Il bambino sedeva tranquillo al grande tavolo del salone e studiava attento la scacchiera.
Di fronte a lui, una bimba che avrà avuto si e no la sua stessa età era seduta composta, con la stessa espressione seria sul viso.
Infine mosse una pedina, e il re bianco saltò via dalla scacchiera indignato.- Scacco matto!- annunciò trionfante la giovane Daphne Greengrass, con un sorrisino soddisfatto sulle labbra. Ad appena 7 anni poteva già considerarsi un'asso negli scacchi.
Draco Lucius Malfoy storse la sua boccuccia da bambino, e strinse gli occhi grigi contrariato.
- Voglio giocare ancora!- pretese Draco testardo. Era inaccettabile che la sua amichetta lo avesse battuto di nuovo!
- Uffa Draco, è già la quinta volta che vinco io.- replicò Daphne incrociando le braccine sul petto.
La loro discussione riguardo al proseguimento del gioco venne interrotta dall'arrivo di Narcissa Malfoy, che veleggiò nella sala con grazia inaudita.
Sorrise alla bambina, la cui madre stava prendendo il the con Narcissa nell'altra stanza, per poi rivolgersi al figlio.- Draco, tuo padre vuole parlare con te. Ti aspetta nel suo studio.- e gli scoccò un sorriso affettuoso.
Draco attraversò gli innumerevoli corridoi di Malfoy Manor che separavano la sala ricevimenti dallo studio di suo padre.
Quando arrivò, la stanza era vuota: evidentemente Lucius doveva essersi momentaneamente allontanato.
Così Draco si sedette sulla poltrona posta a lato dello spazioso studio, attendendo paziente il ritorno di suo padre.
Ma i minuti passavano, e di Malfoy Senior neanche l'ombra.
Il bimbo sbuffò annoiato, e dopo aver fatto vagare per un po' gli occhi sugli oggetti attorno a se, decise di alzarsi e di fare un piccolo giro esplorativo per guardarli da vicino.
Osservò ammirato i liquidi contenuti nelle varie ampolle e boccette, lesse con la boccuccia spalancata titoli ed infine si fermò davanti ad un alto armadio di legno scuro. Le ante erano semi aperte e così Draco poté intravedere quello che riconobbe come un Pensatoio.
Sapeva quale fosse la funzione di quell'oggetto, perché aveva letto qualche informazione in uno dei libri che la sua buona educazione purosangue gli imponeva di iniziare a leggere già in tenera età.Tuttavia il piccolo Draco non aveva proprio intenzione di ficcare il naso nei ricordi personali di suo padre, e decise di chiudere per bene l'armadio, ma senza rendersi conto di cosa avesse toccato di sbagliato, prima che ci riuscì, venne inevitabilmente risucchiato dal trasparente liquido vorticoso del Pensatoio.
Gli sembrò di precipitare in un tunnel scuro per anni quando finalmente atterrò su un duro pavimento di pietra. Guardandosi velocemente attorno capì di trovarsi nella Sala Comune di Serpeverde: nella sua breve vita non l'aveva ancora mai visitata, ma a giudicare dai racconti dei genitori il bimbo si trovava proprio lì.
Vi erano molti studenti, intenti a studiare ai grandi tavoli, a chiacchierare seduti sulle poltrone o semisdraiati su divanetti in pelle.
Spalancò la bocca in una piccola O quando, fra questi, riconobbe suo padre, o meglio suo padre ai tempi della scuola.
A giudicare dal suo aspetto doveva avere all'incirca quindici anni o giù di lì, e Draco si disse che da giovane era veramente molto bello e attraente...e a suggerirglielo non era solo la sua vista, ma anche gli sguardi ammirati che molte ragazze gli lanciavano di tanto in tanto.Era alto, le gambe che spuntavano dal divanetto erano molto lunghe, e aveva già un fisico asciutto e ben modellato; gli allenamenti di quidditch dovevano avergli giovato.
Ma ad attrarre l'attenzione di Draco fu il viso di Lucius: un espressione da re del mondo stampata sul volto, le labbra tese in un mezzo sorrisino ironico, gli occhi argentati che scrutavano altezzosi tutti gli altri studenti.
Emanava fascino regale, con quella sua aria da Purosangue perfetto. Apparentemente stava parlando con una ragazza, (che era completamente ammaliata da lui: pendeva dalle sue labbra, lo fissava adorante, in attesa anche solo di una sua carezza) ma intanto si guardava intorno, come se stesse cercando qualcosa.
L'oggetto della sua attenzione entrò qualche attimo dopo: quindici anni di bellezza e perfezione, Narcissa Black fece il suo ingresso in sala comune.
Draco riportò gli occhi su suo padre.
Lo vide sogghignare brevemente, per poi leccarsi rapidamente le labbra e parlare rivolto alla giovane Narcissa.
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Slytherin
FanfictionHermione Granger. 16 anni di astuzia, cinismo, sarcasmo, insensibilità e naturalmente fascino da vendere. Quale strada più adatta a lei se non la patria della furbizia e dell'ambizione? Se quel famoso primo settembre 1991 il cappello parlante avess...