-Capire il mio nero.-

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Alberi verdi e rigogliosi, le gemme ancora chiuse e i pochi fiori a impreziosire quella vastità di colore.
Aaron si sporse di più a guardare verso l'alto, la luce del sole si rifletteva sui finestrini dell'auto. Ammirò i rami perfetti e delicati, la mano pigiata contro il vetro al solo pensiero di toccarli, di tenere le foglie tra le dita e sfregarne la superficie irregolare.
Sorrise d'istinto, una linea curva ed emozionata.

Quanto tempo era ormai passato dall'ultima volta in cui aveva camminato per la sua città?
Più di novanta giorni.
Provò a contarli nella mente, però sfuggirono e gli lasciarono solo un grande vuoto dentro.
Erano sembrati un'eternità, e si disse che avrebbe dovuto godere di quell'unica giornata libera nella quale la scuola restava chiusa per ristrutturazioni.

Pensò di andare ovunque, passeggiare come mai aveva fatto prima di quel momento, eppure le ore si sarebbero sgretolate, mangiate dai minuti inclementi che lo avrebbero visto tornare in basso, in un appartamento insulso se messo a confronto con la villa della sua famiglia.
L'auto si fermò proprio nei pressi del cancello e lo sguardo del ragazzo si spostò dai rami, alla casa, il magone nella gola difficile da buttare giù.

Gli era mancata tutta quella sfarzosità, il luogo che lo aveva visto crescere e maturare.
Afferrò il metallo della ringhiera e si riscoprì a tremare.
E se avesse di nuovo pregato suo padre di farlo restare?
Dopotutto la media generale di quello scambio andava dai due mesi ai tre, e lui aveva di gran lunga superato il tempo. Potevano dirsi soddisfatti del suo operato, giusto?

«Salve, signorino» lo salutò cordiale Costance, la sua cameriera personale. Aaron l'abbracciò di getto e si beò di quel profumo di fiori ben conosciuto.
La donna gli diede un paio di pacche delicate sulla schiena e lui si affrettò a scansarsi asciugando i bordi degli occhi.

«Scusami, non volevo» mormorò con un sorriso incerto al quale lei rispose scuotendo il capo.

«Venite, vi ho preparato dei vestiti nuovi e un bel bagno caldo» spiegò mentre le sue scarpe ticchettavano sul pavimento di mattoni regolari, le siepi perfettamente tagliate nella loro piena bellezza.

Aaron prese una bella boccata d'aria e non vi sentì tracce di sabbia o fumo, ma solo un rinfrancante ossigeno che scendeva senza ferire i polmoni.
Salì le scale quasi come se non fosse presente, le dita sfioravano il corrimano di ottone laccato ed ebbe la sensazione di compiere quel gesto per la prima volta.
Fluttuava in una bolla, le voci dei domestici arrivavano ovattate e faticò a riconoscerle.
Gli occhi vagarono sugli oggetti nella propria stanza e questa si presentò del tutto identica a come l'aveva lasciata.

«I padroni hanno preparato una festa di sotto per il vostro momentaneo ritorno. Sono invitati gli amici più intimi, e inizierà tra quaranta minuti» precisò Costance con un inchino e chiuse la porta alle proprie spalle, lasciandolo solo.

Aaron si avvicinò al letto, ne toccò le coperte pulite e deglutì rumorosamente.
Quando sedette sul morbido materasso, si lasciò scappare un sospiro di sollievo e rise piano.
Si chiese cosa avrebbe detto Aubrey nel provare una tale comodità e immaginò la sua faccia stupita, le palpebre un pelo sgranate così come la bocca, l'eccitazione in ogni singolo gesto.
Sarebbe stato bello averlo lì e condividere una parte del suo mondo con lui.

Impossibile da mettere in atto.

Sospirò e si sdraiò completamente, il capo infossato nel cuscino.
A nessuno era infatti permesso di varcare gli archi posti a divisione, o si incorreva in una morte tragica e istantanea per mano di tiratori scelti.
Perché uccidere qualcuno per aver mostrato semplice curiosità?
Un tempo se n'era sentito completamente d'accordo, ma ora che aveva vissuto dentro quelle vite spente e buie, si sentiva contrario a quella pratica.
Certo, li faceva sentire al sicuro, terrorizzati com'erano al solo pensiero di entrare in collisione con quella gente male organizzata e ignorante, eppure restavano comunque esseri umani e non bestie.

Schiavo del Mio amore MalatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora