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Perché non hanno ancora inventato una specie di allarme piacevole in testa, in grado di farci svegliare senza dover impostare sveglie fastidiose? Mi rigiro nel letto, afferro il cuscino e me lo metto sull'orecchio per smettere di sentire quella musichetta fastidiosa provenienti dal cellulare. Solo qualche secondo dopo, mi accorgo che quella non è la suoneria della sveglia, ma della chiamata. 

Quando afferro il cellulare, controllo la scritta sullo schermo, e con mio grandissimo dispiacere noto che è Cameron. Ma che diamine vuole? 

"Ti prego dimmi che é una cosa importante"dico rispondendo a Cameron.

"Ho dimenticato i miei calzini nell'asciugatrice"ridacchia. 

Mi prendo qualche secondo di tempo prima di rispondere, per evitare di scoppiare a causa della rabbia. Ma dove lo trova il coraggio per chiamarmi così presto, di mattina, e per dirmi solo che si è dimenticato i calzini? Poteva benissimo aspettare che almeno ci trovassimo a scuola per farmelo sapere. Per vendetta, decido di chiudere la chiamata e di tornare sotto le mie coperte. 

Ma a quanto pare, Cameron sembra non volersi arrendere, dato che mi richiama subito.

"Cosa vuoi?"domando rispondendo infastidita. 

"Perchè hai attaccato?" Chiede.

"Cameron, è prestissimo! Non potevi chiamarmi piú tardi per dirmi dei calzini?" 

"Sono le otto meno venti. Quando avrei dovuto chiamarti? A scuola?" spalanco gli occhi non appena sento quelle parole uscire dalla sua bocca. Allontano il cellulare dall'orecchio e controllo l'ora. Sette e quarantadue. Non ci credo... 

"Non hai sentito la sveglia vero?" ridacchia Cameron, mentre io lo metto in vivavoce e scendo subito dal letto per cominciare a vestirmi. 

"No. Cosa te lo fa pensare?"alzo la voce per farmi sentire mentre cerco di infilarmi la prima maglietta che ho trovato. 

"Se vuoi ti do un passaggio"si offre. 

Vorrei tanto dirgli di no, anche perché immagino solo la faccia di Susan quando mi vedrà scendere insieme a lui dalla sua auto. Ma non posso nemmeno rifiutare, rischierei di fare tardi a scuola e di fare una figuraccia con il professore per la decima volta, ormai. 

"Fatti trovare fuori tra cinque minuti e ricordati i miei calzini"dice.

"Va bene"attacco, ed esco subito fuori dalla camera. Corro al piano di sotto dove c'è l'accusatrice e cerco i famosi calzini dimenticati da Cameron. Quando mi volto, quasi vado addosso a mia madre. Non posso fare a meno di gridare dalla paura... Pensavo di essere da sola:"Mamma! Potevi almeno avvertirmi che eri qua"

"Di chi sono?" Chiede mia madre mostrandomi i calzini di Cameron.

"Di Sam"dico.

"E che ci fanno qui?"

Trovare una risposta intelligente da dare mi sembra quasi impossibile, soprattutto adesso che Cameron ha suonato il clacson per farmi sapere che è arrivato. Devo dire qualcosa che non possa destare sospetti... "Me li sono dimenticata l'altro giorno, e me li ha presati per ginnastica. Posso riaverli? Devo riportarglieli" 

"Va bene... " sussurra consegnandomeli. "... Comunque, lascia che mi metta qualcosa addosso e ti accompagno a scuola."

"Ehm, non credo mi serva... Ho già qualcuno che si è offerto di darmi un passaggio" 

"Cameron?" domanda con gli occhi luccicanti. 

"Sì, potrebbe essere lui... Adesso scappo, se no faccio tardi" torno correndo al piano di sopra e, dopo aver preso le mie cose, esco di casa e raggiungo Cameron nella sua auto. 

MY DILEMMA IS YOUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora