15 Quel ragazzo era impossibile

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"Finiscila davvero non sei divertente" disse Bret sbuffando sonoramente.

Era un martedì nuvoloso, erano più o meno le sei e mezzo del pomeriggio, e avevamo deciso di rispolverare qualche vecchia cosa della cantina.

Avevamo trovato uno scatolone pieno di foto vecchie di noi da bambini, e io stavo ridendo a causa di una foto di Bret.

Aveva i due denti da latte più grandi avendo otto anni, gli occhiali blu e un cappello dei Ny Giants, la sua squadra di football preferita.

Era riuscito ad afferrare il pallone, che si era fatto firmare dopo la partita.

Ed eccolo lì sorridente che guardava la fotocamera , con in braccio il pallone autografato.

Bret inizió a rovistare tra le foto impolverate, ridacchiando quando ne prese una con l'indice e il pollice.

Raffigurava una me neonata che cercava di mangiare un pezzo di formaggio, fallendo.

Le mie piccole dita erano esageratamente corte e non riuscivano ad afferrare del tutto il pezzettino di pietanza.

Risi anche io a quella vista, ero buffissima.

"Pronto per domani fratellone?" chiesi mettendo apposto le varie fotografie.

L'indomani ci sarebbe stata la semifinale: San Francisco contro Hollywood High.

La squadra in carica, vincitrice del campionato per tre anni di fila, scuola "nemica" della San Francisco.

Eravamo in lotta con loro da quando ci avevano soffiato la vittoria qualche anno prima di soli due punti.

Da quel momento, ogni partita era tipicamente conclusa con una rissa, o se andava bene un litigio.

Un motivo, sia per me che per mio fratello che ci spingeva a voler stracciare la Hollywood, era che in quella squadra giocava anche Trasher.

Quel subdolo essere, che per mesi non aveva fatto altro che ferirmi.

Quando stavo con lui mi davano fastidio le risse fra le due scuole ovviamente.

Ma in quel momento, speravo quasi che accadesse. Avevo una voglia matta di spaccargli il naso per tutto quello che mi aveva fatto.

"Come non mai" rispose lui sorridendo.

Gli sorrisi a mia volta, ma poco dopo il mio cellulare iniziò a trillare.

Lo presi con la mano destra e vidi il numero di Josh comparire sul dislpay.

Ma cosa voleva ora?

Trascinai il dito sull'icona verde.

"Pronto?" dissi avvicinandomi il telefono all'orecchio.

"Principessa, pronta per stasera?" chiese il biondo, con voce robotica.

"Cosa?"chiesi confusa.

Cosa deve succedere stasera?

"Abbiamo un appuntamento ricordi?" chiese lui, probabilmente stava alzando gli occhi al cielo.

"Oh, si già" dissi in preda al panico.

Era oggi?! Ma perché sono cosi sbadata?

"Te lo eri scordato" ipotizzó Josh.

"Io, pff no ma che vai pensando" dissi ridendo nervosamente e  cercando di essere il più convincente possibile.

Non ero capace a mentire.

"Va bene, ti vengo a prendere alle 8.00 fatti trovare pronta" disse lui chiudendo poi la chiamata.

Guardai l'orologio appeso al muro. 7.50.

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