SEQUEL NON ANCORA CONCLUSO
Ho iniziato a scrivere questa storia a tredici anni...abbiate pietà :'(
"Hai finito di preparare tutto?" Mio padre sbuca dalla porta di camera mia col suo solito sorriso che tanto amo. Ancora non ci credo che dovrò lasciare l'uomo della mia vita, che mi ha protetta e cresciuta per tutti questi anni, e la mia dolce casa in cui ho vissuto fin da bambina.
"Si, spero di non aver dimenticato niente." Infatti ho la sensazione di aver dimenticato qualcosa, ma è sempre così. Ogni volta che devo lasciare casa per un certo periodo ho sempre il presentimento di aver dimenticato qualcosa. Non sopporto questa sensazione e non è per niente d'aiuto dato che già sono in ansia di mio.
"Bene, fra un quarto d'ora ti porto in aeroporto." Annuisco e lui se ne va.
Devo partire per Miami, a studiare in un college. Per me è una cosa strana. È strano stare lontano da casa mia e dalla mia famiglia per mesi e di sicuro sentirò troppo la mancanza di mio padre e del mio fratellino, Nathan. Ha sette anni e penso non riuscirà ad abituarsi molto alla mia mancanza, insomma, sono un ottima sorella, modestamente, e il bene che ci vogliamo non si può misurare.
Chiudo la mia valigia e vado in bagno.
Faccio una doccia calda per poi prepararmi. Indosso una maglia a maniche lunghe nera che infilo dentro ai jeans strappati al ginocchio. Metto del mascara e la matita, odio il trucco esagerato.Esco da camera mia e appena entro in cucina noto il muso del mio fratellino.
"Buongiorno." Gli schiocco un bacio sulla guancia ma lui resta là dov'è.
Solo dopo qualche secondo si decide finalmente a parlare.
"Non voglio che tu te ne vada.." Smette di mangiare il suo latte con i cereali e mi abbraccia. Lo stringo appoggiando la mia fronte sui suoi ricci neri.
Ora che ci penso, neanche io mi abituerò facilmente alla sua mancanza...
"Cercherò di venire a trovarvi almeno una volta al mese e ti chiamerò ogni volta che potrò."
"Ma non è la stessa cosa!" Mi stringe di più a se e quasi quasi mi viene da piangere ma non lo faccio. Sono una ragazza che non piange praticamente mai se non alcune delle volte in cui penso a mia madre. Era una donna speciale per me, il mio punto di riferimento. Parlo al passato perchè è morta pochi anni fa. Lei aveva sempre voluto che andassi a studiare in un college e dopo la sua morte mio padre cercava di convincermi ad andarci, ma solo quest'anno, nonché ultimo, ho deciso di partire.
Penso sarà difficile, soprattutto perchè siamo a novembre quindi si saranno già creati quei gruppetti e io sono negata nel socializzare. Infatti non ho mai avuto molti amici. Ma è piacevole starmene a casa mia a leggere libri mentre bevo un bicchiere di latte e caffè tutta sola. Faccio anche molta fatica a fidarmi delle persone, e non succede quasi mai. Qua non ho veri amici, solo i conoscenti con cui sto a volte. E non ho mai avuto un legame forte con loro ma a me va bene così.
"Lo so...mi mancherai tanto anche tu."
[...]
Una voce metallica che comunica che l'aereo sta per atterrare a Miami mi fa aprire gli occhi. Ho dormito per quasi tutto il viaggio. Mi manca il mio letto, qua è impossibile dormire comodamente. Dannati sedili.
Appena l'aereo atterra la gente inizia ad alzarsi.
Scendo dalla scala che porta a terra e mi rendo conto di quanto faccia caldo. Sono molto più abituata al clima freddo di Toronto.
Dopo aver fatto i controlli e tutto esco dall'aeroporto e prendo un taxi.
Guardo dal finestrino le strade di Miami. Questa città è magnifica, forse la adoro perchè è una città di mare e io adoro le palme lungo le strade e ciò che ha acche fare con l'acqua. Anche se sono stata sulla spiaggia poche volte nella mia vita, la mia famiglia tipicamente va in vacanza in montagna.
Dopo una decina di minuti finalmente il taxi si ferma. Questo posto è grandissimo...sarà almeno 15283682 volte la mia vecchia scuola!
"Grazie." Dico al tassista dopo che mi ha tirato giù le mie due valigie dal bagagliaio. Gli do i soldi e mi incammino per entrare dentro al grande edificio.
Devo cercare la segreteria, ma non ho idea di dove sia. Provo a seguire le piante posizionate sui muri ma non capisco un'accidente. Sono negata con le mappe e cose del genere.Mi decido a fermare un ragazzo per chiedergli indicazioni.
"Scusa, sai dov'è la segreteria?"
È un tipo molto bello, moro con delle ciocche che vanno leggermente sul biondo, occhi color nocciola e devo dire che ha proprio un bel fisico.
Calma gli ormoni.
Ed ecco la mia stupida coscienza.
Stai insultando te stessa.
"Cercatela da sola." Risponde bruscamente il ragazzo davanti a me. Lo guardo sbigottita mentre se ne va. Ma cos?! Seri?! Gli ho chiesto solo un'indicazione, non mi sembra tanto.
Sono appena arrivata e una persona mi sta già sul cazzo, wow record!"Iniziamo bene." Dico fra me e me.
Dopo una ventina di minuti finalmente la trovo. La segretaria mi da una chiave e delle raccomandazioni che durano ore, non la smette di parlare finche non entra dentro la stanza un ragazzo.
"Ce ne hai messo di tempo Grier!" Gli esclama la segretaria.
"Si, scusi." Risponde il ragazzo. Ha degli occhi fantastici, azzurri come l'oceano e dei capelli mori.
Mhh..qua i ragazzi non scherzano nehh.
Beh...forse.
"Accompagna la ragazza a fare un giro del campus, invece te le valigie le puoi lasciare qua per adesso, dopo passi a prenderle."
"Okay."
Mi alzo dalla sedia e seguo il ragazzo dagli occhi stupendi. Mi sorride e naturalmente ricambio. Usciamo dalla segreteria e lo seguo.
"Allora...come ti chiami?" Chiede il ragazzo di cui ancora non so il nome.
"Alexis." Mi sento un pò a disagio. Uff..odio la mia timidezza. Ma anche se ho questo carattere avvolte posso diventare una bestia feroce, soprattutto se mi fanno arrabbiare, da angelo mi trasformo in satana.
"Io Nash."
"Sei di Miami?" Mi chiede con faccia curiosa.
"No, vengo da Toronto" Si nota così tanto che non sono di queste parti?
"Infatti si sente dall'accento." Ridacchia e mi aggiungo a lui. È piuttosto simpatico. Per ora.
Ci metteremo almeno due ore se non di più, questo posto è davvero grande.
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Il mio fottutissimo 394
FanfictionFANFICTION (CAMERON DALLAS) Alexis è una ragazza di diciassette anni che qualche anno dopo la morte della madre viene convinta dal padre ad andare a studiare in un college a Miami per il suo ultimo anno di liceo. Lì inizia una nuova vita, non da sub...