La mattina, mi sveglio con il pensiero fisso di Sam e Nash. Chissà come sarà andato il loro appuntamento. E chissà come si sarà comportato Nash. 'Sicuramente meglio di quanto potrebbe comportarsi Cameron' ricorda il mio cervello. Non riesco ad immaginarmi Cameron e Susan ad un appuntamento romantico. Susan parlerebbe solo di se stessa, mentre Cameron fingerebbe di ascoltarla. Il solo pensiero mi fa ridere. Aspetta, perché sto pensando a Cameron e Susan durante un appuntamento?
"Cris, muoviti. Rischi di fare tardi." mi avvisa mia madre, mettendosi le scarpe e uscendo di casa per far partire l'auto.
Quasi mi strozzo mangiando i cereali, una cucchiaiata rapida dopo l'altra. Riesco a finire tutto e, dopo aver preso le mie cose, raggiungo mia madre:"Eccomi, ci sono"
Mi sistemo la cintura e mi volto per dire una cosa a Kate, ma lei non c'è. Dove diamine è finita?
"Kate?"
"Stava poco bene questa mattina. Ho preferito tenerla a casa." spiega.
Mia sorella non ha mai avuto problemi di salute. Li ha sempre finti. Si è ammalata pochissime volte, e anche in quei casi era piena di energia, come se non avesse neanche trentanove gradi di febbre, ma dettagli... Sicuramente il suo scopo era quello di saltare qualcosa che aveva a scuola oggi.
Quando arrivo davanti a scuola, mia madre, senza nemmeno farlo apposta, parcheggia accanto all'auto di Cameron, che in questo momento sta scendendo. Si ferma quando mi nota in auto, e io prego con tutta me stessa che stia solamente ammirando l'auto che se ne vada via il prima possibile. Non ho alcuna voglia di avere problemi anche oggi con Susan e Matthew, che potrebbero essere nascosti da qualche parte, pronti a rinfacciarmi che sto appicciata a Cameron.
Scendo dall'auto dopo aver salutato mia madre, e passo accanto a Cameron senza nemmeno guardarlo. Ovviamente, lui mi ferma afferrandomi il polso e facendomi voltare verso di lui.
"Non salutarmi, sai" dice.
"Non ti ho visto" invento.
"Mi sei passata accanto. Non credo di essere invisibile." ridacchia.
"Allora, ciao" forzo un sorriso.
"Ti sei fatta accompagnare da tua madre sta mattina..."nota voltandosi in direzione dell'auto di mia madre, che ormai sta uscendo dal parcheggio.
"Sì, e quindi?" chiedo.
"Non ti sembra una cosa un po'... "non finisce la frase "... Senza offesa ma nessuno ormai si fa accompagnare a scuola dai genitori"arriccia il naso, facendo sollevare anche gli occhiali neri da sole che porta. Ma chi diamine si crede di essere?
"Non sono affari tuoi, poi chi altro avrebbe potuto accompagnarmi? Non voglio prendere l'autobus e a piedi ci metterei tantissimo"mi volto andando in direzione dell'ingresso scolastico.
"Potrei sempre accompagnarti io... Mio padre mi ha regalato la macchina quindi posso usarla quando mi pare"
Non ci credo. Si sta davvero offrendo di accompagnarmi a scuola? Mi fermo sul posto e lo osservo per cercare di capire se sia uno scherzo o no. Insomma, come siamo arrivati da odiarci a farci favori? Questa cosa non mi convince per niente. Che diamine gli è preso?
"Mi dispiace, ma non ho voglia di rischiare" rispondo quando capisco che è più che serio. "Girano già troppi pettegolezzi su noi due, e non voglio che ne siano altri"
"Da quando ti importa di che cosa pensi la gente?"
"Da quando la tua fidanzata psicopatica ha cominciato a minacciarmi, il mio fidanzato ha cominciato a dubitare di me e della mia sincerità nei sui confronti, e Lexy non ha fatto alto che pubblicare articoletti di giornale in cui ipotizza addirittura una nostra relazione d'amore segreta. Ti bastano come motivi?"
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MY DILEMMA IS YOU
Fanfiction(IL TITOLO IN INGLESE È GIUSTO.) «Voglio dimenticare il passato e tutti i problemi, per ricominciare con te, che sei riuscita ad occupare i miei pensieri fin dalla prima volta che ti ho vista, che sei riuscita a cambiare la mia giornata con un sorri...