Connected 2: Back Home

Capitolo 60

I primi ad arrivare furono Frank, Grover, Tyson ed Hazel. - Ragazzi! - la ragazza li accolse con gioia, abbracciando forte Hazel. Quanto le era mancata. - Venite, stavo sistemando le ultime cose sul tavolo. Accomodatevi. Hazel, ti andrebbe di aiutarmi?

- Dov'è Michael? - le domandò Frank guardandosi intorno. La ragazza si strinse nelle spalle. - Sta dormendo, Frank, così sarà energico oggi pomeriggio. A breve dovrebbe arrivare un suo amichetto. - si rivolse ad Hazel. - Andiamo.

La ragazza la seguì e misero sui piatti i biscotti che Piper aveva preparato per la festa. Quelli blu al cioccolato, che sarebbero piaciuti tanto al suo Percy. - Così Michael compie già un anno - esordì l'amica più piccola. Piper sorrise mentre il cuore le si scaldava. - Sì e sembra passato così poco. É cresciuto così tanto.

Stava per portarli di là dai ragazzi, ma sentì il pianto del suo piccolino attraverso il babymonitor. Si rivolse ad Hazel. - Portali tu di là, io vado da Micky che vorrà essere cambiato. - così lasciò Hazel e raggiunse il suo bambino che piangeva. - Eccomi, amore, la mamma é qui.

Lo prese il braccio e lo cullò un po', portandolo in bagno per cambiarlo. - Ora ti vesto bene, amore mio, sarai bellissimo per il tuo compleanno. - prese un altro pannolino e glielo mise velocemente, dopo un anno di pratica. - Tra poco arriverà io tuo amico Harry, così potrete giocare insieme. Arriverà anche papà.

Quando nominò il padre, il bambino ripeté: "papà!" con entusiasmo. - Sì, tesoro, papà! - enfatizzò la ragazza. Lo vestì e lo prese in braccio per portarlo al piano di sotto. - Quando dirai finalmente mamma, eh? Devi dare sempre la precedenza a papà?

Arrivata in salone, Tyson esclamò: - Ecco il festeggiato! -  e la ragazza lo fece vedere ai ragazzi, che non lo vedevano dal compleanno di Percy. Era cresciuto molto, il suo bambino, era diventato un po' più paffuto e la sua testa si era riempita di sottili e morbidi capelli castani.

Stava cominciando a imparare a camminare, infatti la ragazza cercava spesso di farlo camminare. Si metteva dietro di lui gli teneva le mani mentre gli insegnava a mettere un piede dopo l'altro. Quei momenti erano così preziosi per lei: era bellissimo vedere il suo piccolo che si divertiva per imparare a camminare.

Lo guardò con amore. Ora si trovava sulle gambe di Frank, che lo faceva saltellare, e rideva divertito. Il suo piccolino era così bello, santi numi. Prima di averlo pensava che Percy fosse la cosa più bella del mondo, ora invece guardava il suo piccolo e non poteva fare a meno di pensare che fosse perfetto.

I suoi occhioni verdi, uguali a quelli del padre, la facevano sempre sciogliere. Adorava le sue guanciotte da riempire di baci e pizzicotti. Amava la sua risata così tenera. Non poté fare a meno di ricordare quel meraviglioso momento, subito dopo il parto, in cui lo aveva tenuto in braccio per la prima volta.

Ricordava quel momento quasi come una visione, perché lo sforzo enorme del parto le aveva annebbiato un po' il pensiero, ma ricordava perfettamente l'immensa felicità che aveva provato vedendolo per la prima volta. Si era sentita completa, in pace, anche se esausta e sul punto di svenire dalla stanchezza: l'unica cosa che importava, in quel momento, era che il suo piccolino fosse perfetto.

Quasi non si accorse di essersi persa nei ricordi finché Michael non gattonò fino alla mamma. - Ehi, amore, vuoi la mamma? - esclamò con amore e dolcezza. Lo strinse delicatamente a sé e so godette la sensazione di pace che provava ogni volta che teneva in braccio il suo bambino. - Ora arriva anche papà, sei contento?

Il piccolo fece "gah, gah!" come per rispondere, e scosse contento il suo amato peluche con la campanella. I ragazzi sorrisero inteneriti. La ragazza gli stampò dei baci sulla guanciotta, facendolo ridere. - É proprio un bambino bellissimo - le disse Grover guardando Michael intenerito. - Ma tra te e Percy cosa poteva mai uscire?