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Mi siedo vicino a lui, che guarda un punto fisso della camera. Ovviamente ha sentito tutto, di sicuro anche in California l'avranno sentito. Gli accarezzo i capelli e lui non si sposta neanche di un centimetro.

"Fino a qualche mese fa tu non avresti mai saltato scuola per divertirti."

"Non avresti mai dovuto mentire a tuo padre per andare in giro con qualcuno." Comincia e capisco subito il concetto.

"Ho fatto ste cose perchè volevo farle, non di certo perchè mi hai cambiata o cazzate del genere." Affermo ma lui non sembra essere convinto.

"Ti starà aspettando.." Cambia discorso mettendosi seduto per poi alzarsi.

"Può aspettare quanto gli pare." Afferro il suo braccio sperando che si risieda ma lui ridacchia.

"Su andiamo." Mi prende per la vita riuscendo ad alzarmi, come se fossi una bambina di cinque anni.
Comincia a camminare verso la porta e io aggancio le mie braccia e le mie gambe al suo corpo. Appoggio la mia testa sulla sua spalla e lo stringo a me. Arriviamo in camera mia, o almeno la mia ex camera, e si siede sul letto. Mentre io sono ancora aggrappata a lui come un koala.

"Non voglio che tu la pensa veramente così." Appoggio la mia fronte sulla sua e la mia mano sulla sua guancia.

"Ne parliamo dopo." Sussurra ma io scuoto la testa. Dopo un attimo di silenzio risponde all'affermazione di prima.

"Non vuoi, ma magari è vero." Abbassa lo sguardo sulle mie labbra.

"Non devi ascoltare mio padre, se solo sapesse come sei fatto veramente non avrebbe detto quel che ha detto." Lui in risposta annuisce lievemente e poco dopo torno coi piedi sul pavimento. Prendo le due valigie e con il suo aiuto comincio a riempirle.

"Quanto ordine." Sussurra Cameron come se fosse stupito e ridacchio.

In poco tempo finiamo. La camera è praticamente vuota, come l'avevo trovata il primo giorno in cui venni qui.
Con solamente l'armadio, la scrivania e il letto.

"Ti accompagno?"

"Meglio di no, prima che mio padre ti fucili." Dico tirando un sorriso e lui ridacchia.

"A dopo." Mi lascia un bacio sulla fronte e poi esco da questo dormitorio. Penso che mi mancherà.

Qualche minuto dopo sono già davanti alla porta della mia nuova abitazione, dove trovo mio padre. Apro la porta con le nuove chiavi. Questo posto è così..triste.

Appoggio le mie valigie nella camera.

"Io vado, ho il volo fra due ore." Tiro un sorriso. Si avvicina a me stampandomi un bacio.

"Ci vediamo." Dico semplicemente dato che non mi è ancora passata. Dopo una serie di raccomandazioni, è già fuori dal dormitorio. Sbuffo ed esco anche io da lì, trovandomi davanti Nash.

"Ehii, che ci fai qui?" Chiede storcendo un sopracciglio.

"Mi sono trasferita." Roteo gli occhi mentre lui mi schiocca un bacio sulla guancia come saluto.

"Seria? Perchè?"

"Mio padre.." Lui annuisce, come se ne sapesse qualcosa.

Il mio fottutissimo 394Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora