<<Allora, si va a casa tua>> mi avvisa, facendo partire la macchina.
Guardando il mondo fuori dall'auto, la mia testa comincia a viaggiare indietro nel tempo al primo giorno in cui ho messo piede a Miami, alla malinconia, alla rabbia e alla tristezza di quel momento. Questo posto comincia a piacermi un po'. Certo, ho tantissimi problemi con Matt, ma almeno mi sono risparmiata problemi con Cameron e con Susan, che sembra avermi lasciata in pace. Sento la canzone "Viva la vida"dei Coldplay e alzo il volume, per poter canticchiare sotto voce le parole.
<<Fai qualcosa questo pomeriggio?>> Domanda Cameron, abbassando il volume della radio.
Questo pomeriggio volevo vedere Matt per chiedergli scusa. Voglio affrontarlo e parlargli perchè mi manca e perchè mi sento in colpa per ció che ho fatto... Non se lo merita.
<<Volevo chiedere a Matt di uscire per parlargli di ieri sera>>
Cameron parcheggia davanti a casa mia, e mi guarda come se avessi appena detto una grandissima cavolata:<< Perché? Che ti importa? Tanto avete rotto>>
<<Perché voglio chiedergli scusa per ieri sera!Anche se non mi ricordo molto, so che devo chiarire le cose con lui... >> la mia risposta non sembra renderlo tanto felice, anzi, sbuffa. <<... Devo sapere se ci tiene ancora a me>>
<<Uno che va ad una festa con Tamara è solo una testa vuota!Non so se te lo ricordi, ma sono stati insieme per tutta la serata, e gli è importato di te solo quando ti ha visto con me! Non mi piace, Cris. Non mi fiderei se fossi in te.>> mi prendo qualche momento per riflettere attentamente su ciò che sta dicendo, ma non riesco a trovare un singolo motivo per il quale io non debba fidarmi di Matthew. << Lunedì dobbiamo consegnare il lavoro di storia... >> cambia argomento.
Cosa? Prendo il cellulare e guardo la data. Ha ragione, lunedí dobbiamo esporre il nostro progetto e io non so veramente come faremo dato che non abbiamo ancora scritto niente.
<<Oh no, come facciamo?>> chiedo agitatissima.
<<Usiamo il mio progetto dell'anno scorso! Sono sicuro che andrà benissimo. Ci troviamo più tardi, cosí studiamo insieme e ti passo i miei appunti>> suggerisce.
<<Ma non se ne accorgerà il professore?>>
<< Non importa, gli andrà bene>>
<< Posso fidarmi?>> domando guardandolo dritto negli occhi. Passano luoghi attimi di silenzio, in cui i nostri sguardi si parlano tra di loro.
<< Certo, puoi fidarti. >> risponde distogliendo lo sguardo, come se la mia frase gli avesse fatto venire in mente qualcosa.
<<Grazie>> sussurro e mi avvicino a lui per abbracciarlo. Nemmeno io so spiegarmi il motivo di questo abbraccio, è stato completamente spontaneo. Come se fosse la cosa più naturale del mondo. In ogni caso, sono felice di averlo fatto perché Cameron avvolge le braccia attorno al mio corpo e mi stringe dolcemente a sé, come se non avesse desiderato altro questo giorno. <<A dopo>> lo saluto uscendo dall'auto.
La paura di rientrare in casa comincia a farsi sentire. Passo dopo passo, mille dubbi e mille domande già si susseguono nella mia testa riguardo alla reazione dei miei genitori quando mi vedranno rientrare in casa. Saranno chiaramente preoccupati, o forse la chiamata di Cameron sarà bastata per risparmiarmi l'interrogatorio?
Afferro la maniglia e prendo un respiro prima di varcare la soglia e di dire:<< SONO A CASA>>
I passi sul pavimento dei miei genitori si fanno sentire sempre di più, mentre io cerco di togliermi il più velocemente possibile le scarpe per poter scappare in camera mia. Userò una delle mie solite scuse, ossia ' devo studiare, non ho tempo' o qualcosa del genere per evitare il discorso con loro. Sì, funzionerà. Ne sono certa.
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MY DILEMMA IS YOU
Fanfiction(IL TITOLO IN INGLESE È GIUSTO.) «Voglio dimenticare il passato e tutti i problemi, per ricominciare con te, che sei riuscita ad occupare i miei pensieri fin dalla prima volta che ti ho vista, che sei riuscita a cambiare la mia giornata con un sorri...