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"Il vostro compito sarà quello di approfondire alcune delle tappe storiche che abbiamo studiato fino a ora. La prossima volta vi dividerò in coppie e vi proporrò l'argomento. Non voglio solo cose imparate a memoria. Voglio cartelloni, progetti al computer e cose del genere"dice il professore di storia.

La campanella finalmente suona! Non vedevo l'ora. Adesso potrò parlare con Matthew e mettere le cose in chiaro una volta per tutte.

In queste ore di lezione non ho neanche preso appunti perchè non facevo altro che pensare a lui e alle cose che avrei potuto dirgli per fargli capire che non mento e che con Cameron non c'è, e mai ci sarà, qualcosa se non una semplice amicizia, ma anche quella potrebbe essere un miracolo.

Quando metto piede fuori dall'aula, vedo il biondino appoggiare i libri dentro al suo armadietto e perciò ne approfitto per avvicinarmi:"Matt, parliamone"

Non riesco a capire la sua reazione. L'espressione sul suo volto è completamente neutrale, anche mentre mi dice:"Seguimi"

Mi afferra la mano e mi trascina con se fino in giardino, dove ci accomodiamo su una piccola panchina un po' appartata. Non ci sono studenti in zona, perciò penso che sia il posto adatto per parlare in pace senza essere interrotti.

Matthew è parecchio nervoso, si capisce dal modo in cui si passa le mani tra i capelli e muove i piedi.

"Mi hai ignorata perché pensavi che avessi baciato Cameron? Intendo ieri, dopo scuola... "chiedo abbassando lo sguardo. Sono sicura che non avrei la forza di sostenere il suo.

"Non ricordo di averti ignorata ieri"dice.

Sta scherzando vero?

"Si, invece. Ti sei anche voltato nella mia direzione e... "vengo interrotta :"Non siamo qui per parlare di ieri"

Il tono duro e deciso della sua voce mi fanno subito capire che non è forse così insicuro come avevo pensato. In questo momento, la rabbia sembra aver preso possesso del suo corpo e io non ho via di scampo.

"Perchè l'hai fatto?" Chiede senza guardarmi negli occhi.

"Quella sera, nel bagno di Nash, non è successo nulla. Io sono fidanzata, e Cameron lo stesso . Non ti avrei mai fatto nulla del genere, va bene?  Non so cos'avete visto, ma posso giurarti che non l'ho baciato."spiego cercando di sembrare più sicura possibile.

La sua reazione non è per niente rassicurante, perciò cerco di farmi coraggio e allungo la mano per appoggiarla sul suo volto. Sussulta, ma non si allontana, perciò gli accarezzo dolcemente la guancia e punto il mio sguardo sul suo:"Ti prego, credimi"

Dopo qualche secondo si arrende e abbassa la sguardo:"Ho bisogno di tempo per pensarci"dice.

Non posso credere che mi stia chiedendo una 'pausa' dopo neanche tanto tempo da quando stiamo insieme. Speravo che avesse un po' di fiducia in me, ma a quanto pare mi sbagliavo.

"Tempo? Per cosa, se ti sto dicendo la verità?"domando.

"Non lo so... insomma... non so se stai dicendo la verità. Non ti conosco neanche...penso sia stato uno sbaglio.."balbetta. " Insomma, mi sono lasciato trasportare troppo dai sentimenti che provo per te. Avrei dovuto prima cercare di capire almeno che persona sei"

Sentire queste parole fa male, ma in un certo senso non posso neanche dargli torto. Ha ragione. Ci siamo lasciati guidare da un sentimento forte e pericoloso anche fin troppo presto.

"Va bene... Però voglio che tu sappia una cosa: se c'è una cosa che proprio non so fare, è mentire."

Si alza e si allontana, lasciandomi da sola su questa panchina mentre cerco di mantenere la calma e di prendere respiri profondi.

MY DILEMMA IS YOUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora