Capitolo 13

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Percy sentì il cellulare squillare. Si trovava nella stanza delle pozioni, nei sotterranei della villa e stava preparando una pozione per alleviare un po' il mal di testa che gli rimaneva dopo un incubo.

Sospirò e lo prese. Senza guardare chi lo chiamasse, accettò la chiamata. - Pronto? - mise l'ultimo ingrediente. - Percy, vieni a mangiare - la voce di Piper gli giunse attraverso il cellulare. - Ma dove sei finito?

- Oh, scusa, piccola - si scusò. Incastrò il telefono tra la spalla e l'orecchio e iniziò a mescolare. - Sono nei sotterranei. Sto facendo una pozione per il mal di testa. - smise di mescolare e mise il vivavoce. - Arrivo subito.

Sentì Piper sospirare dall'altro capo. Mise la pozione in una boccetta e prese di nuovo il cellulare in mano. - Va bene - disse la ragazza. Sembrava scocciata, probabilmente era un po' infastidita. - Sbrigati che la cena si raffredda.

Detto questo chiuse la chiamata. Percy sospirò, mettendo a posto gli ingredienti che aveva usato. Avrebbe dovuto farsi perdonare, ormai lo sapeva. Negli ultimi giorni l'allenamento gli aveva rubato quasi tutta la giornata e per questo lei si sentiva un po' trascurata.

Certo, non gliel'aveva detto, ma ormai Percy aveva imparato a capirlo subito. Si promise di farsi perdonare, poi uscì e si diresse in cucina, dove ormai tutti avevano preso posto. Piper stava tirando indietro i capelli a Nico, quando Percy finalmente prese posto.

- Eccoti, finalmente - disse Piper, sorridendogli. Gli stampò un bacio sulla guancia e si versò dell'acqua nel bicchiere. Percy però notò che teneva lo sguardo un po' basso. - Stavamo aspettando te. - poi si rivolse agli altri. - Buon appetito!

Così tutti cominciarono a mangiare. Percy si ritrovò per la milionesima volta a congratularsi con la sua piccola per la sua cucina: riusciva a far diventare buone le verdure. - É tutto buonissimo, principessa - si congratulò sottovoce.

Lei gli lanciò un'occhiata e gli sorrise. - Grazie, amore mio - gli prese una mano e lo guardò con i suoi occhioni castani. Sembrò voler dire qualcosa, ma poi lasciò stare e si limitò a posare la testa sulla sua spalla. - Lo faccio solo per te.

Lui sentì una fitta al cuore. Gli dispiaceva così tanto che si sentisse trascurata. Le circondò la vita con un braccio e le stampò un bacio sulle labbra. - Piccola, ti amo - le disse, guardandola negli occhi. - Tanto.

Lei sorrise e gli prese una mano. - Ti amo anch'io - ricambiò con le guance rosse. A Percy sembrò di sentire un po' di sollievo nella sua voce. Gli stampò un bacio sulla guancia e tornò a mangiare. - Ora mangia, che hai fame.

A Percy non restò che obbedirle. La beccò a guardarlo qualche volta, così una volta finito di mangiare non andò in camera. Era stanco. Aveva sonno. Ma non sopportava di vedere la sua ragazza così delusa. Decise di raggiungerla in salotto.

Era seduta sul divano e parlava con le ragazze. Con una mano passava le dita nel pelo di Blanche, che le faceva le fusa addosso. Blackjack era poco lontano, seduto sul bracciolo della poltrona. - Piper? - la chiamò.

Lei si voltò e gli sorrise. - Cosa c'è? - gli chiese. Percy si strinse nelle spalle e le prese una mano. - Voglio stare un po' con te - si limitò a spiegare. Gli occhi della sua piccola brillarono, mentre il suo sorriso si allargava. - Non posso? Hai da fare?

- No, no - si affrettò a negare la ragazza. Si scusò con le ragazze e passò Blanche sulle gambe di Allison. Si alzò e seguì Percy con gioia, appoggiando la testa sulla sua spalla. Si diressero in silenzio al piano di sopra, in camera loro.

Percy la portò sul balcone. La vista era stupenda. Un enorme manto di stelle si stagliava nel cielo e il mare, argenteo sotto la luce della luna, scintillava in lontananza. La leggera brezza serale accarezzava loro il viso. - Credevo che sareste andato a letto presto.

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