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L'odore del caffè la mattina è qualcosa di spettacolare, ma non capisco perchè lo sto sentendo dato che sono a letto. Aprire gli occhi risulta quasi impossibile a causa della luce e del sole e dalla stanchezza dopo la festa di ieri sera.

La comodità del letto questa mattina sembra più elevata del solito e, quando mi rigiro tra le coperte calde, il respiro caldo di qualcuno colpisce dolcemente il mio volto.

Oh no, non di nuovo!

I miei occhi si spalancano rapidamente e subito vedo la bocca leggermente spalancata di Cameron.

Mi trattengo dal gridare a causa dello spavento. Ma che ci faccio qui? Ricordo di essere entrata in una stanza qualsiasi ieri sera, con la sicurezza che non fosse sicuramente di Cameron.

Prendo respiri profondi per mantenere la calma e per cercare di trattenermi dal gridargli contro per rimproverarlo di aver deciso per l'ennesima volta di condividere il letto con me.

Mi muovo lentamente per cercare di sfuggire dalle coperte senza farmi notare, ma capisco che è troppo tardi quando lo sento lamentarsi e muoversi.

Fantastico! La situazione sta migliorando.

Abbozza un piccolo sorriso sul volto, appoggia sui gomiti e si stropiccia con pigrizia gli occhi assonnati.

Non posso fare a meno di restare incantata davanti a questo ragazzo che anche di mattina,dopo pochi secondi dal risveglio, riesce ad essere perfetto nonostante i capelli leggermente scompigliati e le piccole occhiaie sotto agli occhi.

"Buongiorno"sussurra continuando a sorridere, come se tutto stesse andando bene, cosa che sicuramente non è dato che sento che potrei svenire a momenti.

"Perchè sei qui?"chiedo a bassa voce.

Mi pento subito di aver fatto questa domanda stupida.

Ridacchia dolcemente e torna ad appoggiare la testa sul cuscino:"È camera mia, dovrei chiedertelo io"

Sbuffo a questa sua risposta e scendo dal letto, appoggiando i piedi sul pavimento freddo. Ed è solo quando mi alzo in piedi, che mi accorgo che sto indossando una delle sue magliette. Di nuovo.

"Non eri messa molto bene ieri sera"dice alzandosi dal letto e facendomi arrossire a causa dell'assenza di una maglietta su suo corpo.

"In che... Che senso?"domando, mentre lo guardo passarmi davanti e aprire l'armadio per scegliere qualcosa da indossare.

"Non ti ricordi niente?"

"Ricordo che ho accompagnato Sam a casa e che poi mi sono messa a dormire..."

"Solo questo?"scoppia in una buffa risata.

Sento salire l'ansia e cerco di concentrarmi per qualche secondo sugli ultimi ricordi che ho di ieri sera, ma invano.

"Vuoi che ti racconti?"chiede.

In realtà non vedo l'ora che mi racconti tutto solo per potermene finalmente uscire da questa stanza e poter stare lontana da lui.

Mi è quasi impossibile stargli accanto.

Ogni volta che incontro il suo sguardo, od ogni volta che vedo quel sorriso il mio respiro, il mio corpo e il mio cervello si bloccano. L'unica cosa che sento attivo è il mio cuore che batte così volte che rischia di uscirmi dal petto.

Annuisco e aspetto di sapere.

"È una storia molto breve"dice continuando a ridere e facendomi salire il nervoso. "Io e Susan siamo venuti a casa mia, dopo la festa, per... Si... Credo tu abbia capito... E quando siamo entrati in camera per portare avanti la cosa, ti ha vista stesa sul letto. Ovviamente, ha subito pensato male e ha cominciato a chiamarmi 'traditore' e cose del genere. Sentendola gridare, ti sei svegliata e quando ci hai visti insieme ti sei arrabbiata e hai cominciato a gridarle contro tante cose poco carine. Sono riuscito a mandarla via, per fortuna, e tu..."

MY DILEMMA IS YOUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora