Nel preciso istante in cui Corey aveva posato gli occhi su quella figura lontana, ma ben conosciuta, aveva sentito una parte di sé volare e ricongiungersi a quella persa, una sagoma invisibile, ma che, con i secondi trascorsi, si era incollata all'altra in una salda unione.
Un vaso rotto tornato magicamente in piedi.
Per quanto avesse cercato di combattere, di ributtare la felicità pressante in basso fino a sentirsi sciocco per averla provata, alla fine era uscita fuori, premendo per farsi strada in quel sentiero pieno di rovi dei suoi sentimenti.
Jacob aveva scagliato un tornado contro di lui con un semplice sguardo.
In seguito, il suo profumo aggressivo si era intrufolato nelle sue narici quando aveva preso posto a tavola con la sua famiglia, una scena davvero strana, quasi surreale.
Dentro di sé sapeva che sarebbe accaduto e che Jacob avrebbe reclamato indietro la sua presenza.
O forse lo sperava?
Quella opzione suonava decisamente bene.«Baciami, Jake.»
Una preghiera sussurrata, un desiderio rovente a seguire il fuoco dentro al proprio petto.
Voleva quelle meravigliose labbra sulle sue anziché vederle aprirsi e ascoltarle parlare e parlare ancora.
Desiderava il contatto, la presa forte e decisa sulla quale aveva basato le sue giornate in quegli anni trascorsi nella medesima casa.Jacob era divenuto la sua asse portante, la ragione che lo spronava ad andare avanti e farcela, l'albero maestro di una nave a solcare un mondo complicato.
E se, per errore, avesse ammesso ad alta voce che una delle ragioni per cui si era lasciato andare fino a perdere peso, sonno e vitalità, andava ricondotta all'assenza di Jacob nella sua vita, avrebbe forse visto l'altro gonfiare il petto di orgoglio?Probabile.
Scelse di non saperlo, ma combaciò la pressione delle loro bocche, arrivando a percepire il cuore vibrare su quel contatto da troppo bramato.
Si stupì nell'avvertire il corpo del compagno tendersi, un fascio di muscoli improvviso e senza controllo.
Il calore si allontanò troppo in fretta da Corey e lo lasciò infreddolito, come se qualcuno si fosse appena divertito a soffiargli contro un vento gelido degno del peggiore degli inverni.Assimilò il colore delle iridi di Jacob e le vide perse, sconcertate, confuse.
Una miscela così dolorosa che Corey la sentì premere nel proprio stomaco.Cos'era andato storto?
Quando lesse un tormento infinito e una folle paura nello sguardo mischiato di inquietudine, decise di tenerlo per le braccia e serrare le dita dentro la sua pelle.
«Idiota, non pensare», lo redarguì con rabbia, «non c'è niente di più complicato di ciò che vedi. È cambiato il nostro luogo, ma siamo sempre gli stessi. Smettila di indossare la gonna e tira fuori i pantaloni» aggiunse poi come presa in giro per il suo istante di indecisione.
Sapeva che Jacob non era fatto per percorrere l'asse in bilico: a lui servivano fatti concreti, una stabilità in cui essere il solo padrone del momento.
Corey scelse di farglielo credere e, al tempo stesso, di ignorare quel cambio repentino d'umore, attribuendolo a una piccola debolezza dovuta alla lontananza.
Si chiese se fosse giusto reputare poco importante quella scintilla di novità, un guizzo di sentimento su un terreno arido come quello di Jacob.E lui? Cosa pensava di quella elettricità percepita nei pochi attimi di pressione delle labbra?
Niente. La mente era troppo impegnata a decifrare la nuova espressione sul viso del compagno, un misto di amore e passione mai visto prima.Perché doveva guardarlo così?
Sentì le gambe tremare come una sciocca ragazzina al suo primo appuntamento, la saliva scomparire dalla lingua e il cuore pompare più battiti di quanto il petto potesse contenere.
Jacob se ne stava in silenzio e lo scrutava, e il solo fatto di non aver risposto a quella battuta ironica denotava una grande dose di novità tra di loro.
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Schiavo del Mio amore Malato
Ficción GeneralQuando qualcosa si rompe, il più delle volte è impossibile riportarlo alla sua forma originale senza intravedere ancora le sottili crepe della colla, una scalfittura nel materiale, un alone di troppo. Aaron Baker lo sa bene, costretto a lasciare gli...