28 provare a dimenticare

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Pov's Josh

La luce del giorno mi arrivò agli occhi, facendomi imprecare mentalmente.

Mi alzai a sedere, stropicciandomi gli occhi e aprendoli con una lentezza che avrebbe fatto invidia ad un maledettissimo bradipo.

Avevo un mal di testa allucinante, a malapena ricordavo cosa era successo.

Merda Josh sforzati

Cercai con tutto me stesso di ritornare alla giornata passata.

Ricordo di essere andato in un pub e di aver preso 1..2..4...8 shot di vodka?

Se non ricordavo neanche quanto avevo bevuto dovevo essermi ridotto proprio male.

Mi ricordo di aver conosciuto una biondina niente male, ma ricordo anche di essere stato interrotto da.. Natalie.

Natalie?

Mi girai di scatto rendendomi solo in quel momento conto di dove mi trovavo.

Le tendine gialle, il tetto a spiovenza, pareti bianche.. Non era decisamente la mia camera.

La vidi dormire beatamente al mio fianco, con i capelli sparsi per tutto il materasso.

Il sole le sfiorava generosamente la guancia, facendola sembrare un angelo.

Ebbi l'impeto di accarezzarla, per rendermi conto se fosse vera o meno.

Le mie dita stavano per toccarla, quando accorgendomi di cosa stavo facendo la ritrassi frettolosamente.

Il mio cervello, probabilmente svegliatosi, mi riportò ai ricordi del giorno prima.

Più che ricordi, ricordavo solo le sue labbra sulle mie.

Morbide e che sapevano di fragola.

Tutto il resto era sfocato.

Mi passai una mano nei capelli mordendomi il labbro.

Una improvvisa fitta di dolore mi colpì quello inferiore, che toccai con l'indice.

Avevo un taglio abbastanza grande che stava cicatrizzando.

Merda ma che ho fatto?

Mi alzai piano, cercando di non svegliare la ragazza al mio fianco.

Raccolsi la mia maglia, che non ricordavo come fosse finita a terra.

Me la infilai e diedi un ultima occhiata a Natalie.

Si era distesa più comodamente, non più disturbata dalla presenza del mio corpo.

Mi avvicinai a lei, chinandomi leggermente.

Gli accarezzai i capelli con l'indice e il medio.

"Scusami principessa, non posso" sussurrai, per poi scavalcare la finestra e giungere nella mia camera.

Non sapevo cosa mi stesse facendo quella ragazza, ma mi spaventava a morte.

Mi spaventava il provare qualcosa per una persona, persona che con il mio egoismo avrei ferito.

Il mio uso di non volere relazioni non era solo un infantile capriccio.

Avevo fottutamente paura di legarmi ad una persona, perché fin a quel momento non c'era stato un solo fottuto individuo con cui mi ero legato  che era rimasto al mio fianco.

Tutti se ne erano andati.

E me ne davo colpa.

Avevo paura di ferire e di essere ferito.

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