Connected 2: Back Home

Capitolo 35

Appena vide Harry Potter uscire da Malfoy Manor con Piper in braccio, James Jackson sentì il cuore sprofondare. Dov'era suo figlio? E che ci facevano Harry e i suoi amici lì? Cercò Percy con lo sguardo, ma non lo trovò.

Harry intanto li aveva raggiunti e aveva adagiato Piper per terra, dietro un cespuglio. Raggiunse la ragazza e si chinò du di lei per controllarle il battito. Tirò un sospiro di sollievo: era debole, ma c'era. Piper era solo svenuta. Aveva un taglio sulla fronte, ma niente di grave.

Tornò a guardare gli altri ragazzi, cercando Percy con lo sguardo. Il suo cuore perse un battito: non c'era. - Dov'è Percy? - domandò a Harry, che si era seduto a terra. Il ragazzo alzò lo sguardo su di lui e scosse la testa.

- Avevamo i mangiamorte addosso ed eravamo tutti senza bacchette, tranne Percy - gli spiegò fissando l'uscita da cui erano passati loro. James scosse la testa e maledisse il coraggio di suo figlio. - É rimasto indietro per permetterci di uscire. Sa che non avrebbe mai lasciato Piper indifesa. Non so che cosa sia successo dopo.

James ebbe a malapena il tempi di pensare a un modo per aiutarlo, che si sentì un'esplosione all'interno. Fece per precipitarsi dentro e aiutare suo figlio, ma uno dei suoi colleghi lo trattenne. - James, la passaporta sta per azionarsi. - lo avvertì, lanciando un'occhiata alla villa. - Non puoi andare lì dentro.

- Mio figlio é lì dentro! - ribatté lui col cuore che scoppiava dalla preoccupazione. Se gli fosse successo qualcosa, non se lo sarebbe mai perdonato. - Sono suo padre. Devo aiutarlo. Voldemort lo torturerebbe fino a farlo impazzire! Non posso lasciare che lo prenda!

Il suo collega lo guardò serio. - Percy é forte e intelligente, James - insistette cercando di tranquillizzarlo. - Ho visto di cosa é capace, terrà testa a quel mostro. Vedrai che in un minuto sarà qui. - gli posò una mano sulla spalla. - Aspetta ancora un po'.

James sentì un groppo alla gola, ma annuì. Non poteva precipitarsi lì senza un piano e il suo collega Sam aveva ragione: Percy era forte e intelligente. Doveva avere fiducia in suo figlio. Non sarebbe rimasto indietro senza sapere di essere capace di uscirne e non avrebbe permesso a Voldemort di tenerlo lontano da Piper.

Amava quella ragazza più di qualsiasi altra cosa. Decise di andare a vedere come stavano gli altri ragazzi. Harry e Ron erano seduti vicini  e sembravano stare bene. Hermione e Luna su erano sedute accanto a Piper, che era ancora priva di sensi. Il cuore gli si strinse anche per lei.

Era ormai come una figlia per lui. Stava per avvicinarsi a lei, quando sentì il rumore di una smaterializzazione proprio accanto a lui. Estrasse la bacchetta, pronto a colpire, ma fu Percy a comparire a terra. Il cuore di James perse un battito. Era privo di sensi.

- Percy! - si chinò subito su di lui per sentirne il battito. Col cuore che batteva a mille, aspettò. Uno. Due secondi. Poi, finalmente, il battito arrivò. Bum. Bum. Bum. Era regolare, seppur lento e debole. - Oddei, grazie al cielo stai bene!

- James, la passaporta! - lo avvisò il suo collega Louis. L'uomo prese il figlio in braccio e lo portò vicino agli altri. Il suo collega cominciò a fare il conto alla rovescia. - Mettete la mano sulla passaporta. Prendete anche quella di Piper e portatela su di essa. Io penserò a Percy.

- Dieci. Nove. Otto - il conto alla rovescia continuava. Louis si avvicinò a loro e mise la passaporta al centro del cerchio che avevano creato. Harry mise la mano di Piper insieme alla sua. James pensò al figlio. - Cinque. Quattro. Tre. Due. Uno.

Il mondo si capovolse. James si sentì strappare dalla terra e la nausea lo prese, ma poi si ritrovarono alla villa, a New York. Aprì gli occhi ignorando il senso di nausea e si tirò a sedere. Cercò immediatamente Percy, per scoprire che era sdraiato comodamente sul divano.