto Lunedì. Mi alzo rimboccando le coperte a Niccolò e torno in salotto. Prendo le pillole, come se fossero un rito ogni giorno e mi affogo ogni volta nei pensieri fino a quando bussano alla porta.
«Chi è?» chiedo controllando l'ora che segna l'orologio in salotto.
«La tua meravigliosa amica! Apri!» riconosco la voce di Fra e sorrido leggermente andando alla porta ad aprire.
«Ssh, Nicco dorme!» reprime tutte le cose che voleva dirmi e annuisce.
«Come mai così presto?» parlo io piano e lei successivamente mi imita.
«Perchè dovevamo parlare, ricordi?» mi spiega e io annuisco imbarazzata mentre lei, come se fosse a casa sua, si stravacca sul divano.
«Andiamo, parlami di Stefano» arrossisco mordendomi un labbro, sedendomi di fianco a lei.
«Te l'ho detto.. ci siamo conosciuti al locale la sera del suo compleanno» mi guarda cercando di scrutarmi ovunque. A un certo punto le si illumina la faccia.
«Scusa e chi era quel ragazzo che qualche sera fa ti ha riportato a casa? Mi avevi detto che era un amico» cerco di ricordarmi e poi capisco cosa intende.
«Era Ste» ammetto e lei mi osserva.
«Non mi dite.. vi frequentate?» chiede sorpresa ma allo stesso tempo felice.
«No..nono non è che ci frequentiamo» e cosa Emma? Fate sesso quando volete? «Ci siamo visti qualche volta»
«E siete andati a letto insieme» dice ovvia e io improvvisamente divento bordeaux. Annuisco imbarazzata.
«Una volta e basta?» chiede lei curiosa.
«Due» sussurro ricordando per un secondo quegli splendidi momenti.
«Perchè lui ha parlato di un certo servizio?» mi prende alla sprovvista e deglutisco.
«Servizio?» chiedo io ingenua.
«Si Emma.. è proprio di questo che dovevamo parlare» sentenzia lei ma io cerco di negare ancora.
«Che servizio?» le richiedo mentre intanto mi sto trucidando le labbra.
«Beh dovresti dirmelo tu» dice un po' acida e stavolta la guardo. Il suo sguardo è leggermente duro ma come al solito pronto a capirmi.
«Faccio dei servizi in più.. » ammetto vergognata come un verme «Dopo le esibizioni.. sotto consiglio di Riccardo»
Sospira guardandomi «Emma.. che tipo di servizi?» deglutisco mentre mi sudano le mani. Non sono pronta a sentirmi chiamare "troia" dalla mia migliore amica, da colei che mi ha salvato la vita.
«Una volta a settimana la gente paga per venire a letto con me» butto fuori sentendo il mio cuore tamburellare più veloce che mai.
«Cosa?» quasi urla e io la prego di abbassare la voce «Emma ma che cazzo dici? Ma cosa ti salta in mente?»
«Fra.. ti prego.. sai che ho bisogno dei soldi» ho le lacrime che stanno per strano fare dagli occhi.
«Quante volte ti ho detto che ti avrei aiutata io? Perché non me ne hai parlato? Sapevi che io ero qua e ti avrei aiutata e invece vai a fare la puttana! Emma cazzo» scoppio a piangere sentendomi un macigno sporco addosso. Io sono sporca.
«Licenziati» dice dura, quasi a volermi obbligare.
«Non posso Fra» tento a spiegare.
«Non puoi? Ma come non puoi? Vai da Riccardo e glielo dici, che mai potrebbe dirti? Io non so come ragioni Emma, davvero» è arrabbiata, forse delusa. Forse preoccupata per me. Io mi sento una fallita.
«Fra non posso davvero..» sussurro cercando di schiarire la mia voce.
«Ma ti rendi conto? E Stefano ti ha conosciuta così? Bello! Bellissimo devo dire. Menomale che Marcello non sa che lavori mezza nuda al pub, menomale non sa che sei te sennò col cazzo che avrebbe pagato Stefano per scoparti... e pensa se lo sapevo ancora prima io!» lei continua a sbraitare mentre io cerco invano di calmarmi.
«Ma con lui è stato diverso» ammetto e lei boccheggia nervosa.
«Ah, vorresti dire che con lui è stato più bello perché ce la più grosso? Ma che discorsi fai?» sbuffo con le lacrime che cadono ripetutamente.
«Fra perché è sempre tutto così monotono, non provavo più niente a fare sesso.. con lui ce l'ho fatta» mi guarda storto.
«Emma ma davvero stai facendo discorsi da troia?» alza la voce restando dura e io deglutisco. Non sono discorsi da troia. Non può capire. Non può capire perché non sa cosa fa Riccardo. Ma va bene così, non è il caso di spiegarglielo. Alzerebbe un polverone e io non posso permettermi tutto ciò dopo le minacce di lui.
«Ma dopo tutto quello che ho fatto per te, che abbiamo fatto insieme.. tu ti riduci così?» mi chiede ora calma ma con un velo di tristezza sugli occhi.
«Emma.. tu non sei più quella che conoscevo io.. che ti succede?» una lacrima riga il suo volto e adesso mi sento ancora più fallita. Sono riuscita a far piangere lei.
«Perche non mi parli mai? Non mi racconti più niente!» è disperata ma io non riesco a risponderle. Non riesco a raccontarle niente.
«Scusami Fra.. devo andare.. se sei arrabbiata e non vuoi tenere Niccolò dimmelo. Trovo un rimedio.» afferro il mio borsone ma lei non mi da risposte. È così che me ne vado, chi tace acconsente.

Senza Averti Mai Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora