45 Aereoplanini di carta

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Josh's pov

"Amico non puoi piombare a casa mia ogni volta che hai un problema" sbuffó Michael passandosi una mano nei capelli.

Sapevo perfettamente che non era vero ciò che aveva detto, sin da piccoli avevamo promesso di esserci sempre l'uno per l'altro.

"Ma se la settimana scorsa sei tu a essere venuto da me per smaltire una sbronza colossale, 'altrimenti tuo padre ti avrebbe decapitato' " imitai la sua voce scimmiottando.

Lui mi fece il dito medio borbottando un 'particolari trascurabili'.

"Mi serve un aiuto con una ragazza" sospirai grattandomi la nuca.

Ero davvero turbato da una cosa in particolare.

"Dimmi tutto amico" sorrise Michael sedendosi sul divano.

"Come si fa a chiedere ad una ragazza di andare ad un appuntamento?" chiesi imbarazzato perfino da me stesso.

Voglio dire, era questa la cosa che mi agitava.

E se a Natalie piacessero tutte quelle merdate tipo, che ne so, rose, cenette romantiche o uscite di coppia?

L'unica volta che le avevo chiesto di uscire praticamente l' avevo obbligata.

Magari lei stava male per questo ma non me lo diceva.

Magari fingeva di piacerle questa relazione ma in realtà non era così.

Non giudicatemi, non ero proprio bravo con le relazioni.

Anzi, con lei era la prima.

Michael scoppiò a ridere.

Continuò per tre buoni minuti mentre io lo guardavo torvo.

Cosa c'è di male?

"Scusami amico, ma tu che chiedi come si fa a chiedere di uscire a una ragazza è proprio strano" disse il ricciolo asciugandosi le lacrimuccie all'angolo degli occhi.

Sbuffai contrariato.

"Josh il grande e famoso puttaniere della San Francisco High School, che come sport spezza i cuori alle ragazze-" disse lui solennemente ma lo interruppi subito.

"Sisi smettila con queste stronzate e aiutami" ringhiai infastidito dal comportamento del mio migliore amico.

"Dai amico sai che scherzo, è bello vedere che finalmente stai cominciando a mettere la testa apposto" sorrise fraternamente dandomi una pacca sulla spalla.

"È sempre la stessa? A dir la verità non mi hai mai detto il nome" assunse un aria pensosa, probabilmente per ricordare il nome.

"Natalie, la ragazza della Ford" dissi, facendo comparire un sorriso da ebete involontariamente.

Merda sono proprio perso.

"Quella bionda?" chiese lui spalancando la bocca.

"No quella mora" dissi, facendo comparire su di lui un sorriso malizioso.

"Ah giusto, la ragazza con la lingua tagliente" ammiccò lui facendomi ridacchiare.

"Già" dissi perdendomi un attimo nei ricordi di quando non facevamo altro che insultarci.

"Bhe, gran bella figa" ghignò spostandosi i ricci.

È? Non credo di aver capito bene.

Sentii subito un moto di rabbia invadermi le vene.

"Calmati amico, stavo scherzando" sospese le mani in aria in segno di resa, probabilmente accortosi del mio repentino cambio d'umore.

"Sarà meglio per te" sibilai non intimorendolo, sapeva che non gli avrei torto un capello nemmeno sotto tortura.

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