41 Ricordi passati

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La giornata era passata piuttosto tranquilla.

Kris mi aveva svegliato sbattendo un cucchiaio da cucina su una pentola, lamentandosi del fatto che io avessi il sonno troppo profondo.

Scusa se sono andata a dormire tipo alle cinque del mattino per colpa del mio vicino ubriaco.

Arrivata a scuola, grazie ad un generoso passaggio da Kris, che tralatro non aveva notato nulla di losco nella sua macchina, la giornata passò lentamente.

Troppo lentamente.

A dir la verità, non sapevo se Josh si ricordasse gli avvenimenti della sera scorsa e di certo, non ero in vena di tirar fuori quel discorso.

Misi apposto nel cassettino di legno l'ultima inutile scartoffia.

Ma io dico, perché sprecare tanta carta per cose inutili che non si utilizzano mai?

Penso che il preside non sappia nemmeno dell'esistenza di questi certificati.

Guardai il grande orologio posto sopra la scrivania.

Finalmente era l'orario d'uscita.

Mi catapultai fuori dalla scuola, per scappare da quella giornata imbarazzante.

Ci eravamo scambiati solo qualche parola, e la cosa sembrava davvero strana, visto che era sempre Josh ad attaccare bottone con qualche battutina.

Lo sorpresi anche a spolverare una mensola.

E la cosa mi stupì alquanto, visto che si ostinava sempre a giocare a quello stupido gioco degli uccellini sul telefono, invece di aiutare.

Mi misi seduta su una panchina, vicino alla fermata del bus.

Misi le cuffiette avviando Supermarket flowers -Ed sheeran.

Chiusi gli occhi godendomi le note di quella canzone delicata ma piena di significato.

Una forte ripetizione di clacson interruppe quella melodia piacevole.

Scocciata aprii gli occhi, trovandomi davanti la Range Rover nera che tanto conoscevo.

"Sali" urlò Josh affacciandosi dal finestrino.

"Perché dovrei?" chiesi sbuffando e togliendomi le cuffiette azzurre.

"Perché mi devo far perdonare" sorrise amabilmente.

Di quei sorrisi di cui solo lui era capace, capace di toglierti il fiato.

Quindi se lo ricordava.

O almeno ricordava l'ultima parte.

Deglutii imbarazzata e entrando al posto del guidatore.

Lui ripartì a tutta birra dalla parte opposta delle nostre case.

Accesi la radio, per sovrastare quel silenzio che si era creato.

Non perché fossi imbarazzata, okay in parte lo ero, ma perché non sapevo semplicemente cosa dire.

La curiosità mi stava mangiando viva, e non potevo sopportare il silenzio.

Conoscendomi, avrei iniziato a sparare domande a raffica e lui ci avrebbe rinunciato, esasperandosi.

Partì whatever it takes-Imagine Dragons ed iniziai a canticchiarla a bassa voce.

"Ascolti gli Imagine?" chiese Josh, spostando velocemente lo sguardo da me alla strada.

"Chi non lo fa?" sorrisi guardando fuori dal finestrino.

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