ALEXIS' POV.
Ed eccoci qui, di nuovo, seduti sulle poltrone dell'ufficio del preside. Beh, quest'anno ci sono stata fin troppe volte.
Alla fine abbiamo scoperto che Hunter ci ha visti uscire dal parco, e ha fatto la spia. Appena abbiamo messo piede in classe un bidello ci ha fermati, dicendo che ci voleva vedere il preside."Lo so che Hunter è stato veramente bastardo, ma almeno cercate di non farvi beccare!" Ironizza lui ridacchiando. Subito dopo torna serio.
"So benissimo che avete poca libertà in questo college e non vedete l'ora che arrivi l'anno prossimo, ma le regole sono queste e nonostante tutto devono essere rispettate."
"Non è la prima volta che venite scoperti a fare qualcosa del genere. Mi spiace ma questa volta non posso chiudere un occhio, e dovrò avvisare le vostre famiglie."
Ovviamente non possiamo dare torto al preside. Questo è il suo lavoro, e deve punirci di tanto in tanto. Anche se adesso sto pensando di più al fatto di come sia aperto e simpatico con noi. Anche i rimproveri li rende meno pesanti.
Ma da quale psicopatico Hunter ha preso il carattere?"Potete andare a lezione."
Poco dopo siamo già in classe per l'ora di algebra. Cerco di pensare il meno possibile a ciò che è appena successo e di stare attenta alla prof.
Quando suona la seconda campanella, tutti si alzano. Esco dalla classe insieme a Cameron che mi prende la mano, accarezzandomela con il pollice.
[...]
"Magari potrei salire a Toronto per qualche giorno." Io e Cam siamo stesi sul suo letto. Adoro stare in questo dormitorio, quando non c'è quell'oca di Kimberly ovviamente. Lui ha la testa appoggiata sul mio ventre, mente io gli accarezzo i capelli.
"Penso che tu possa resistere per una settimana." Ridacchio mentre lui punta i suoi occhi su di me.
"No no, sei tu quella che non mi resiste, per questo lo faccio." Afferma soddisfatto e io scuoto la testa . Poco dopo si alza, prendendo delle carte dalla scrivania
Uno."Sta volta non vincerai." Mi metto a ridacchiare mentre lui mescola le carte.
Poi tutti e due ne abbiamo sette davanti. Comincia lui, con una carta blu. Ne butto una dello stesso colore. Lui fa cambio colore, decidendo il rosso.
Dato che non ho carte rosse e pesco una carta, gialla. Noto il ghigno che si sta dipingendo sul suo volto. Continuiamo a giocare.
A lui rimangono solamente due carte e a me quattro. Butta un +4, ridendo fiero di se. Prendo le quattro carte dal mazzo aggiungendole alle mie."Dico verde!" Butta la sua ultima carta per poi alzarsi dal letto vittorioso.
"Pensavo di vincere, eh?!" Scherza facendomi ridere.
"Hai vinto una volta su un milione, non ti montare troppo la testa."
A interrompere il tutto è il mio telefono che squilla. Sento il cuore salirmi in gola quando la chiamata di Papà si fa spazio nello schermo.
"Arrivo." Faccio alzandomi sospirando per poi andare in corridoio.
Non ho assolutamente intenzione di fargli sentire la chiamata. Non adesso che le cose filano bene e non abbiamo per tutto il tempo tirato fuori l'argomento mio padre."Pronto?" Inizialmente mi saluta anche lui, poi tira fuori la bomba.
"Mi è arrivata una mail dalla scuola" La sua voce si fa più dura.
"Si può sapere cosa ti prende?" Potrei benissimo immaginare il suo sguardo infuriato, il braccio conserto e le sue sopracciglia aggrottate.
Abbasso lo sguardo sui miei piedi. "Cosa dovrei rispondere?" Mi verrebbe da chiedergli."Non mi stai piacendo in questo periodo." Continua sospirando.
"Eri con lui, vero?" Sapevo l'avrebbe chiesto. E questo non fa altro che peggiorare la sua visione di Cameron.
"Si..ma non centra niente." Sospiro alzando il braccio in aria.
"Come non centra niente?!" Sbraita come se fosse una cosa ovvia. Dopo qualche secondo di silenzio, mi fa un'altra domanda.
"Chi ha deciso di andare?"
"Tutte e due." Roteo gli occhi andando in cucina per poi sedermi.
"Ha una pessima influenza su di te."
"Perchè la colpa dovrebbe essere sua? Se non fossi voluta andare me ne sarei semplicemente stata qua." Sono stufa di queste discussioni su di lui. Le decisioni le prendo io, non Cameron su di me.
"Va bene.." Conclude su quell'argomento. Finalmente..
"E sentiamo..perchè ieri mi hai riattaccato?" Perfetto. Di male in peggio!
"Io.." Cerco di poter dare una scusa plausibile ma non mi viene niente di coerente. Mi arrendo e dico la verità.
"Ero con lui.."
"E avresti riattaccato solamente perchè eri con lui?"
"Che poi erano già passate le dieci, cosa ci faceva con te?" Alza di poco il tono della voce.
"Dimmi la verità Alexis." Continua con voce severa. Sospiro, decidendo di dire come stanno realmente le cose.
"Non siamo tornati nei dormitori per la notte..e abbiamo dormito in un motel." Vorrei che in questo momento la mia voce fosse più decisa.
"Eravate in un motel insieme?!" Fra di noi rimane il silenzio per qualche secondo.
"Cosa c'è tra di voi?" Continua con voce roca.
"Siamo amici.." Lui sospira, per poi decidere di concluderla qua.
"Ne riparleremo a quattr'occhi quando tornerai per le vacanze."
Ma dai!!
"Buonanotte." Pochi secondi dopo la chiamata finisce. Sbuffo di nuovo.
Perchè non poteva finirla qua?Mi giro per poter tornare in camera, e mi spavento leggermente nel trovare Cameron appoggiato al muro.
Mi avvicino a lui. Ha la mascella serrata, e sembra turbato. Ma non accenna quel discorso. Sicuramente ha sentito tutto..
Mi prende per i fianchi, appoggiando la sua fronte sulla mia. Magari si sta facendo la stessa domanda dell'altra volta. Forse è convinto anche lui che io sia in un certo senso cambiata a causa sua. Ma questa è l'ultima cosa che voglio. Perchè voglio solamente che sappia che è lui a rendermi felice ed a riempire il vuoto dentro di me.
Ci stacchiamo leggermente quando ci rendiamo conto che non siamo soli. Infatti Kimberly è appena entrata in cucina.
Guardo l'ora sul mio orologio. Sono quasi le dieci."Io vado." Faccio mentre mi prende la mano e ci dirigiamo verso il portone.
"A domani." Appoggia la sua mano sulla mia guancia e le sue labbra sulle mie.
"Cameron.." Lo richiamo quando si stacca. I suoi occhi si incollano sui miei.
"Non convincerti anche tu delle sue idee."
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Il mio fottutissimo 394
FanfictionFANFICTION (CAMERON DALLAS) Alexis è una ragazza di diciassette anni che qualche anno dopo la morte della madre viene convinta dal padre ad andare a studiare in un college a Miami per il suo ultimo anno di liceo. Lì inizia una nuova vita, non da sub...