26 Un passato inaspettato

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"E va bene" dissi arrendendomi e buttando le braccia sui fianchi.

Josh fece un urletto di gioia iniziando a ballare per la felicità.

"Ora usciamo da questo sudicio posto però" dissi prendendogli il polso e trascinandolo verso l'uscita.

Una volta fuori, respirai a pieni polmoni la brezza notturna.

Dentro quel pub facevano almeno quaranta gradi, e una felpa con sotto dei pantaloncini da basket, non era esattamente un abbigliamento adatto ad un posto del genere.

"Non è la macchina di tuo fratello questa?" chiese lui avvicinandosi al veicolo parcheggiato fuori e osservandolo per bene.

"Non fare domande ed entra" borbottai facendo scattare essa con il telecomandino.

Sbattei lo sportello entrando al posto del guidatore seguita da Josh, che si sedette sul posto al mio fianco.

Respirai il profumo intenso di Bvlgari e inserii la chiave.

Seguì un silenzio imbarazzante.

Avevo in testa una domanda che mi tormentava da tutta la serata, così non so presa da quale impeto, parlai.

"Perché mi hai chiamata?" chiesi sussurrando.

Lui si girò verso di me e mi sorrise spostandosi i capelli all'indietro.

Dannazione se era bello.

"Perché mi fai impazzire" disse lui, dopo qualche minuto a pensare l'effettiva risposta.

Arrossii violentemente, girando lo sguardo sulla strada e decidendomi a mettere in moto.

"Sei carina quando arrossisci" disse lui, quando imboccammo la principale verso casa.

"Finiscila" risposi cercando di concentrarmi sulla strada, vista la mia scarsa capacità alla guida.

"Soprattutto visto che sono io a scatenare quella reazione" disse lui abbassando la voce, facendo comparire un tono sexy e sfiorandomi la gamba con l'indice.

Non dissi niente, cercando di nascondere il fatto che mi fosse venuta la pelle d'oca.

Lui ridacchiò soddisfatto, accortosi probabilmente della mia reazione.

"Se non vuoi che facciamo un incidente dovrai smetterla" dissi io aumentando la velocità, ormai praticamente arrivati a casa.

"Perché per caso ti deconcentro principessa?"
Ghignò continuando a fare piccoli cerchi con l'indice sulla mia coscia.

Non dissi niente, mordendomi il labbro cercando di raccogliere la concentrazione che mi era rimasta.

Non ci tenevo a una multa, un incidente o peggio a una sfuriata da mio fratello.

"Merda non fare così" disse lui indurendo la mascella e guardando la strada.

Lo guardai confusa.

Cosa era che non dovevo fare?

Lui colse il mio dubbio e sorrise, facendo scorrere su e giù il pomo d'adamo.

"Non ti mordere il labbro. Mi fai venire una voglia matta di baciarti" disse scendendo dalla macchina, ormai arrivati alla meta.

Avvampai sgranando gli occhi.

Natalie riprenditi.

Mi schiarii la gola prima di uscire dal veicolo, cercando di annullare il rossore che mi era comparso sulle gote.

"Vieni devi andare a casa a riposarti" dissi spingendolo verso la sua porta.

Lui mi guardò scettico, ma il suo sguardo mutò in una frazione di secondo quando scorse una figura dietro di me.

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