39 Bicchierini di vetro

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Josh's pov

Uno. Due. Tre.

Respiro.

Quattro. Cinque. Sei.

Respiro. Respiro.

Sentivo un dolore lancinate alle nocche ma ormai non mi importava.

Stavo sfogando tutto ciò che avevo dentro contro il muro del retro della scuola.

Non mi fermai neanche quando vidi un rivolo di sangue scendermi dalla mano fino al braccio.

Il mio ciuffo biondo iniziò a scendermi sulla fronte ma non ci feci caso, continuando a dare pugni a quello stupido muro.

La mia testa mi riportò a qualche giorno prima.

Il suo viso, lo sguardo vuoto e gli occhi leggermente gonfi.

Pugno.

Le sue parole, 'vattene Josh. Vattene'

Un altro pugno.

La mia frase, 'non sei la mia ragazza'.

Pugno.

Perché cazzo lo avevo detto?
Non potevo semplicemente starmi zitto?

Altro pugno.

Ma la cosa che mi faceva di più imbestialire era che ci tenevo troppo.

Tanto da dare dei pugni al muro, per consumare la rabbia nei miei confronti.

Perché era riuscita a insinuarsi dentro di me?

Pugno.

Io ero Josh Colson, non potevo permettermi una cosa del genere, eppure lei c'era riuscita.

Pugno, pugno.

Ma avevo rovinato tutto, di nuovo.

Altro pugno.

'sarò io ad aggiustarti'

Diedi un ultimo pugno, più forte degli altri ringhiando.

Una macchia violacea si espanse sulla mia nocca centrale, creandomi un leggero dolore.

Creai una piccola crepa nell'intonaco rosso, per la troppa forza della mia mano.

Nonostante fossi stato un ora buona a dare pugni al muro però, la mia mente non si era ancora liberata.

Dovevo trovare un modo per dimenticarla, anche per una sera, per togliermi il peso che avevo sul cuore.

A primo impatto, la mia mente riportò a Nora, ma la scartai subito come idea.

Era anche colpa sua se si era creata tutta quella situazione.

Non riuscivo a spiegarmi come facessi a starci insieme prima.

Cioè a letto era piuttosto brava, e le sue curve non erano niente male, ma era una stronza insensibile con la puzza sotto il naso.

Aveva ragione Michael quando mi diceva di lasciarla.

Merda Michael!

Presi il cellulare dalla tasca, digitando velocemente il suo numero.

"Josh?" chiese la sua voce robotica dall'altro capo del telefono.

"Michael ho bisogno del tuo aiuto" dissi sperando che accettasse.

Sentii il biondo sospirare.

"Ti aspetto a casa mia" disse riattaccando la chiamata.

Michael era davvero un bravo ragazzo, c'era sempre stato e dava ottimi consigli.

Non capivo perché si ostinasse a voler cambiare ogni sera ragazza, ma dopotutto chi sono io per giudicarlo?

Presi la Range Rover mettendo in moto, non facendo caso alle mie nocche sbucciate poggiate sul volante.

In poco tempo mi ritrovai davanti al vialetto di casa sua, contornato da diverse violette.

La madre teneva piuttosto all'aspetto esteriore della sua villetta, pensava di far colpo sui vicini.

Suonai il campanello più volte, fin quando Michael non venne ad aprire in pantaloncini e in canottiera con su scritto 'chicago bulls'.

Credo sia tipo una squadra di basket, non mi appassionava molto quello sport, amavo troppo il football per interessarmi a qualsiasi altra attività fisica.

"Entra" disse il biondo spostandosi alla mia destra.

Entrai buttando il giacchetto di pelle sul divano e stendendomici sopra, con le mani nei capelli.

"Cosa hai combinato 'sta volta?" chiese lui, sedendosi su un puff e alzando un sopracciglio.

"Ho fatto una merdata" risposi passando le mani dai capelli alla mia faccia, massaggiandola.

"Centra una ragazza vero?" chiese sorridendo.

Ma come fa a saperlo?

"Nascondi una sorta di sfera di cristallo dietro di te per caso?" domandai facendolo ridacchiare.

"Wow Josh Colson alle prese con una ragazza, questa si che è da segnare sul calendario" si passò una mano sui pantaloncini da basket neri e rossi.

"Lo dite tutti come se fosse anormale, finitela siete irritanti" sbuffai mettendomi a sedere.

"È così" disse ma prima che potessi ribattere mi esortò a raccontargli cosa fosse successo.

Gli dissi tutto per filo e per segno, facendo crescere di nuovo la rabbia in me verso la parte finale.

"Bella merda" annuì il ricciolo per poi fissare il tappeto celestino.

"Non aiuti così" ringhiai di rimando.

"Amico non saprei cosa dirti, hai combinato davvero un casino" sbuffò contrariato.

Quando dicevo che dava sempre ottimi consigli, rimangio tutto.

La rabbia iniziò a insinuarsi nelle mie vene, facendomi contrarre la mascella.

"Grazie dell'aiuto" dissi uscendo di casa e sbattendo la porta.

Credetti di aver sentito Michael cercare di fermarmi, ma non ci diedi peso.

L'unico modo che mi era rimasto per farmi passare l'incazzatura era bere.

Triste vero?

Mi avviai verso Bob's che era la vicino, parcheggiando pochi minuti dopo.

Entrai nel pub, già abbastanza affollato sedendomi su uno sgabello davanti al bancone.

La barista, con una divisa che era tutta tranne una divisa, ammiccó e mi chiese l'ordine.

"Cinque shottini di vodka. Liscia" dissi posando sul bancone i soldi.

"Cerchi di dimenticare qualcosa? Se vuoi ti posso aiutare in altri modi" disse lei mordendosi il labbro.

In altre circostanze avrei accettato, ma non in quel momento.

"Dammi questi cazzo di shottini" ringhiai sbattendo la mano sul bancone.

Lei si zittì indispettita, cominciando a versare il liquido trasparente nei bicchierini di vetro, per poi porgermeli.

Li fissai per qualche minuto.

Stavo scappando dai miei problemi, di nuovo.

Scartai via la mia ragione bevedoli tutti in un sorso.

Poco dopo tutto si fece sfuocato e confuso, l'unica cosa che ricordavo era il colore dei bicchierini di vetro.

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*spazio autrice*
Josh sta scappando di nuovo da tutto e da tutti cosa succederà?
E natalie?
Baci
-V

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