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CAMERON'S POV.

Scendo le scale di casa mia dopo aver posato lo zaino e la valigetta che mi ero portato dietro per tutta questa settimana.
Non mi sento tanto stanco. Beh, devo anche risparmiare le mie energie per la festa di sta sera. Ormai è quasi sera, e sono tornato da Toronto da poco.
Penso che ripartirò là dopo la vacanza. Avevo promesso a Nathan di portarlo allo stadio, e non ho intenzione di far finta di niente.

Vado in cucina e cammino dritto verso mia madre. La abbraccio da dietro e le dò un bacio sulla guancia.

"Com'è andata?" Chiede tagliando i cetrioli davanti a lei. Ci penso sù.

"Come al solito..il padre della mia ragazza mi odia e mi incontro con lei come se fossi un delinquente che spaccia droga." Dò vita ai miei pensieri, guardando un punto fisso davanti a me. Mamma al mio paragone ridacchia, per poi tornare seria.

"Tutto passerà." Che dire..facile a dirsi.

"Non sarà di certo Chris a separarvi. Sta tranquillo." Mi accarezza la guancia come ogni volta che mi vuole consolare. Sento gli occhi pizzicare leggermente, ma caccio le lacrime. Magari vi sembra banale, ma non è bello sapere di essere odiato da una persona, che per di più è il padre della ragazza che ami. Non è bello pensare ogni volta ai tuoi sbagli, alla cazzate che hai fatto, facendoci male a qualcuno. Non è bello e ogni giorno cerco di perdonare me stesso, ma non ci riesco completamente. Penso di aver fatto dei passi su questo argomento, ad essere andato più avanti, solamente grazie ai miei genitori, Mad e Nash. Chissà cosa starei facendo adesso se non ci fossero stati loro.

"Sta sera non ci sono." Cambio argomento, staccandomi dal suo corpo.

"Dove vai?"

"Alla festa di Matt."

"Oh, giusto! Fagli gli auguri da parte mia." Afferma e nello stesso momento il campanello suona.

"Va bene." Rispondo pronto per andare verso l'entrata.

"Non ti riposi neanche?" Chiede e scuoto la testa.

"Sto bene."

Apro il portone ritrovandomi davanti Nash con in mano due cartoni di pizze.

"Già pranzato?" Chiede allargando le braccia con un sorriso da ebete in faccia.

"Tu si che sei un vero amico." Entra soddisfatto e chiudo la porta.

"Buongiorno Eleanor!" Esclama Nash a mia madre entrando in cucina.

"Ciao Nash." Ricambia il saluto mia mamma con un un sorriso.
Ormai per lei Nash è come di famiglia. Ci conosciamo dalla prima elementare. Tutti erano amici fra di loro, ma io ero nuovo della classe dato che ero arrivato mesi dopo. Il primo giorni lui è stato l'unico a parlarmi, l'unico ad aver voluto essere mio amico fin da subito.

Apparecchiamo ed io ed il mio amico ci accomodiamo sul bancone a mangiare le nostre pizze.

"Cosa regalate a Matt?" Chiede mamma mangiando il suo mix di verdure.

"Una lampada che cambia colore." Afferma Nash fiero di sè e ridacchio.

"Beh? Può metterla nel frigo e osservare il suo cibo cambiare colore. Sempre meglio che un pigiama a forma di dinosauro!" Mi contraddice e mia madre ci guarda divertiti.

"Almeno per i suoi diciott'anni potevate fare qualcosa di serio." Afferma lei.
La parola serio non fa parte del vocabolario dei miei amici in occasioni del genere.

"Non c'è spazio per la serietà fra di noi." Annuisco in segno di approvazione all'affermazione di Nash.

[...]

Il mio fottutissimo 394Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora