9.10. La verità salta fuori!

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Il giorno seguente, al distretto di polizia dove lavorava Draco, si stava svolgendo una piccola festa in onore del vecchio Commissario che da quel giorno sarebbe andato in pensione e avrebbe quindi abbandonato per sempre il suo lavoro, ciò che era stata la sua vita per quasi quarantacinque anni.

Dunque il biondo si diresse verso la porta dell'ufficio, quando all'improvviso una donna mai vista prima gli si piazzò davanti tagliandogli così la strada.

"Lei è il signor Malfoy?"

"Sì. Lei chi è?" Domandò molto stupito: ultimamente la gente sconosciuta sapeva bene il suo cognome.

Che cos'era quella strana faccenda?!

"Annie Thompson, assistente sociale." Disse per poi stringergli la mano, un gesto che Draco fece in maniera accennata.

In quel momento il biondo rimase molto sorpreso.

Che diamine ci faceva un'assistente sociale nel loro distretto di polizia?

"Che cosa posso fare per lei?"

Due ore più tardi, Draco grazie a quella dannata donna aveva scoperto tutto quanto su Harry e senza aspettare neanche un secondo, corse da lui.

Malfoy voleva sapere la verità, doveva capire una volta per tutte se ciò che l'assistente sociale Thompson diceva corrispondeva alla realtà.

Non poteva essersi sbagliato così tanto!

No, non doveva essere così!

In quel momento, Harry infatti era in salotto che stava riordinando la stanza, in quanto i suoi bei nipoti avevano fatto davvero un gran macello e in quel momento erano andati a fare i compiti per il giorno successivo nelle loro rispettive camere.

Il campanello suonò ed il moro quindi alzò lo sguardo per un secondo.

L'apparecchio suonò una seconda volta; dunque l'uomo andò ad aprire e ciò che vide non gli piacque per niente.

"Draco ma che succede perché pian..."

"Dimmi che non è vero!" Gridò.

Il moro dagli occhi verde smeraldo sbiancò del tutto.

"Cosa non è realtà, amore?" Domandò facendo dei passi all'indietro con aria spaventata.

"Non chiamarmi amore: non azzardarti!"

Urlò stringendo i pugni vedendo che l'altro stava mentendo e quindi purtroppo era tutto vero.

"Tu mi hai raccontato un sacco di bugie, per tutto questo tempo, nel mentre io ti ho dato me stesso, la mia anima, il mio amore, il mio corpo!" Strillò fuori di sé. "E tu sei... solo un fottuto uomo che è fuggito e che oltretutto si è finto quello che non è! Questa casa non è tua, vero?" Domandò infine con un tono di voce gelido.

In quell'istante Potter infatti stava letteralmente tremando, nel mentre il suo cuore era insanguinato alla vista di quell'uomo meraviglioso che stava soffrendo per lui e per tutte le sue ipocrisie dette a fin di bene, nel mentre i suoi occhi verdi erano completamente lucidi.

"Ti prego Draco, dammi il tempo di spiegarti tutto quanto, io..."

"Lo farai, oh sì, ma non qui. Muoviti." Disse afferrandolo per un braccio. "Andiamo in centrale e non ti azzardare a dire niente, o a scappare perché..."

"Non trattarmi così Draco. Potrai anche essere arrabbiato con me e tutto quello che vuoi, ma nonostante tutto io non sono quello che credi, intesi?!"

Malfoy però era troppo arrabbiato e nervoso per poterlo ascoltare con attenzione ed altrettanta lucidità; perciò lo afferrò lo stesso per un braccio e lo condusse fuori di casa nel mentre ad alcune sue colleghe diede l'ordine di prelevare i due nipoti e portarli nel suo ufficio, mentre Potter era finito in quello del commissario appena andato in pensione.

"Allora signor Potter, ci racconti tutto quanto." Disse una poliziotta con un tono decisamente neutrale, nel mentre Draco si era appoggiato alla finestra e lo guardava con rabbia, mischiata con una forte delusione.

Come aveva potuto tradirlo così e macchiarsi oltretutto di reati come la falsa testimonianza avvenuta nel momento in cui Harry aveva detto di essere il padre dei due bambini e invece non era altro che lo zio e l'abuso di identità di un'altra persona morta che non poteva contro ribattere cretosi tra lui e Draco, quando l'altro era stato scambiato per un'altra persona e non aveva fatto nulla per smentire.

Malfoy infatti era furioso, non solo perché il suo uomo forse ex aveva commesso due grossi reati penali e micidiali, ma anche perché lo amava da impazzire nonostante tutto quanto e si era fidato ciecamente di lui. Questo infatti lo faceva sclerare.

Il moro quindi sospirò.

"Ho dovuto fare una scelta."

Le sue morbide labbra stavano tremando.

"Mio fratello Ron vive da un anno in una comunità di recupero per tossicodipendenti e la madre dei miei nipoti, Hermione Granger, li ha abbandonati quando erano solo dei neonati."

In quel momento gli occhi grigissimi di Draco si spalancarono dallo stupore e la grande pugnalata al cuore per una notizia del genere.

"Dunque io gli sono sempre stato vicino, non mi sono mai allontanato da loro neanche per un attimo e quando settimane fa siamo scappati, beh l'ho fatto solo per disperazione perché quella donna, Annie Thompson non faceva altro che minacciare di portarci via i bambini, quando in realtà loro vogliono stare con il padre, non desiderano altro e Rose sta pure per diventare maggiorenne."

"Sì, ma perché ha ricorso a dei reati come la falsa testimonianza e l'abuso di identità?" Domandò poi con voce più paziente, nel mentre Draco era senza parole.

"Per quanto riguarda il reato di falsa testimonianza non ho scuse, anche se ho pensato di proteggerli fingendomi il loro padre perché credevo che così nessuno gli facesse delle domande strane."

"E l'abuso di identità?" Chiese Draco scettico. "Perché non mi hai detto subito che non c'entravi niente con la famiglia Pearce?"

"Sono stato colto dal panico perché eri in divisa e ho avuto paura." Disse per poi scoppiare a piangere disperatamente, nel mentre Draco lo stava fissando con uno sguardo particolarmente accigliato.

"Panico." Ripeté fra sè e sè. "Dove stai andando Annabel?" Domandò alla donna quando lei si alzò in fretta dalla sedia.

"Ho una chiamata urgente."

Detto questo la poliziotta uscì di corsa dalla stanza e poi chiuse la porta.

In realtà la donna si sentiva di troppo in quanto aveva capito benissimo quanto il biondo nella realtà lo amasse moltissimo, ricambiato in pieno dall'altro, anche se in quel momento era incavolato nero col mondo intero e non lo avrebbe mai ammesso con nessuno.

Una volta rimasti da soli, il moro perciò si alzò dalla seggiola per potersi avvicinare, in quanto voleva abbracciarlo, baciarlo, stringerlo, andare a casa e farci l'amore selvaggiamente.

"No, non avvicinarti Harry, stai lontano da me!"

"Ti prego Draco, io."

"Mi hai mentito su tutto!" Sentenziò con uno sguardo molto accusatorio.

"Questo non è vero! Avrò anche sbagliato a non raccontarti sin dall'inizio come stavano le cose, ma sono sempre stato sincero sui miei sentimenti e se potessi tornare indietro e salvare di nuovo i miei nipoti io lo farei, immediatamente, magari con un altro metodo, loro sono tutto per me e questo lo sai bene."

"Resta comunque il fatto che io mi sono fidato di te e tu mi hai intrappolato con le tue dannate falsità. Non te lo perdonerò mai!"

Detto questo Draco se ne andò sbattendo la porta ed Harry scoppiò in lacrime, sentendosi completamente perso, come se fosse stato appena travolto da un treno in corsa.

Fine decima parte.

Drarry ~ StorieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora