- Hermione non potresti proprio...-
- No.-
- Andiamo, prova almeno a...-
- No.-
- Magari puoi...-
- No, Pansy! Non rivolgerò parola a Daphne, nemmeno sotto crucio.-
- Ahh sei impossibile!-
- Lo so.-
Pansy Parkinson non era mai stata una persona troppo insistente.
O almeno, fino a quel giorno.
In sua difesa, le sue migliori amiche non si parlavano da ormai una settimana, e la corvina non riusciva più a sopportare quella situazione.- Hai intenzione di non rivolgerle mai più parola?- chiese spazientita ad Hermione, sapendo che la cosa non era di certo fattibile.
- Ho intenzione di non rivolgerle parola per un po'.-
Proprio in quel momento, come evocata dai discorsi delle amiche, Daphne fece il suo ingresso in quella che era anche la sua camera.
Alla vista dell'amica, Hermione s'irrigidì immediatamente, e dopo pochi istanti si avviò all'uscita, decisa a passare meno tempo possibile con la bionda.
Chiunque avrebbe potuto dire che la riccia stava esagerando, ma lei non la vedeva così.
Hermione Granger concedeva a pochi, quasi a nessuno, la sua fiducia.
Concedeva a pochi l'onore di conoscerla veramente.
Concedeva a pochi il suo affetto.
Concedeva a pochi di conoscere la parte meno conosciuta di lei, la parte di Hermione con anche delle debolezze, la sua parte vulnerabile.
Daphne Greengrass aveva conosciuto tutti questi aspetti di lei.
Hermione le aveva praticamente dato il suo cuore in mano, e lei l'aveva ferita.
L'aveva ferita e la Granger non poteva sopportarlo.
Non da lei.
La bionda non si era fidata di lei, l'aveva fatta sentire la ragazza senza cuore che tutti conoscevano, e non poteva tollerarlo da parte sua.
Non poteva perdonarla, non ancora.- Hermione.- la chiamò Daphne, un istante prima che la riccia varcasse la soglia della porta.
Quest'ultima si girò, impassibile, e rimase in silenzio.
- Ti prego.- mormorò Daphne, che non ne poteva più di tutta quella lontananza.
Passò qualche secondo di silenzio, poi la riccia parlò.
- Ci vediamo a cena Pansy.- con queste parole si voltò di nuovo, ma anche questa volta venne interrotta.- Hermione adesso basta.- obbiettò Daphne, e la riccia si voltò ancora, alzando appena le sopracciglia, stupita.
- Basta. Ne sono piena fino al collo di questa situazione. So di essermi comportata malissimo! Di non essermi fidata di te e aver tradito la tua fiducia. Ma errare è umano e per favore smettila di ignorarmi. Mi manchi.- disse tutto d'un fiato.
La riccia rimase in silenzio qualche istante, ad osservarla, indecisa su cosa fare o dire.
- Non possiamo andare avanti così. Quando capirai che la vera amicizia è rara da trovare, forse per noi due sarà tardi.- concluse con malinconia la bionda.
Hermione rimase a guardarla ancora qualche istante, ma poi uscì dalla stanza, senza aggiungere nulla.
***
- Draco Lucius Malfoy, dovresti metterti lo smoking più spesso.- commentò Hermione ammirando il suo ragazzo.
- Lo so, sono uno schianto.- rispose quest'ultimo, servendosi di tutta la modestia che possedeva (alias nemmeno un briciolo).
- Sei modesto.- lo corresse la riccia.
- E tu?- domandò poi Draco, sbottonandosi la camicia e togliendo il completo elegante che aveva appena provato.
STAI LEGGENDO
Slytherin
FanfictionHermione Granger. 16 anni di astuzia, cinismo, sarcasmo, insensibilità e naturalmente fascino da vendere. Quale strada più adatta a lei se non la patria della furbizia e dell'ambizione? Se quel famoso primo settembre 1991 il cappello parlante avess...