61 Memories

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Leggete questo capitolo con sottofondo I don't want to miss a thing- Aerosmith io l'ho scritto con questa, e capireste meglio il contesto.
Seconda opzione: Unconditionally- Katy Perry
Buona lettura!

Gli occhi mi pizzicavano e la mente era infestata da domande.

Perché nascondere una cosa del genere?

Perché rompere un amicizia così?

Ma probabilmente il pensiero che prevaleva su tutto era uno e unico.

Josh aveva perso tutto, ed era convinto che la colpa fosse sua.

Mi infilai la prima felpa che mi capitò sotto tiro, legai i capelli in una coda disordinata e corsi giù dalle scale.

Avevo fisso in mente solo un obiettivo: trovare Josh.

Uscii di casa sbattendo la porta e non curandomi che avrei potuto svegliare l'intero vicinato solo con quel rumore.

I miei piedi strusciarono sopra l'asfalto procurando un piccolo suono che echeggiò per la strada.

Non sapevo che ore fossero, ma dal fatto che non passasse nessuna macchina doveva essere piuttosto tardi.

Entrai nel vialetto cosparso di sassi bianchi e fiori non curati qua e là.

Bussai ripetutamente sulla porta di legno marrone.

"Avanti apri" imprecai sbattendo di nuovo il pugno sulla superficie dura.

La porta si aprì di scatto rivelando un uomo sulla mezz'etá con l'aria trasandata.

"Signorina si rende conto di che razza di ore sono?" biascicò il padre di Josh accarezzandosi il pronunciamento noncurato di barba.

"Dov'è Josh?" chiesi guardando con disgusto l'uomo davanti a me.

Le parole della lettera mi riapparvero in mente, e dovetti reprimere la voglia di sferrargli un pugno sul naso.

"Non lo so, cosa me ne dovrebbe importare" sorrise sghembo guardandomi.

"È suo figlio" lo rimproverai stringendo i pugni lungo i fianchi.

Lui per tutta risposta si mise a ridere chiudendomi la porta in faccia.

Tornai verso il vialetto di casa mia, cercando di spremere le meningi per farmi venire in mente un posto dove poteva trovarsi il mio vicino di casa.

"Dove sei Josh, dove sei" sussurrai iniziando a camminare avanti ed indietro sulla porta di casa.

Entrai lasciando la porta chiusa e cercando il mio telefono ovunque.

Corsi in camera facendo un rumore assordante con i piedi, ma non era di rivelante importanza in quel momento.

Aprii i cassetti, controllai sul letto ma nulla.

Mi inchinai lanciando un urletto di gioia quando lo vidi sul parquet sotto il materasso.

Lo afferrai iniziando a digitare i numeri che componevano il telefono di Josh.

Uno squillo.

Due squilli.

Tre squilli.

Partì la segreteria telefonica, facendo risuonare nel mio orecchio la voce metallica dell operatoredi Josh.

"Merda" imprecai mettendomi le mani in testa.

Dove poteva essere a quest'ora della notte?

Scuola?

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