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INTERROGAZIONE. Metodo usato dagli insegnanti per torturare gli studenti. Questa cosa l'ho sempre pensata e sono sicura che non cambierò mai idea. Nessuna cosa riesce a mettere così tanta ansia quanto una domanda su un determinato argomento che magari si aveva deciso di saltare perché tanto 'non me lo chiederà mai', o quanto lo sguardo minaccioso del professore che ti fissa come se stesse pensando mentalmente di volerti fare fuori a tutti i costi.

Per fortuna, la nostra interrogazione non è andata male come pensavo. Siamo stati più bravi di certi ragazzi che si sono fatti prendere dal panico. Io ho esposto il mio argomento, fermandomi anche ogni tanto per ricordare le cose che ho imparato a memoria o anche per leggere le date scritte sulla mano Cameron invece ha esposto tutto in modo perfetto, perché ovviamente questo progetto l'ha fatto per due volte di seguito. Alla fine non so neanche che voto abbiamo preso pechè il proff ha detto che ci deve pensare,e odio quando dice così.

<<È andata bene>> dice Cameron accanto a me.

La ricreazione è suonata giusto tre minuti fa e io sono seduta sul mio banco a cercare di ricordare come è andata.

<< Non lo so... tu sei andato bene.. Io forse no!"

Sorride e mi abbraccia, facendosi spazio fra le mia gambe penzolanti dal banco.

<<Calmati>> sussurra all'orecchio e io rabbrividisco subito.

<<Ehm ehm>> dice un ragazzo dietro di lui, quasi tossendo e appena Cameron si allontana, vedo Matt. Questo non ci voleva... 

<<Se non ti dispiace io e la mia ragazza andiamo a passare un po' di tempo insieme. Vieni amore?>> sottolinea bene con il tono della voce le parole 'fidanzata' e 'amore', e ammetto che la cosa mi da particolarmente fastidio. Cameron sa che stiamo insieme e non serve ricordarglielo ogni cinque secondi. E comunque, non stavamo facendo proprio nulla di male... Il nostro era un semplice abbraccio, giusto?

Cameron assume un'espressione divertita:<< Scusa, non sapevo fosse di tua proprietà>> 

Dopo queste parole, Matthew si arrabbia e mi afferra il polso per trascinarmi via con sé... Cammina così velocemente che mi riesce praticamente impossibile andare alla sua stessa velocità. Che diamine gli prende? Da quando è così geloso? 

<< Che cos'era quello? I sorrisetti, le occhiaie, l'abbraccio... Ti ricordo che sono io il tuo fidanzato, non lui.>> mi rimprovera. 

<< Scusami? Non stavamo facendo nulla di male. Tra l'altro, era un semplice abbraccio>>

<<Mancava poco al bacio o anche ad altro.>> borbotta.

<< Se sto con te non vuol dire che devo smettere di frequentare persone a cui voglio bene... >> Puntualizzo. Lui non è nessuno per dirmi chi devo frequentare o chi no. Se stiamo insieme, questo non significa che sono di sua proprietà. <<...Poi non ci siamo scambiate occhiatine o cose del genere. L'abbraccio era per confortarmi perché sono ancora in ansia per il voto che non ci ha ancora dato>> continuo cercando di evitare di pensare che siamo in mezzo a uno schifoso corridoio scolastico e che stiamo stiamo litigando davanti a tutti, offrendo uno spettacolo che a Lexy non dispiacerà di sicuro.

Si passa la mano fra i capelli e si avvicina rapidamente per abbracciarmi. Sbuffa accanto al mio orecchio e sussurra:<< Sono solo geloso, scusami>> 

Mi piace Matt proprio perché sa subito ammettere i propri sbagli, ma allo stesso tempo odio quando fa il geloso per motivi stupidi:<<Ti prego>> insiste, in attesa di una mia risposta. 

<<Va bene>> dico e sento il sorriso nascergli in volto.

Si allontana e mi afferra la mano per poi passare tutto il corridoio. Passiamo davanti a tutti che hanno la solita reazione di curiosità, tranne Susan che si limita solo a fissarci e a sorridere scuotendo la sua testa piena di capelli biondi.

MY DILEMMA IS YOUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora