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Non vedo l'ora di tornare a casa... pensò Nadia guardando l'orologio che ormai segnava le quattro del pomeriggio.

Era stata una mattina frenetica alle prese con la sua titolare Greta e le varie faccende da sbrigare. Quello che doveva essere il suo giorno libero si era rivelato il più impegnativo della settimana.
Il suo programma che prevedeva oziare per l'intera giornata era stato completamente capovolto.
Aveva provato a rifiutarsi e a tenersi stretta quella piccola fetta di intimità che rappresentava il suo giorno libero,ma quella donna era così determinata che nulla poteva farle cambiare i suoi progetti.

La notte precedente Nadia era di turno al pub.
Lavorava lì ormai da quasi tre anni,si era abituata a quei ritmi e i clienti si erano abituati ai suoi modi di fare.
Appena cominciò il suo aspetto attirava gli sguardi di tutti e non c'era alcuno che non provava a flirtare con lei,ma ben presto si resero conto che Nadia aveva eretto davanti a se un muro solido.
Le ci volle parecchio tempo prima che riuscisse a padroneggiare un sorriso di circostanza,dovette impegnarsi perché il suo viso perennemente arrabbiato con il mondo non era ciò che ignari clienti speravano di vedere in un locale.

Erano da poco passate le due di notte e ,dopo aver finito di pulire l'intero locale,Nadia raggiunse la sua titolare sul retro.
Scrutò la donna che aveva tra le mani una tazza con uno strano liquido fumante<Cosa c'è lì dentro?e dov'è finita la tua adorata vodka della Buonanotte?>
Era un rituale ormai ben consolidato per questo le sembrò strano che dopo anni avesse cambiato le sue abitudini.
La donna sbuffò e si mise a sedere<Non infierire anche tu eh? Il dottore mi ha detto all'incirca dieci volte che non devo toccare un goccio di alcol per via delle medicine. Sono solo al primo giorno e già sento i sintomi dell'astinenza.>
<Parli proprio come un'alcolizzata.>
L'altra,ignorandola,avvicinò la tazza alla bocca e ne bevve un sorso,per poi fare una smorfia di disgusto<Come fanno a bere questa brodaglia? Persino l'acqua nella ciotola del mio persiano è più saporita.>
<Sembri esserne molto sicura.>La prese in giro Nadia.
<Ehi ragazzina era un modo di dire non prendere ogni cosa alla lettera.>posò la tazza sul tavolino e si mise di nuovo comoda.
<Allora io vado.>Disse Nadia con la mano già sulla maniglia pronta per tornare a casa,ma in risposta ricevette solo un profondo sospiro.
Sapeva benissimo a cosa era dovuto e sapeva benissimo che non doveva lasciarsi impietosire perché sarebbero stati solo guai per lei.
Quella mattina Greta,infatti, era caduta,procurandosi una slogatura alla caviglia che aveva fasciato di un rosa fluo impossibile da non notare.
Il suo stile si poteva definire alquanto eccentrico come lo era anche il suo comportamento.
Per l'intero pomeriggio e gran parte della serata, infatti,la donna aveva provato a convincerla in ogni modo possibile affinché la accompagnasse l'indomani.

Il silenzio venne spezzato da un nuovo sospiro.

<Cosa c'è?>Chiese Nadia dopo qualche tentennamento.
<Domani ho davvero tante cose da fare e con la caviglia ridotta in questo stato sarà difficile.>Disse con tono melodrammatico e imbronciando le labbra contornate ormai da un sottile strato di rossetto sbiadito.
<Nessuno ti ha detto di arrampicarti sull'albero per spiare il tuo sexy vicino.>Le disse con una nota di divertimento. In tutto il vicinato,infatti,era risaputa la cotta di Greta per l'affascinante vicino medico e non perdeva occasione per spiarlo dalla sua casa.
<Io non..>Greta tossì quel poco di liquido che aveva in bocca,colta sul vivo dalle parole si Nadia.<.. Sono salita perché avevo sentito miagolare e pensavo ci fosse un povero gatto incapace di scendere.>
<Si un gatto. Sarà stato un leone. Attenta che non ti denunci prima o poi per essere una stalker.>
<E smettila di prendermi in giro,è così ti dico. Comunque.... passo a prenderti alle dieci va bene?>
<Perché mai?>Nadia inarcò un sopracciglio,le discussioni con Greta finivano sempre con una sconfitta epocale.
Non riusciva mai a capire né come né quando le cose prendessero la piega diversa da quella che lei voleva dare.
<Beh hai detto che mi avresti accompagnata.>
<Io non l'ho mai fatto!>si impuntò incrociando le braccia al petto.
<Saresti capace di lasciare una povera donna infortunata in balia degli eventi? Non ti pensavo così egoista,potrei morirne>Greta si portò una mano al petto con fare teatrale,sapeva che se avesse puntato sulla sua compassione la ragazza avrebbe ceduto.
<Certo che la tua vena melodrammatica non muore mai eh?!Chiedi a Giada.>
<Troppo logorroica finirò per avere un mal di testa oltre che male alla caviglia.>
<Beh allora a Mario.>provò ancora la ragazza,nominando gli altri due dipendenti del pub.
<Troppo eccentrico.>Rispose la donna.
Nadia pensò a quanto fosse buffo il fatto che Greta non si rendesse conto di quanto lei stessa fosse logorroica ed eccentrica.
<Ok ok basta che adesso mi fai andare a dormire.>Disse alla fine la ragazza, sarebbe stato inutile continuare a discutere,ma prima di uscire dalla porta tornò a guardare Greta<Almeno la prossima volta fai in modo di cadere addosso al tuo leone.>le disse con un ghigno.
La donna le lanciò un cuscino che colpì il legno della porta ormai chiusa.

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