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[Stefano]

Ci guardiamo con un'aria di sfida che non promette per niente bene.
«Davvero fai questo gioco? Dai così rischi di farti male e cadere» spiega Marco mentre Emma prepara la cena. Ultimamente Marco passa sempre da noi, saranno già due o tre giorni che a cena si ferma qua. Sono stato fortunato perché in questi giorni sono sempre uscito per l'orario di cena ma se dovesse arrivare un caso più tosto devo stare a lavoro più tempo e questo vorrebbe dire che io non potrò controllare Emma e Nicco quando c'è Marco.
«Ma a me piace acchiappino, ci gioco sempre con Ste» Marco mi fulmina «E anche con mamma» continua. Io sospiro facendo finta di niente, finta che non mi stia guardando così.
«Ma sì infatti non si fa niente, ci divertiamo. E poi se cade si rialza» si intromette tranquillamente la mia ragazza.
«Ma perché vieni sempre a casa nostra? Non ha senso cioè capisci siamo già al completo non ci entriamo più. C'è la mia mamma, io e anche il fidanzato di mamma che io gli voglio tanto bene come se fosse il mio vero papà!» ho un tuffo al cuore che inizia ad andare all'impazzata e anche Emma sorride per le parole di Niccolò. Solo una persona non sorride ma mi guarda ancora più male. Adesso piomba il silenzio, Marco guarda Emma e so cosa vuole fare.
«Tesoro, Stefano non è il tuo vero papà e lo sai bene» dice Marco abbassandosi alla sua altezza.
«Lo so ma gli voglio bene uguale io perché lui ci vuole tanto bene» spiega Nicco sorridendomi. Ricambio il suo sorriso ma non posso fare a meno di guardare Marco innervosirsi.
«Emma..» Marco si pone verso di lei agitato.
«Marco io.. non posso farci niente» sussurra Emma. Marco mi guarda incazzato nero, cerca un modo per risolvere questa cosa e per cercare di ribaltare la situazione. Guarda Emma che capisce subito le intenzioni di Marco e sospira.
«Nicco..senti» dice lui «Io sono il tuo vero papà»
Emma chiude gli occhi per evitare di guardare la scena, io deglutisco un po' nervoso e Niccolò è immobile. Lo guarda con gli occhioni grandi e lucidi. Non faccio in tempo a prenderlo che in due secondi si butta su Marco e sulla sua gamba, lo prende a pugni e butta le mani dove capitano iniziando a piagnucolare.
«Cattivo» urla e poi corre via verso di me. Allunga le braccia verso di me e sono costretto a prenderlo in braccio.
«Nicco calmati» gli dico io. Posa la testa nell'incavo del mio collo e mugugna lamentandosi. Piange. Anche Marco ha le lacrime agli occhi e immagino quanto potrebbe sentirsi una merda, oppure quanto potrebbe essere geloso di me in questo momento. Non posso farci niente, è lui che li ha lasciati da soli e io che poi mi sono innamorato di loro. Ma tanto lui non c'era più.
Emma si sta trattenendo, non sa cosa dire, è immobile con un magone enorme in gola. La conosco ormai. Marco ci guarda, stringe gli occhi e poi va via. Sentiamo la porta chiudersi e Emma va in un'altra stanza. Starà andando in camera, o in bagno.
«Io non lo voglio lui Ste» parla Nicco ora più calmo. Alza la testa guardandomi.
«Io voglio che sei te il mio papà, l'altro non lo conosco» mugugna.
«Amore ascoltami..» dico cercando di tranquillizzarlo «Io mica me ne vado, sto qua quando vuoi.. forse però è giusto che conosci un po' anche lui» gli spiego.
«Non mi ha mai voluto, io non lo voglio adesso» bofonchia questo bambino di soli 4 anni, quasi 5.
«Ma non è vero Nicco..magari non aveva la possibilità di vederti» dico mentendo anche a me stesso ma lo faccio solo per lui.
«Ti ho sentito parlare con la mamma.. lui non voleva che nascessi» sospiro.
«Era giovane e non era molto consapevole, se ora è tornato vuol dire che veramente ti vuole.. e poi tu potrai avere finalmente un vero papà come tutti i tuoi amici!» scrolla le spalle giocando con il colletto della mia maglietta. Poi mi abbraccia.
«Stefano io ti voglio bene» mi abbraccia e sorrido di cuore.
«Anche io amore mio» gli lascio un bacio e poi lo faccio scendere.
«Vado un attimo dalla mamma ok?» annuisce «Tu inizia a giocare poi ti raggiungo»
Mi avvio verso il bagno ma non c'è. Vado in camera e la vedo seduta sul letto, nel margine, con le mani sul volto.
«Amore» mi siedo accanto a lei e l'abbraccio lasciandole un bacio tra i capelli.
Tira sul con il naso e confermo, come immaginavo, che sta piangendo.
«Ei» toglie finalmente le mani e posso vedere la sua faccia emotivamente distrutta.
«Se lo merita quel coglione» cerca di asciugarsi la faccia «Mi dispiace solo per Niccolò, lui se lo merita ma è logico che così di punto in bianco non lo accetta»
«Lo so amore, hai ragione» si volta e mi guarda «Bisogna solo dare del tempo a Nicco e fargli capire che può provare a perdonarlo. È un bambino ed è piccolo, non è cattivo vedrai che lo perdonerà se Marco lo permetterà. Tu  la cattiveria non gliel'hai mai insegnata e non gliela insegnerai, o insegneremo, adesso» annuisce consapevole e d'accordo con le mie parole.
Mi bacia e sorrido.
«Grazie Ste» le sorrido stampandole un ulteriore bacio «Ma come fai?» continua lei. La guardo non capendo.
«A far che?» chiedo.
«A far sembrare tutto così semplice» sorrido portandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
«Cerco solo un modo per stare tranquilli, poi sappiamo che non è semplice ma almeno così viviamo meglio» le spiego e lei annuisce sospirando.
«Nicco è di la?» mi chiede alzandosi.
«Sisi mo vado da lui che tanto gli ho promesso che gioco con lui» mi alzo anche io.
«Allora sto con voi»

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