Capitolo 65

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Piper si svegliò da sola nel letto, quella mattina. Cercò Percy con la mano, ma non lo trovò. Nonostante ciò non si preoccupò: doveva essersi già alzato. Sospirò e si tirò a sedere, tirandosi via i capelli dalla faccia. Sorrise e prese dal cofanetto in vellulto blu con cui Percy le aveva fatto la proposta e recuperò l'anello.

Se lo accarezzò e andò a lavarsi la faccia, legandosi i capelli con un mollettone. Poi andò in camera di Michael, convinta di trovarlo nel letto, ma non c'era. Il suo cuore saltò un battito, ma si disse di stare tranquilla. Anche lui doveva essersi svegliato e aver raggiunto il padre.

Non c'era bisogno di preoccuparsi, ma Piper aveva ancora quell'agitazione ogni volta che non vedeva il suo bambino dove si aspettava che fosse. Scese al piano di sotto. - Micky, tesoro? - lo chiamò cercandolo in cucina. Non c'era. Il suo cuore batté forte, ma lo ignorò e seguì il suono del pianoforte, che la portò in salone, doveva avevano spostato il piano forte.

- Michael? - chiamò ancora ed entrò il salone, dove finalmente lo vide seduto sulle gambe del padre che stava suonando. Il bimbo si voltò e il mondo di Piper scomparve: il suo piccolo le sorrise e la ragazza sentì il cuore scaldarsi. - Mamma! - Percy lo fece scendere e il piccolo corse verso la mamma.

La ragazza si abbassò alla sua altezza e lo accolse tra le braccia. - Amore della mamma, buongiorno! - esclamò cop cuore che si scaldava. Quanto amava il suo piccolino, sempre così affettuoso e coccoloso come il padre. - Che stavate facendo tu e papà?

Il piccolo tornò dal padre che lo fece sedere sulle sue gambe e sorrise alla ragazza. - Stavo suonando ed é venuto da me - rispose accarezzandogli i capelli ribelli e morbidi come i suoi. - A quanto pare gli piace il suono del pianoforte, vero campione? - il piccolo annuì entusiasta. - Quando sarai più grande ti insegnerò a suonare.

Il piccolo fece il broncio. - Perché non adesso? - chiese come al solito impaziente. Percy gli prese una mano e la posò sui tasti, suonando qualche nota. Il bambino ne rimase affascinato. - Perché adesso hai le mani troppo piccole - gli stampò un bacio sulla guancia e gli lasciò la mano. - Quando sarai più grande - gli mostrò come mettere le mani. - potrai raggiungere i tasti e cominciare a suonare.

La ragazza sorrise guardandoli. Era contenta che Percy trasmettesse le sue passioni al figlio. Quei due avevano un legame così bello che Piper si ritrovò ad invidiarli un po', perché lei non aveva mai avuto un rapporto così bello col padre. Rimase ad ammirarli persa nei suoi pensieri finché James non le comparve accanto.

Le sorrise e spostò lo sguardo su padre e figlio. - Sono proprio belli da vedere, vero? - le domandò. Micky strimpellò qualche nota con l'aiuto del padre, che applaudì. - Se quel mostro non me lo avesse portato via, io e Percy avremmo potuto essere così. Ma non importa. Sono contento che quei due abbiano un legame così bello.

Piper annuì. - A chi lo dici - concordò. Non voleva interrompere il momento padre figlio, ma doveva chiedere se Michael aveva fatto colazione. - Micky, amore, hai fatto colazione? - il bambino annuì, così alla ragazza non restò che lasciarli lì e andare a mangiare qualcosa.

Quel giorno Percy non lavorava, essendo sabato, e la ragazza avrebbe voluto andare un po' in giro, ma non sapeva molto bene dove portarlo. Pensava di andare al Rockfeller Center per fare un po' di shopping e arricchire un po' l'armadio di Percy, visto che indossava sempre le stesse cose.

Anche Michael aveva bisogno di nuovi vestiti, visto che cresceva a vista d'occhio. I vestiti che gli aveva comprato sei mesi prima già non gli stavano più. Per non buttarli avrebbe potuto darli a Harry, che era più minuto. Il suo bambino era già abbastanza alto per la sua età. La ragazza non dubitava che da grande sarebbe stato alto come il padre.

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