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"Fantastico! Dovrò passare un intero pomeriggio con te"ironizza Cameron dietro di me, mentre mi alzo dalla sedia.

"Pensi che io sia contenta?"chiedo.

"Sarebbe il sogno di molte ragazze"risponde con un sorriso malizioso stampato in volto.

Più passa il tempo e più diventa insopportabile. Fa male alla mia salute!

"È tutta colpa tua"accusa "L'hai fatto apposta"

"Colpa mia? Ma sei stato tu a inviarmi i bigliettini. Lo sai che è un metodo che i professori sgamano subito?"chiedo.

Afferra lo zaino e se ne esce dalla classe senza dire una parola. Non ho alcuna intenzione di lasciargliela vinta, perciò recupero le mie cose e lo raggiungo:"Mi hai sentita? Se proprio vuoi parlarmi usa il cellulare! Ora si che sono veramente nei guai con Matt e Susan"

Si ferma di scatto e quasi rischio di andargli addosso.

"Non ho il tuo numero di cellulare. Poi chissene frega di Susan e Matt. Che credano pure alle cazzate che dicono in giro! L'importante è che noi sappiamo come sono andate veramente le cose. Non c'è mai stato nessun bacio perchè ci odiamo."spiega tenendo lo sguardo fisso sul mio.

Senza volerlo, il mio cervello si blocca davanti a quegli occhi scuri e intensi... Per un momento penso di non essermi persa completamente in quel marrone profondo.

"Perciò è inutile che ti preoccupi tanto. Prima o poi torneranno."fa l'occhiolino.

"Non mi piace molto tutta questa tua sicurezza"

"Fidati, Susan l'ha sempre fatto e sicuramente lo farà anche Matt. Non sono molto diversi"dice voltandosi per andare in mensa. "Adesso l'unica cosa che voglio fare è quella di andare a mangiare qualcosa"mi fa segno di seguirlo.

Ho mangiato in compagnia di Sam, Nash, Cameron e Taylor. Qualche volta mi capitava di finire con lo sguardo su Matt che stava tranquillamente parlando con Carter, come se tutto fosse tornato alla normalità. Come se io non fossi mai esistita.

Quando la campanella dell'ultima ora suona, tiro un sospiro di sollievo. Questa giornata è durata anche più del previsto, perciò non vedo l'ora di essere già arrivata a casa!

Uscendo dall'aula di spagnolo vedo Matt che attraversa rapidamente il corridoio, perciò decido di raggiungerlo per spiegargli la questione del bigliettino, anche se sono sicura che non vorrà nemmeno rivolgermi parola.

"Matt, aspetta... "

"Vai da Cameron e organizza la tua serata con lui, che è meglio"risponde secco, senza neanche darmi il tempo di continuare a parlare.

"No, è stato solo un piccolo malinteso. Se vuoi ti faccio vedere i bigliettini precedenti."balbetto.

"Non me ne frega niente dei bigliettini. Anzi, non me ne frega niente di te. Cris, lasciami stare."se ne va via.

Sento la rabbia impossessarsi di ogni singola cellula del mio corpo. Ma è possibile che debba succedere tutto a me? Andrà mai  bene?Anche solo per un giorno, non chiedo molto...

Torno in classe per prendere il cellulare che ho dimenticato sotto al banco e, quando mi abbasso per recuperarlo, qualcuno mi fa prendere un piccolo spavento:"Anche tu hai dimenticato il telefono?"

Sollevo lo sguardo e incontro subito gli occhi chiari e azzurri di Nash...

"Va tutto bene?"mi chiede. Non so cosa rispondergli. La verità è che non è semplice trattenere la rabbia per molto tempo, e si arriva sempre a quel momento in cui si sente la necessità di farla uscire in qualche modo. Il mio corpo la trasforma in lacrime.

Nash si avvicina e mi stringe forte a sé per cercare di consolarmi.

"Se è per colpa di Matt, stai tranquilla. Tornerete insieme. Sono sicuro che prima o poi capirà che stai dicendo la verità"dice.

"Non è solo colpa sua... Da quando ho messo piede in questa scuola, non c'è una singola cosa che vada per il verso giusto."prendo respiri profondi per calmarmi.

"Si sistemerà tutto, non ti preoccupare. Dai, ti accompagno a casa"si offre e io accetto.

Sono stata davvero fortunata ad incontrare una persona meravigliosa come Nash. In qualche modo è riuscito a rallegrarmi la giornata durante il tragitto verso casa. In un certo senso, riesco a capire la cotta di Sam nei suoi confronti.

"So che l'altra sera hai avuto a cena Cameron"dice mentre andiamo verso casa mia.

Ovviamente Cameron gliel'ha detto.

"Oh, si..."

"Come è andata?" Chiede.

"Insomma. Non è stato un gran che"mento.

Lui sorride e dice:"A Cameron è piaciuto il dolce"ride in modo sospettoso.

Gli lancio una piccola occhiata e lui ride ancora di più.

Cameron gli avrà sicuramente raccontato anche della nostra piccola battaglia e, a dire la verità, al solo pensiero, mi cresce un piccolo sorriso in volto.

"Scommetto che la torta senza glassa era buonissima"continua a scherzare.

"Fidati che..."dico ma mi fermo immediatamente non appena vedo Matt e Susan che stanno seduti su una panchina a parlare.

"Ma che cavolo?"sussurra Nash appena li vede.

"Non avevano litigato?"chiedo.

"Sì, forse hanno già sistemato"ipotizza.

Puè essere, ma mi fa uno strano effetto vederli insieme. Sento come una brutta sensazione dentro di me, ma la reprimo immediatamente.

Quando arrivo a casa, mi fiondo subito tra le coperte, pronta a chiudere occhio per dimenticare questa lunga giornataccia. La mia testa non può fare a meno di immaginare a come sarebbero andate le cose se solo fossi rimasta a Los Angeles... Sicuramente non avrei portato così tanti problemi nelle vite delle persone che ho conosciuto qui, e io a quest'ora sarei a casa di Cass e vedermi una delle tante puntate dei 'Simpsons' che lei ama tanto.

Il mio cellulare vibra e lo afferro per vedere di chi possa essere il messaggio.

*Matt:

Vieni fuori casa tua*

Possibile che abbia già finito di parlare con Susan? E perchè dovrebbe essere fuori casa mia?

"Ti va di fare un giro con me?" Chiede quando lo raggiungo.

La speranza minima che possa perdonarmi si fa spazio nella mia testa, perciò decido di accettare e di seguito.

"Allora, raccontami di nuovo la storia del bagno..."sussurra.

Mi sta dando la possibilità di convincerlo a fidarsi di me e ne devo approffitare.

Racconto la storia da capo, cercando di buttarci dentro più dettagli possibili e quando finisco lo vedo sorridere, non ne capisco il motivo...

"Va bene. E la storia dei bigliettini?" Chiede.

"Quelli ce li ho tutti a casa. Se vuoi quando torniamo indietro te li mostro. Stavamo parlando di te e di Susan e mi ha detto che Susan non era arrabbiata con lui, anzi, la mattina gli aveva chiesto 'amore che facciamo sta sera?'."spiego.

"Quindi non sei tu quella che si trova con lui, meglio così..."

"Quindi mi credi?" Chiedo.

"Sì"

"Davvero?" chiedo incredula.

Lui si ferma e mi guarda dritto negli occhi:"Come faccio a non crederti? Cris, ascolta, mi dispiace di averti quelle cose orribili prima... Sono stato davvero uno stronzo. Non le penso sul serio. In realtà mi sono sempre sentito... come dire... attratto da te, non so cos'hai, ma sei come una calamita. Non riesco a starti lontano."fa un passo verso di me e si avvicina lentamente fino a far sfiorare le nostre labbra.

"Mi è mancato vederti sorridere"sussurra allontanandosi.

MY DILEMMA IS YOUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora